perché l’ipotesi dell’omicidio-suicidio non convince più – .

È diventato un mistero il caso della morte dei due coniugi palermitani, il commercialista Pietro Delia e la poliziotta municipale Laura Lupo, trovati senza vita con ferite da arma da fuoco nella loro abitazione, in via Notarbartolo, sabato mattina scorso. Il caso, inizialmente definito omicidio-suicidio, in realtà non è ancora chiuso.

Rimangono infatti ancora dubbi sulla dinamica della vicenda che sembrerebbero difficilmente conciliabili con l’ipotesi dell’omicidio-suicidio. Secondo le prime ricostruzioni emerse subito dopo il ritrovamento dei corpi, la donna, rientrata con il marito da tempo dopo una separazione, all’alba, forse al culmine di una discussione, ha inseguito il coniuge nel corridoio e ha sparato quattro volte. Ma l’ispezione cadaverica ha accertato che i colpi hanno colpito Delia al petto e all’addome e non alle spalle come sarebbe avvenuto se il ragioniere avesse tentato la fuga e fosse stato inseguito alle spalle. Poi, sempre nelle prime ipotesi, la poliziotta avrebbe afferrato la sua arma d’ordinanza e l’avrebbe ferita al collo e successivamente mirata alla testa, uccidendosi. Questa ricostruzione sarebbe stata poi corretta con una nuova teoria: l’agente si sarebbe sparata alla testa e cadendo si sarebbe ferita al collo con un colpo sparato accidentalmente.

L’autopsia

I risultati dell’autopsia, però, non confermerebbero nessuna delle due ipotesi. Inoltre, sottolineano alcuni inquirenti, una dinamica così frenetica, con tanto di caduta a terra di Lupo, difficilmente si concilierebbe con il fatto che l’arma sia stata ritrovata ancora in mano alla donna.

A scoprire i corpi sono stati i vigili del fuoco, chiamati dalla figlia della coppia che abita al piano inferiore dell’edificio. La ragazza, che aveva appuntamento di lavoro con il padre, non vedendolo arrivare, ha provato invano a chiamarlo e poi, preoccupata, ha allertato i vigili del fuoco. L’equipe è entrata nell’abitazione che, secondo quanto appreso, non era chiusa a chiave dall’interno, e ha visto i corpi.

Nell’appartamento non c’erano segni di effrazione, fatto che inizialmente consolidava l’ipotesi di omicidio-suicidio ed escludeva la presenza di terzi nell’abitazione. Alla luce dei dubbi sorti, cercheremo ora di capire se qualcuno possa essere entrato nell’appartamento.

Gli sposi

Marito e moglie erano conosciuti ed apprezzati per la loro attività. Pietro Delia era uno stimato commercialista e per qualche tempo lavorò nel suo studio di via Nicolò Gallo anche la figlia; Laura Lupo, da 30 anni in servizio nella Polizia Municipale, viene descritta da colleghi e amici come una persona seria e gentile, da tempo affidata al giudice di pace. La coppia ha anche un altro figlio che era in vacanza all’estero.

Marito e moglie erano tornati a vivere insieme dopo un breve periodo di separazione. La coppia aveva superato una crisi coniugale dovuta ad alcune incomprensioni, risalenti a qualche anno fa, tornando a convivere nella casa di via Notarbartolo. Secondo familiari e amici non c’era nulla che potesse far presagire la tragedia.

 
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