COSENZA – Prosegue a Palazzo Arnone la mostra dedicata all’artista Antonio Pujia Veneziano – .

La mostra prosegue con successo a Palazzo Arnone a Cosenza Natura, dedicato all’artista Antonio Pujia Veneziano.

L’evento è stato promosso dall’associazione Aleph ArteAps in collaborazione con il Direzione Regionale dei Musei della Calabria, diretto dal Dott. Filippo Demma. La mostra, di alto valore artistico e culturale, si inserisce integralmente nel contesto delle attività contemplate dall’ Codice dei beni culturali e del paesaggio, che prevede forme e modalità per l’utilizzo non oneroso di beni mobili e immobili per eventi ed iniziative temporanee di grande valore.

Alla presentazione della mostra, erano presenti, oltre all’artista: il Dott Rossana BaccariDdirettore della Galleria Nazionale e i curatori prof. Andrea Romoli Barberini professore di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli e il Dott. Domenico Piraina Direttore del Palazzo Reale di Milano.

Gli interventi miravano a sottolineare il lavoro di oltre cinquant’anni di ricerca dell’ Antonio Pujia Veneziano che, pur operando lontano dai circuiti artistici accreditati, in cui gli artisti vengono più facilmente e più spesso premiati dal mercato e dal successo, si è distinto tra gli addetti ai lavori per il suo linguaggio attuale e originale.

Direttore Rossana Baccari si è soffermata sul ruolo del Museo come luogo privilegiato di ricerca, sperimentazione, dibattito pubblico e incontro comunitario e sull’importanza di poter ospitare la mostra di un importante artista contemporaneo del calibro del veneziano Antonio Pujia nella Galleria Nazionale di Cosenza, in cui sono esposte le opere dei più importanti pittori nati in Calabria e artisti napoletani, insieme al nucleo costituito dalle opere di Mattia Preti e Luca Giordano, senza dimenticare la sezione di opere grafiche di Umberto Boccioni e le varie collezioni, fino alle espressioni dell’arte contemporanea del territorio.

In particolare, Domenico Piraina, ha rimarcato che «Pujia, intellettualmente e filosoficamente consapevole di un così netto cambiamento d’epoca, intraprende il suo personale itinerario nomade: parte dalla cultura contemporanea e arriva all’arte primordiale e ancestrale dove ritrova il gesto e il segno; spazza via il superfluo, le superfetazioni, le costruzioni razionali e si identifica con gli aspetti primari dell’azione umana: il gesto e il segno, costituenti primari della pittura. Entrambi simboli di vita ed esistenza, rappresentano “l’essere nel mondo”, il movimento e la sua impronta, l’esecuzione e la trascrizione della volontà e dell’idea”.

Andrea Romoli Barberini, ha sottolineato l’originalità del linguaggio dell’artista, precisando che: “Esprimere pittoricamente il concetto di natura è per Pujia Veneziano quasi un pretesto pittorico per cimentarsi in una complessa e personalissima declinazione della rappresentazione che nel negare, con l’astrazione, il l’antico principio mimetico, da lui adottato fino agli anni Ottanta con il genere paesaggistico, ricerca ormai da anni le cause prime, fondanti, originarie di quella stessa natura e delle sue segrete dinamiche

generativo e vitale. La matrice informale dei suoi abbozzi e dei suoi impasti, di densità variabile, destinati sia alla carta che alla tela, e dominata dall’infinita e sapiente scala di grigi, è infatti spesso funzionale alla restituzione di spazi profondi abitati da segni semplici ed enigmatici ad una tempo che rimanda a forme latenti e simboli ancestrali. Un dipinto quindi, questo di Pujia Veneziano, che appare caratterizzato da una profonda spiritualità, talvolta sottolineata dall’uso del blu e dell’oro, e che, come nel suo Divulgazioni, sembra voler mostrare e dimostrare i segreti equilibri del caso e del caos. “

Lungo il percorso espositivo si possono ammirare opere significative appartenenti ai diversi periodi dell’artista: dipinti su tela e carte su tela di varie dimensioni insieme ad alcune preziose ceramiche, sui temi della Natura e della sensibilità ambientale attuale, ma diffusa, filtrata attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea.

Antonio Pujia Veneziano (Monterosso Calabro VV, 1953) è un artista ormai conosciuto a livello nazionale e dalla critica di settore, avendo sviluppato un pregevole curriculum espositivo. Da molti anni porta avanti progetti basati sullo scambio e sull’integrazione, promuovendo anche eventi artistici in luoghi socialmente aperti e intessendo un profondo legame con la cultura a cui appartiene.

Tratto distintivo di tutta la sua opera è la pittura d’avanguardia, insieme ad uno sviluppo espressivo legato all’esperienza ceramica, che da un linguaggio segnico-gestuale si è evoluto nel tempo verso una dimensione più essenziale e minimale.

Antonio Pujia Veneziano affianca all’attività artistica l’interesse per la didattica dell’arte e nel 2008, su invito del microfonoMuseo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, ha preso parte come relatore alle giornate di studio sui laboratori didattici ispirati alla metodologia di B. Munari. Nel 2015 hai curato il Laboratorio d’Arte Pubblica “Campagna, Memoria Identitaria e Poetica dei Luoghi” realizzato nel Borgo di Bova (RC) e per il Sezione Urbana del Museo della Lingua Greco-Calabrese “Gerard Rohlfs”. ha realizzato diverse opere in ceramica. Tra queste, l’installazione “Pirgos, ceramiche parlanti”, esposta anche nella mostra “CHAGALL, la Bibbia”, curata da Domenico Piraina nel 2021, presso il Complesso Monumentale di San Giovanni (CZ).

Nel 1992 gli è stato conferito il Borsa di studio per le Arti Visive (Progetto Internazionale Civitella D’Agliano, VT), partecipando al simposio residenziale internazionale per artisti europei. Inoltre tra le varie mostre ricordiamo: 13 x 17 – Padiglione Italiamostra itinerante a cura di P. Daverio – 2007; Ritorno@Itaca, (Fondazione Mudima, Milano – 2010); 54a Biennale di Venezia – Padiglione Italia, a cura di V. Sgarbi (Villa Zerbi, Reggio Calabria – 2011); Segni Tempo Spazio (Mostra personale antologica – Castello Ducale di Corigliano Calabro – 2015) a cura di A. Masi; Purezza dei segni (Mostra personale – MAON (Museo delle Arti dell’Ottocento e del Novecento, Rende – 2016) a cura di T. Sicoli e A. Romoli Barberini; Contributi al Novecento, da Boccioni ai contemporanei. La collezione Maón (Fondazione Stelline, Milano – 2018) a cura di T. Sicoli e B. Corà; Atelier n.1 – Progetto Macro Asilo (Macro – Museo d’Arte Contemporanea di Roma, 2019) con la direzione artistica di G. de Finis.

Innumerevoli sono le opere in ceramica realizzate nell’ambito di progetti socio-educativi ed eventi artistici pubblici e partecipativi. Molte delle sue opere sono state acquisite da importanti musei e documentate in prestigiose collezioni pubbliche e private. (rcs)

 
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