Elisabetta Pastacaldi di Pistoia, l’ex preside del liceo artistico Il Tirreno assolta da ogni accusa – .

Elisabetta Pastacaldi di Pistoia, l’ex preside del liceo artistico Il Tirreno assolta da ogni accusa – .
Elisabetta Pastacaldi di Pistoia, l’ex preside del liceo artistico Il Tirreno assolta da ogni accusa – .

PISTOIA. Falsità ideologica in atto pubblico, rivelazione di segreti d’ufficio e diffamazione sulla stampa e in tv: queste le accuse per le quali è stato rinviato a giudizio l’ormai ex preside del liceo artistico “Policarpo Petrocchi” di Pistoia, nel pratese Elisabetta Pastacaldi. Ieri pomeriggio è arrivata la sentenza di assoluzione del tribunale collegiale per il dirigente scolastico ormai in pensione: perché per i primi due delitti il ​​fatto non sussiste, perché per il terzo il fatto non costituisce reato. Assolta anche la vicepreside Angela Borselli, all’epoca segretaria dell’Organismo di garanzia della scuola: accusata di uno solo dei due episodi di falsità ideologica contestati.

Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Luigi Boccia aveva chiesto la pena detentiva di un anno e due mesi per Pastacaldi e di otto mesi per Borselli.

I fatti contestati ai due imputati sono legati alle sanzioni disciplinari irrogate per quanto accaduto il 28 marzo 2019, dopo l’assemblea scolastica Petrocchi presso l’ex “Duomo” Breda di Pistoia, dove uno studente liceale, allora 15enne, è stata umiliata da alcuni compagni di classe dopo essersi ubriacata. Sanzioni disciplinari (sospensioni con obbligo di frequentare attività socialmente utili all’interno della scuola, poi annullate dopo ricorso all’ufficio scolastico regionale) inflitte a due studenti che non presero parte a quell’episodio (protagonisti della festa alcolica, tra cui la ragazza che l’avevano organizzato, furono sospesi fino alla fine dell’anno scolastico e poi bocciati).

«Era certamente la sentenza che ci aspettavamo – commenta l’avvocato Carlotta Taiti, difensore, insieme al collega Massimo Taiti, di Elisabetta Pastacaldi – A nostro avviso c’erano margini già dall’udienza preliminare, nella quale avevamo chiesto di non procedere. Siamo arrivati ​​al processo, dove le prove erano in realtà puramente documentarie. Un’assoluzione giusta, faticosa e dolorosa per entrambi gli imputati”.

«Credo che il mio cliente non meritasse nemmeno di essere processato. Giustizia è stata fatta” aggiunge l’avvocato Paolo Frosini, difensore di Angela Borselli.

Una vicenda, quella che ha portato al processo conclusosi ieri, che si inserisce in un contesto di grande attenzione mediatica suscitato dal clamore sorto attorno ai presunti atti di bullismo avvenuti a margine dell’assemblea scolastica di cinque anni fa.

Insieme ai genitori, i due studenti sospesi, entrambi rappresentati dall’avvocato Fabio Maria Galiani, erano parti civili nel processo. È stato l’avvocato romano, l’11 aprile 2019, a sporgere denuncia in Procura contro la preside e la sua vice, in cui sottolineava che i due ragazzi non si trovavano lì davanti alla “Cattedrale” mentre altri studenti, dopo la festa a base di alcol, legarono con del nastro adesivo il loro compagno di classe ubriaco e gli si dipinsero la faccia: in quel momento, durante la pausa dell’assemblea per la ricreazione, stavano, come risultavano dagli scontrini, comprando uno spuntino. Ma soprattutto, nella denuncia spiegava come, il giorno precedente, al liceo Petrocchi, non era riuscito ad ottenere copia dei provvedimenti di sospensione per poterli impugnare ma che gli era stato detto che non era possibile perché il preside non c’era e perché i provvedimenti non erano ancora stati firmati dal presidente del consiglio d’istituto.

Da quest’ultimo punto il primo capo d’imputazione, con cui Pastacaldi è stato accusato di falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale in atto pubblico.

L’altra accusa di falsità riguardava la sanzione di “sospensione dalle attività didattiche con obbligo di frequenza” per svolgimento di attività socialmente utili all’interno della scuola, applicata ai due studenti il ​​4 aprile 2019. Che in realtà, secondo la Procura, verrebbe inserita solo quindici giorni dopo, attraverso una modifica al documento pdf del piano triennale dell’offerta formativa pubblicato sul sito del liceo artistico.

L’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex preside era legata alle dichiarazioni rese in interviste sia ai giornali che in televisione, nelle quali, in pratica, definiva gli studenti implicati nella vicenda non ancora “Petrocchizzati” perché erano in una classe prima , e quindi non ancora istruito: «Quelli che frequentano questa scuola non fanno certe cose» dichiarava.

Per quanto riguarda il reato di rivelazione di segreti d’ufficio, lo stesso pubblico ministero aveva invece ritenuto che nel corso del processo non fosse stata raggiunta la certezza della prova: «Gli atti concreti della sanzione disciplinare sono stati resi noti all’opinione pubblica solo previa comunicazione (almeno oralmente) era stato dato alle persone interessate”.

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