Irma Kurti intervista la poetessa Aurora Cantini. Bergamo – Italianewsmedia.it – PC Lava – Magazine Alessandria oggi – .

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AURORA CANTINI, maestro elementare, poeta e cantastorie originario di Aviatico, Altopiano bergamasco. Scrive da quando aveva 8 anni, con storie create sui marciapiedi o ascoltando i suoni del bosco, e prima ancora inventava versi davanti alla finestra, guardando la neve cadere e immaginando farfalle danzanti. La sua prima poesia apparve sulla rivista nazionale “Primavera” quando aveva appena 14 anni. Dal 1993 ad oggi hai pubblicato 21 libri.

Cinque libri di poesia, tre libri illustrati per bambini e famiglie a scopo benefico, tredici libri di narrativa, saggistica e romanzi, biografie musicali e memorie sulla Shoah. Molti gli interventi nelle scuole, con conferenze su vari temi: la Poesia, la Prima Guerra Mondiale, Anita Garibaldi, la Shoah, il Tenore Gambarelli, la vita contadina e le Torri Gemelle. Fa parte delle commissioni di giuria di diversi concorsi letterari ed è presidente del premio letterario Le Coti di Pradalunga. Collabora esternamente con varie testate e siti web locali.

Potete seguirla sul blog: http://acantini.altervista.org/

Puoi darci una breve descrizione di te come persona e poi come Autore?

Sono legato alla mia terra di montagna come una radice sospesa, la sento vibrare dentro di me in ogni soffio di vento, in ogni scricchiolio di foglia, in ogni sentiero nascosto. Ascoltavo le poesie degli alberi frondosi che, muovendosi nel dolce tramonto estivo, cullavano i miei sogni di bambino, o quando, carichi di neve, si libravano in cielo e mi portavano lassù, nel blu, con le loro lunghe dita di diamante . Mi hanno raccontato storie, mi hanno consolato, mi hanno inebriato di vita, mi hanno amato teneramente, in silenzio e per sempre. E ora che scrivo poesie e racconti, so che lo devo alla Terra, alle mie Montagne, sentendo le carezze di tutti i miei antenati che vivono ancora e sempre, attraverso di me.

Per me scrivere è un bisogno vitale, dell’anima, di cui non potrei mai fare a meno. Ho respirato l’amore per la vita e per la natura correndo sui prati della mia amata Amora, sotto la Cornagera, Altopiano di Selvino, Valli Bergamasche.

Nel 2021 ho festeggiato i miei 50 anni di vita letteraria, a partire dalla prima poesia scritta a scuola in terza elementare e letta in pubblico dalla mia maestra. Il 2023 è stato per me un anno ricco di emozioni perché sono passati esattamente 30 anni dalla mia prima pubblicazione, il libro di poesie Fiori di campo, che presentai alla sesta edizione del Salone del Libro di Torino il 23 maggio 1993.

Come e quando è nata la tua passione per la scrittura?

Fin da piccola ho vissuto in compagnia di libri e racconti che a mia volta scrivo.

La mia poesia, le mie narrazioni, nascono dal mio stesso essere vivo, come una forza a cui non posso sfuggire. La poesia mi ha sempre attratto, così come la scrittura. Fin dalle elementari, infatti, scrivevo poesie su richiesta dei miei compagni, oppure copiavo quelle più significative dalla mia rivista preferita: la mitica “Primavera”. Sono un poeta nel profondo e da sempre, sono un narratore di storie create sul marciapiede fin da quando ero bambino.

Fin da quando avevo sei anni ho sentito il richiamo travolgente della poesia e negli anni questo bisogno della mia anima si è via via affinato e modellato sul tessuto del mondo, seguendo le pieghe del mio cammino di donna.

Quando succede qualcosa che mi emoziona molto, dentro il mio cuore si forma come un lago dove si concentra tutta la mia emozione che preme e vuole uscire attraverso le parole, fino ad annullarmi e a sentirmi tutt’uno con il mondo che mi circonda; poi mi sento più leggero.

Non ho la chiave per interpretare il dolore di vivere che ognuno porta con sé, posso solo farmi portavoce di un dono che mi è stato fatto e che spero che qualcuno possa condividere con me. Non siamo mai soli, la strada è lunga da percorrere, qualcuno è sempre accanto a noi, basta saper vedere oltre. Oggi si parla troppo poco di poesia, eppure forse potrebbe essere un modo per trasmettere più amore nel mondo.

