Domenicali tifa sempre per Imola. “Il Gran Premio non è a rischio. Spero che questa volta vinca Leclerc” – .

Domenicali tifa sempre per Imola. “Il Gran Premio non è a rischio. Spero che questa volta vinca Leclerc” – .
Domenicali tifa sempre per Imola. “Il Gran Premio non è a rischio. Spero che questa volta vinca Leclerc” – .

“Beh, in teoria dovrei essere imparziale, lo so. Ma io ho la mia storia e quindi la dico: spero che a Imola, che ritroviamo dopo l’alluvione del 2023, vinca la Ferrari di Leclerc…”

Stefano Domenicali torna a casa. Grande leader della F1 postmoderna, l’erede di Bernie Ecclestone non dimentica le sue radici. “Sono di Imola e da ragazzo entravo in circuito di nascosto, per evitare di pagare il biglietto – confessa –. Naturalmente adesso invito tutti a non imitarmi…”

Ieri mattina io e il Dom abbiamo incontrato gli studenti di Economia dell’Università di Modena. Tutto esaurito, a conferma di una realtà sorprendente: il pubblico dei Gran Premi ha cambiato pelle. Cioè, carta d’identità.

«È così, dal 2020 in poi l’età media dei fan è scesa da 50 a 35 anni. E c’è una crescita dell’interesse femminile di oltre il quaranta per cento».

Come hai fatto?

“Ci siamo aperti al mondo! C’è chi mi accusa di attentare alla tradizione dell’automobilismo, ma non è solo un’osservazione ingenerosa. È davvero sbagliato”.

Tradotto?

“Al centro di tutto restano le gare, le macchine, i piloti. Nessuno può negarlo! Noi, come Liberty Media, lavoriamo per offrire uno spettacolo spettacolare. Un Gran Premio deve essere un evento, un momento di aggregazione, di festa collettiva”.

Stile Super Bowl.

“In effetti, nel bel mezzo del Super Bowl, canta Springsteen o Beyoncé, ma a nessuno viene mai in mente di dire che la partita di football americano conta meno”.

Cosa mostrano i numeri?

“I ricavi sono più che raddoppiati. Abbiamo investito nel periodo più buio, quello del Covid. E continueremo su questa strada: innovazione, sostenibilità, rispetto della Storia, con la maiuscola”.

Ma può esistere una F1 compatibile con la transizione ecologica? Non c’è una contraddizione in termini?

“Affatto! Entro il 2030 la F1 sarà carbon neutral, con zero emissioni”.

Boom.

“Vedrai. Puntiamo sulla benzina sintetica per i propulsori. Per inciso, non credo che l’elettrico sia l’unica soluzione per le auto di serie. Un approccio dogmatico non è realistico, è necessario il pragmatismo. E contribuiremo, con le corse, a un cambiamento razionale”.

A proposito di GP: è vero che Imola e Monza rischiano di scomparire dopo il 2026?

“No, ma è vero che l’Italia, come Paese, deve fare un salto di qualità in termini di infrastrutture. Questo non vale solo per le piste. Poi, forte delle mie origini, farò di tutto perché Imola e Monza restino sulla mappa della F1. Ma non dipende da me”.

Vuoi parlare un po’ della Ferrari?

“Ahia…”

Domenicali, il team principal del Cavallino, avrebbe ingaggiato il quasi quarantenne Hamilton?

“Rispondo così: l’età nell’automobilismo di oggi non è un limite. Alonso è più vecchio di Lewis e fa cose splendide…”

Quindi la risposta è sì.

“Credo che per Hamilton la Rossa sia una sfida rigenerante. La crisi della Mercedes si trasformerà in uno stimolo”.

E Leclerc?

“Leclerc è molto forte. Se avessi ancora una Scuderia lo vorrei sempre con me”.

Sì, ma Verstappen vince sempre.

“Che è un fenomeno animato da una passione maniacale: quando non è in pista è al simulatore, non si arrende mai. Quest’anno però Sainz e Norris lo hanno battuto e spero che non siano gli unici”.

Adrian Newey si vestirà di rosso?

“Domanda da porre a Fred Vasseur.”

 
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