Lecce, il procuratore onorario che si fingeva medico per palpare le donne: “Le spogliavo così”

Lecce, il procuratore onorario che si fingeva medico per palpare le donne: “Le spogliavo così”
Lecce, il procuratore onorario che si fingeva medico per palpare le donne: “Le spogliavo così”

LECCE – Si sarebbe spacciato per cardiologo – indossando addirittura un camice bianco – con l’intento di palpare i pazienti ignari e, ove possibile, filmarli a seno nudo con il cellulare. È finito agli arresti domiciliari l’avvocato Antonio Zito, 58 anni, residente a Lizzano, in provincia di Taranto, che all’epoca dei fatti era sostituto procuratore onorario presso il Tribunale di Lecce, con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Destinatario dello stesso provvedimento è stato anche Giovanni Vetrone, 60 anni, cardiologo dell’ospedale “Fatebenefratelli” di Benevento. Le misure sono state eseguite dai finanzieri del Nucleo di Polizia economica e finanziaria di Lecce, agli ordini del tenente colonnello Giulio Leo.

Nei giorni scorsi la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della difesa avverso l’ordinanza del Tribunale di Napoli che disponeva l’arresto di entrambi, limitato alla sola accusa di violenza sessuale di gruppo. Contro di loro, però, la Procura ipotizza anche i reati di illecita ingerenza nella vita privata, esercizio abusivo della professione: per Vetrone c’è anche la diffusione illecita di immagini a sfondo sessuale.

I fatti si riferiscono ad un periodo di tempo compreso tra ottobre 2022 e febbraio 2023.
Secondo le accuse contenute nell’atto di accusa le presunte vittime sarebbero tre. Ma non è escluso che possano essercene di più.

Vetrone avrebbe indotto i pazienti a spogliarsi, lasciandoli a seno nudo, palpeggiandoli con il pretesto di dover posizionare gli elettrodi durante una visita specialistica. In alcune circostanze Zito avrebbe solo assistito, in altre avrebbe partecipato attivamente alla visita nel ruolo di “collega” del cardiologo. Con la scusa di permettere al cardiologo di trovare il cuore, ha anche palpato il seno della paziente.

In un caso l’avvocato ha addirittura filmato – ovviamente di nascosto – una donna incinta. “Ho chiamato questa”, avrebbe precisato il cardiologo: secondo i giudici, la scelta sarebbe ricaduta su di lei perché “corrispondeva ai requisiti ricercati dagli autori del delitto di gioventù e di prosperità”.

Un altro paziente, al momento non ancora identificato, sarebbe stato palpeggiato e toccato nella zona pubica. Pazienti, quindi, ma non solo. Perché i magistrati sostengono che Vetrone abbia filmato – posizionando una telecamera nel bagno dell’ospedale – anche un’infermiera, mentre si toglieva camice e biancheria intima per espletare bisogni fisiologici. Il video verrebbe poi inviato a Zito tramite WhatsApp. I giudici del riesame attribuiscono particolare valore probatorio ad una conversazione telefonica tra Zito e un suo conoscente, in cui l’avvocato dice: allora gli altri ehh erano tutti una certa età anche se una coppia, non erano male diciamo, un …era una bella ragazza grassa, me la fece toccare tutta, perché me lo disse e allora gliela presi in mano e niente. Gli scatti li ho fatti sia con il cellulare che con il router…ovviamente quello che ho fatto in mano con il cellulare non si vede perché l’ho appoggiato…”.

Tra le persone offese compare anche il nome di un giovane praticante dell’ordine degli avvocati di Taranto.

Inizialmente il gip aveva respinto la richiesta di arresto nei confronti dei due, ritenendo che le intercettazioni elettroniche – avviate grazie a un trojan – non potessero essere utilizzate perché disposte nell’ambito di un altro procedimento, che vede Zito indagato dalla Procura di Potenza. per presunti reati relativi al suo ruolo di sostituto procuratore onorario, funzione che non ricopre più.

Il pubblico ministero aveva presentato ricorso e il riesame dello scorso dicembre aveva disposto la messa agli arresti domiciliari per entrambi, ma relativamente solo all’ipotesi di violenza sessuale di gruppo. Il provvedimento è stato eseguito dopo il verdetto della Corte di Cassazione, ma la Procura ha proposto nuovo ricorso in relazione al provvedimento non concesso per le altre accuse contestate. Le indagini sono ancora in corso, tanto che nel fascicolo sono state inserite le denunce delle presunte vittime.

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