Siccità, limitazioni d’acqua per 114mila siciliani in 12 giorni: i divieti – .

Siccità, limitazioni d’acqua per 114mila siciliani in 12 giorni: i divieti – .
Siccità, limitazioni d’acqua per 114mila siciliani in 12 giorni: i divieti – .

In poco più di dieci giorni sono stati sottoposti a 114mila siciliani limitazioni nell’uso dell’acqua potabile. La stessa popolazione di una grande capitale come Siracusa. Il numero totale degli abitanti sottoposti a limitazioni idriche, secondo l’aggiornamento delAutorità di Bacino della Regione Siciliana del 15 maggio, salendo così a un milione e 65mila abitanti. Il 3 maggio erano 951mila. Pesano soprattutto Trapani e Mazara del Vallo, che vengono aggiunti alle maiuscole come Palermo, Caltanissetta ed Enna. Secondo quanto dichiarato Focus Sicilia da Enrico Foti, docente di Idraulica presso l’Università di Catania e membro della cabina di regia per l’emergenza idrica regionale,”è improbabile che le famiglie subiscano disagi di acqua potabile”. Allo stesso tempo, però, il Servizio informazioni agrometeorologiche siciliane (Sias) lo avverte le piogge di inizio maggio non sono bastate per ricostituire le scorte, costringendo i gestori a ridurre le scorte d’acqua. E sempre più Comuni si stanno mobilitando limitare l’uso dell’acqua potabile.

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Siccità, limitazioni e divieti

Tecnicamente lo è ordinanze sindacali “per il risparmio idrico”. A sua volta fondato suordinanza 01/2024 del Commissario dell’Autorità di Bacino Leonardo Santoro, pubblicato il 4 aprile, che indica “azioni e buone pratiche mirate a risparmio di acqua potabile e a riduzione dei consumi“. Non proprio un razionamento, ma la sostanza non cambia molto. All’ordinanza, infatti, è allegato il vademecum con le istruzioni azioni suggerite per risparmiare acqua. Da applicare soprattutto nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani, dove già a marzo era stato dichiarato lo stato di emergenza regionale. Tra le limitazioni espressamente richieste ai Comuni che pubblicheranno l’ordinanza, “annaffiare le piante di notte”, ma solo “se è assolutamente indispensabile farlo”. E ancora, si chiede non utilizzare acqua potabile per il lavaggio dei “veicoli privati” e delle “aree cortili e piazzali”, nonché “per gli alimenti fontane ornamentali, vasche e piscine“. In particolare per quest’ultimo, “la grave crisi che stiamo attraversando impone il non utilizzo“.

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Razionalizzare il consumo di acqua

Il manuale ne fornisce altri indicazioni per il risparmio idrico. Maggior parte richiama il buon senso, come “verificare l’efficienza dell’impianto idrico”, “non lasciare scorrere l’acqua inutilmente”, nonché “razionalizzare gli usi anche in cucina.” Il rischio sprechi è molto alto, dato che “tenere il rubinetto aperto significa lasciarlo scorrere 12 litri al minuto“. Anche gli elettrodomestici consumano risorse idriche. Pertanto si raccomanda di utilizzare i nuovi modelli “a risparmio energetico“, che permettono di “risparmiare il 50% di acqua e regolare il quantità erogata in base al carico“. Importante, poi, l’installazione di “sensori che riducono il flusso dell’acqua”, di “scacchi a doppio pulsante”, nonché la scelta di “preferire la doccia alla vasca“. La differenza è importante. “Nel primo caso vengono utilizzati 40 litri di acqua, mentre nella seconda si consumano tra 100 e 160 litri“. Sempre in tema di innovazione, “sistemi di raccolta delle acque meteoriche” nonché “sistemi di irrigazione temporizzata“.

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Lo stato di emergenza nazionale

Nell’ordinanza 01/2024 del Commissario dell’Autorità di Bacino non si parla di obblighi, ma di “misure utili per sensibilizzare al risparmio dell’acqua potabile“. Allo stesso tempo, però, si sottolinea che “i Sindaci dei Comuni delle province di Agrigento, Caltanissetta, Enna, Messina, Palermo e Trapani avrà cura di diffondere ai cittadini i contenuti del Vademecum”. Inoltre, “con proprie contingenti e urgenti ordinanze sindacali dovranno adottare l’ contenuti minimi ivi indicati“. Cioè i divieti di utilizzo dell’acqua potabile sopra menzionati. La loro attuazione dovrà avvenire “ai sensi dell’art D.Lgs 267/2000“, meglio noto come Testo unico degli enti locali. Al momento solo alcuni dei sindaci dei comuni interessati hanno applicato l’ordinanza, ma come detto il numero è in crescita. Per quanto riguarda lo stato di emergenza regionale sotteso all’ordinanza, il 6 maggio il Governo Meloni ha dichiarato stato di emergenza nazionale, stanziando 20 milioni per interventi strutturali.

 
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