È vincitrice di numerosi premi letterari. Quali sono questi premi?

Vincere un premio letterario per un poeta equivale a vincere un’Olimpiade. Esce dal silenzio, dall’oblio. Sta emergendo, anche solo per pochi istanti, dal buio in cui è confinata la poesia. Molti premi vinti sono prestigiosi, come il Premio Internazionale Seneca, o il Premio Walter Bonatti, o gli Ossi di Seppia, così come il Giorgio La Pira… Tutte vetrine importantissime da cui diffondere poesia, amore per la bellezza, fratellanza, universalità. di intenti, ma anche per farsi conoscere, per creare visibilità positiva. Noi scrittori e poeti non professionisti del mestiere (inteso come lavoro con cui guadagnarsi da vivere) abbiamo molte cose da dire, proprio perché non siamo vincolati da scadenze, contratti, impegni e obblighi… Siamo veri, genuini, noi parlare della vita quotidiana con la spontaneità di chi lo fa esclusivamente per passione.

Ha pubblicato numerosi libri. C’è qualche libro a cui ti senti più legato?

Ho pubblicato 21 libri che spaziano tra poesia, narrativa, narrativa storica, saggistica, memorie, biografie, libri musicali, libri per bambini… li amo tutti, perché per ognuno ho dato tutto me stesso, ogni momento libero, ogni momento di pensiero …Ore, settimane, mesi, anni. Scrivi, anche di notte sotto l’influenza dell’ispirazione. E poi modellare, perfezionare una pagina, aggiungere, levigare. Piangere con i protagonisti, gioire con loro, amarli. E sentirsi lacerato dentro quando li si lascia.

Come hai iniziato a scrivere narrativa?

Ho iniziato a scrivere racconti quasi contemporaneamente alle mie prime poesie, i racconti nati sui marciapiedi e lungo i prati delle mie montagne. Ma la prima pubblicazione in narrativa è arrivata nel 2009, dopo 3 libri di poesie. Semplicemente perché la poesia non mi bastava più, avevo bisogno di una poesia “estesa”, raccontata, immersa. Io la chiamo prosa poetica.

Ultimamente ha pubblicato diversi libri per bambini. Cosa ti ha spinto a dedicarti a questo genere?

Scrivere storie per bambini è stata la terza tappa del mio percorso letterario. Mi sono ispirata alla giovanissima scrittrice Giulia Gabrieli, una ragazza bergamasca morta a 14 anni di sarcoma nel 2011. Entrambi avevamo vinto un concorso letterario indetto dal Parco dei Colli di Bergamo nel giugno 2009. Mi ha colpito lei l’entusiasmo e il suo sogno di diventare Scrittrice. Poco dopo si ammalò. Ho scoperto il mondo silenzioso dei bambini in ospedale e ho deciso di scrivere un libro per bambini per beneficenza, dedicato a questa ragazza che sognava di continuare a scrivere. E negli ultimi anni ho allargato il mio pubblico coinvolgendo le famiglie, creando una trilogia di racconti dell’Altopiano di Selvino Aviatico, sempre a scopo benefico a favore dei bambini in difficoltà o con disabilità.

Puoi condividere un pensiero o un consiglio con i poeti esordienti?

Non mollare mai, non mollare mai, non lasciare mai sola la Poesia. È fragile, è indifesa, la sua voce si perde tra i clamori e le grida dei social e della vita feroce e caotica di oggi. Sta a noi dargli voce. Perché i versi sono una medicina per l’anima, una consolazione per il disorientamento e le solitudini contemporanee. Un verso è veloce come ogni nostro passo e ci accompagna in ogni respiro, insaziabile e pungente. Sostiene il cammino, riempie le notti, allontana la paura: ogni poesia è sublime incanto. Tormenti e gioie corrono da sempre accanto all’uomo. Come un fiore di campo, una poesia ha poche pretese ma con la sua tenerezza dona attimi di sollievo dalla sofferenza del quotidiano e può rendere la vita un po’ più amabile, per riscoprire il senso del quotidiano, la sincerità di uno sguardo amico, la condivisione , solidarietà nella paura della notte, consolazione e pietà: in una parola, l’umanità del mondo.

A cura di Irma Kurti

(Intervista pubblicata su Saturno Magazine)

AURORA CANTINI

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