Oggi in Piazza Fiera, cerimonia di consegna dei diplomi a oltre 400 laureate e laureate – .

C’è Ilaria Memme, la più giovane che compirà 21 anni a gennaio; e poi c’è Maurizio Molina, classe 1957, il più maturo tra gli oltre quattrocento presenti questa mattina in piazza Fiera a Trento per ritirare il diploma di laurea. A loro si aggiungono tredici tra i migliori medici ricercatori, riconoscibili perché indossano la tradizionale feluca come copricapo. Tutt’intorno, il calore di tanti – genitori, parenti, amici – che hanno voluto vivere e condividere questo momento.
«Spero che il vostro sia stato un percorso entusiasmante, di formazione accademica, ma anche di crescita personale e umana», ha esordito Deflorian nel salutare coloro che hanno concluso nei mesi scorsi il ciclo di studi triennale. «La missione dell’Università – ha ricordato il rettore – non si esaurisce con la preparazione al mondo del lavoro. Abbiamo un’ambizione più grande: contribuire a formare i cittadini di domani, uomini e donne attenti e responsabili, capaci di partecipare attivamente alla vita sociale e produttiva del Paese”.
La riflessione del rettore ha poi toccato temi particolarmente cari all’Ateneo: libertà di espressione, dibattito civile, pensiero critico e autonomia dell’istituzione universitaria.
«La libertà di espressione è un diritto fondamentale, pilastro della democrazia moderna, presupposto per il progresso della società e lo sviluppo di ogni essere umano. Le università sono e devono restare baluardi di questo valore, comunità plurali basate sul dialogo, sull’ascolto e sul confronto civile”. Perché è dal confronto, ribadisce il rettore, che nascono le idee migliori e non può esserci crescita autentica senza uno scambio di idee libero, appassionato e corretto.
Per questo è essenziale il pensiero critico, «una competenza cruciale per la cittadinanza attiva nell’odierna società democratica, così ricca di informazioni, scambi, incontri e scontri. L’Università ha il dovere di formare menti capaci di sviluppare un pensiero originale e libero. Solo coltivando l’autonomia di pensiero e dando spazio a una riflessione intellettualmente onesta e indipendente possiamo sperare di affrontare le sfide del nostro tempo in modo consapevole e responsabile”.
L’autonomia di pensiero è indissolubilmente legata a quella dell’istituzione universitaria, perché, spiega Deflorian, «la libertà accademica garantisce il pluralismo, la neutralità e il dialogo, nonché l’accuratezza e l’obiettività dei risultati scientifici».
La parola è poi passata al testimonial della cerimonia, Andrea Nardelli, laureato nel 2008 in Economia all’Università di Trento e attuale direttore generale dell’Aquila Basket.
Rivolgendosi alle centinaia di giovani presenti in piazza, Nardelli ha citato Jack Kerouac per ricordare il momento di confusione dopo la laurea: «Mi piacciono troppe cose e mi ritrovo sempre confuso e preso a correre da una stella cadente all’altra». Alcune esperienze, però, hanno contribuito a rendere Nardelli la persona che è oggi. Il manager li ricorda associandoli ad alcune parole chiave: difficoltà, diversità, consistenza e valore.
Per parlare di difficoltà – ma anche di ‘sofferenze’ – facciamo un salto indietro al 2001, quando Nardelli si trasferisce negli Stati Uniti per frequentare il quarto anno del liceo: «Ripensandoci oggi – spiega – penso che sia stato uno dei momenti in cui il mio personaggio si è formato in modo significativo e per certi versi definitivo”.
La seconda tappa del percorso formativo – umano e intellettuale – è quella che lo porta a Budapest per l’Erasmus: «Era il 2005 e all’epoca Trento e il Trentino non erano ancora straordinariamente internazionali come lo sono oggi. Vivere in Ungheria con persone provenienti da tutto il mondo è stato incredibile.” Lì, in un ambiente così internazionale, Nardelli capisce l’importanza dell’università che «non è solo questione di libri di testo, lezioni e stage, ma crea un ambiente culturale effervescente per l’intera comunità».
Poi, l’incontro con l’Aquila Basket: «Ho iniziato come volontario. Mi occupavo praticamente di tutto tranne che di giocare a basket. Ho appeso cartelloni pubblicitari, attaccato adesivi, allestito campi… E nel frattempo ho avuto la straordinaria opportunità di viaggiare, incontrare persone, imparare e curiosare”. Questo è il consistenza per Nardelli, la capacità di avere costanza e mantenere il livello di prestazione nel tempo: «Questa qualità non si nasce, ma la si acquisisce: lavorando, studiando, incuriosindosi, confrontandosi, impegnandosi, fallendo, alzandosi e continuando a lavorare» .
L’intervento di Andrea Nardelli è proseguito con il concetto di “creare valore” che per il manager – e per l’azienda che dirige – è «contribuire a creare comunità migliori: più giuste, più inclusive e più sostenibili. Per un’azienda “creare valore” significa smettere di essere un prodotto del territorio per diventare un asset per il territorio”. Rivolgendosi alla piazza, ha ricordato: «Il profitto, o la vittoria, non possono essere gli unici parametri che determinano il nostro futuro. Non possiamo più permetterci un mondo come questo”. E ha concluso: «Adesso anche tu puoi incidere “dall’interno del sistema”. Non avere paura. Sii coraggioso. Tocca a voi”.
La cerimonia di laurea è proseguita con l’Inno alla Gioia e la consegna delle pergamene da parte di Flavio Deflorian e Francesca Demichelis, prorettore dal 2 aprile. Poi, la proclamazione dei medici e il lancio di cappelli e feluche.

Le coordinate della cerimonia
Erano 411 i nuovi medici presenti questa mattina in piazza. Hanno conseguito la laurea triennale da ottobre 2023 a marzo 2024 presso il Centro Agricoltura, Alimentazione e Ambiente e nei dipartimenti di: Biologia cellulare, computazionale e integrata; Economia e management; Fisica; Ingegneria civile, ambientale e meccanica; Ingegneria e scienza dell’informazione; Ingegneria Industriale; Filosofia e Lettere; Matematica; Psicologia e Scienze Cognitive; Sociologia e ricerca sociale; Facoltà di Giurisprudenza (Ceils – Studi Giuridici Comparati, Europei e Internazionali).
Oltre a loro, erano presenti anche tredici tra i migliori dottori di ricerca dell’anno solare 2022/2023: Valentina Amitrano (Fisica), Luigi Balasco (Scienze cognitive e del cervello), Riccardo Bertollo (Ingegneria dei materiali, meccatronica e dei sistemi), Giacomo Bracci (Economia e Management), Fabio Cassini (Matematica), Tommaso De Mari Casareto Dal Verme (Studi giuridici comparati ed europei), Francesca Fidelibus (Culture d’Europa. Ambiente, spazi, storie, arti, idee), Chiara Lago (Scienze biomolecolari) , Leonardo Menghi (Scienze agroalimentari e ambientali), Federico Mento (Informatica e Telecomunicazioni), Silvia Perzolli (Scienze cognitive), Francesca Poli (Ingegneria civile, ambientale e meccanica), Vanessa Ugolini (Studi internazionali).
La cerimonia è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Trento e la Provincia Autonoma di Trento.
Hanno partecipato l’Orchestra UniTrento e il Coro Polifonico diretto da Marco Gozzi, formato da studenti, docenti e personale dell’Università degli Studi di Trento.
Alla cerimonia era attivo il servizio Lis (Lingua Italiana dei Segni), gestito dall’Ens (Onlus nazionale per i sordi).

 
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