“Rischi sul fronte occupazionale soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno” – .

“Rischi sul fronte occupazionale soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno” – .
“Rischi sul fronte occupazionale soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno” – .

Domenica 5 maggio 2024 – “Non è il lavoro buono, stabile e di qualità a crescere, mentre la decisione del Governo di tagliare gli sgravi per le imprese del Sud, con la conseguenza di non confermare il taglio del costo del lavoro per oltre tre milioni di dipendenti , aggiunge ulteriori rischi sul fronte occupazionale soprattutto nelle regioni meridionali”.
Lo sostiene il segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli (foto di copertina).
“A pochi giorni dal primo maggio, l’Istat fa sapere che a marzo cresce l’occupazione sia per gli uomini che per le donne, così come per i lavoratori dipendenti e autonomi e per tutte le fasce di età, escluso quello dei 35-49enni che ha invece registrato un calo a causa della dinamica demografica negativa.

Quasi lo stesso accade anche su base annuale. In questo caso il tasso di occupazione, che nel confronto complessivo annuo aumenta di 1,0 punti percentuali, cresce anche in questa fascia di età (+0,6 punti) perché la diminuzione del numero degli occupati 35-49enni è meno evidente rispetto a quella della corrispondente popolazione complessiva.

Un altro dato è stato riportato dall’Istat. Sempre a marzo 2024, su base mensile, il tasso di disoccupazione è sceso al 7,2% (-0,2 punti), mentre quello giovanile è sceso al 20,1% (-2,3 punti), con il tasso di inattività stabile al 33%.
Ma al di là delle differenze Nord-Sud e territoriali che non si modificano, basta incrociare questi dati con quelli dell’Osservatorio INPS sul lavoro precario per registrare – aggiunge Tortorelli – che su 60.920 contratti di lavoro attivati ​​in Basilicata nel 2023 si sono verificate 57.821 cessazioni. I contratti a tempo indeterminato si riducono a 8.570 con un maggior numero di cessazioni (12.029).
Il numero più alto di assunzioni resta quindi per il lavoro precario: 34.700 contratti a tempo determinato (con 28.766 cessazioni), 6.021 stagionali (6.025 cessazioni), 5.229 a tempo determinato (5.362 cessazioni), 4.865 con contratto intermittente (4.657 cessazioni).
Lo abbiamo detto all’evento di Villa d’Agri: per il lavoro Occorrono misure e interventi reali.
E se si considerano anche le enormi incertezze sull’avvio della ZES unica per il Sud, la scarsa chiarezza sul rispetto della percentuale relativa ai progetti Pnrr e l’assenza di politiche industriali, emerge un quadro drammatico per lo sviluppo complessivo del Mezzogiorno che, di fatto, diventa un capitolo del tutto marginale nell’agenda del Governo.

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È vero che il lavoro e la crescita non si creano per decreto, ma – conclude Tortorelli – è assolutamente necessario un sistema strutturato di finanziamento certo e di programmazione definita per invertire la deriva a cui il nostro Sud sembra essere abbandonato.
Rilanciare quei territori è nell’interesse dell’intero Paese: il Governo, quindi, fa un passo indietro, confermando e rendendo strutturali quegli aiuti, e dà finalmente slancio ai progetti SEZ e Pnrr, valorizzando il ruolo delle Regioni nell’attuazione dei piani quelle politiche”.

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