Basell, al via un’altra rassegna sull’andamento delle fabbriche europee: «Brindisi a rischio chiusura»

Basell, al via un’altra rassegna sull’andamento delle fabbriche europee: «Brindisi a rischio chiusura»
Basell, al via un’altra rassegna sull’andamento delle fabbriche europee: «Brindisi a rischio chiusura»

LyondellBasell annuncia la revisione di tutti gli asset europei, compreso lo stabilimento di Brindisi, e scatta l’allarme tra dipendenti e rappresentanti politici e istituzionali della città. Secondo molti, infatti, quanto previsto al momento dell’evento si sta avverando chiusura di P2T, cioè lo smantellamento dell’intero impianto brindisino della multinazionale americana.

Analisi della redditività della produzione

Ieri, infatti, l’azienda ha annunciato «il lancio formale del revisione strategica degli asset europei nei comparti olefine e poliolefine e sostanze intermedie e derivate. Le valutazioni saranno condotte attraverso la lente delle strategie aziendali denominate “Crescere e aggiornare le attività principali”, “Costruire soluzioni aziendali redditizie, circolari e a basse emissioni di carbonio” e “Aumentare le prestazioni e la cultura aziendale”. L’amministratore delegato Pietro Vanackerin particolare, ha ricordato che «ai Capital Market Days 2023 abbiamo dichiarato la nostra intenzione di farlo concentrare il nostro portafoglio su aziende con un vantaggio competitivo a lungo termine e reinvestire in quelle aree che generano rendimenti superiori su scala significativa. E questi criteri non sono cambiati”.

Errori da non ripetere

Parole che, secondo molti, rappresentano a sveglia. A proposito della fabbrica Basell di Brindisi, sostiene il capogruppo e segretario comunale del Pd Francesco Cannalire, «dopo la chiusura di uno stabilimento di polipropilene con la cassa integrazione e la delocalizzazione di 47 unità lavorative si addensano nubi sempre più nere». Oltre alla revisione, sottolinea, l’amministratore delegato «ha confermato l’investimento per la costruzione di un impianto industriale per il riciclo chimico con tecnologia MoReTec a Wesseling, un hub per la selezione e il riciclo dei rifiuti plastici a Knapsack, entrambi in Germaniae ha annunciato risorse per il revamping degli impianti di catalisi a Ferrara. Per lo stabilimento di Brindisi non si parla di nuovi investimenti e quindi, essendo escluso da un piano di investimenti, rischia seriamente di esserci vittima sacrificale della riorganizzazione aziendale. Di fronte ad uno scenario simile, il destino dell’intera filiera chimico-industriale del polo brindisino diventa un’incognita con la vera e propria esplosione di un bomba sociale la cui eco coinvolgerà tutta la Puglia”. Questa volta non possiamo più, sostiene, «commettere l’errore di attendere che gli eventi travolgano il tessuto sociale ed economico brindisino e per questo solleciteremo immediatamente tutte le istituzioni locali, regionali e nazionalile associazioni datoriali e sindacali a convocare immediatamente una riunione operativa per coordinare tutte le azioni necessarie protezione e difesa del territorio”.

Appello alle istituzioni e al governo locale

Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo del Movimento Regione Salento Michelangelo Greco, che parla della «notizia secondo la quale il gruppo chimico LyondellBasell intende dismettere completamente la produzione industriale dello stabilimento di Brindisi. Questo, almeno, è quello che si intuisce dall’articolo. Se confermato, sarebbe ill’ennesimo colpo subito dal settore industriale brindisino che si sta muovendo verso una situazione di collasso irreversibile. Da tempo lanciamo segnali d’allarme, ma siamo rimasti inascoltati e oggi la situazione è diventata drammatica. Ora è necessario che tutte le istituzioni locali mettano da parte divisioni e barriere ideologiche per lavorare “in squadra”. mettere in discussione i governi regionali e nazionali». Infine, molto arrabbiato il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Roberto Quartaper cui «dopo qualche decennio, quelle scelte che allora sembravano l’El Dorado per il nostro territorio, oggi più che mai si rivelano una condanna a morte. Una città violentata, sfruttata e infine travolta dagli insediamenti industriali. Tutto ciò non ha fatto altro che portare benefici ai grandi gruppi industriali. Sedotto e abbandonato. Enel, Basell e tante altre multinazionali si preparano a salutare questa città con semplici comunicati stampa, lasciando migliaia di famiglie al loro destino. Questa città ha dato tanto, forse troppo alla nazione e sicuramente merita la massima attenzione dal governo in questa fase”.

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Giornale pugliese

 
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