Tra note e buon cibo è andato in scena l’omaggio a Giuseppe Verdi al Circolo dell’Unione – .

Duello a tavola tra Piacenza e Parma nel nome di Giuseppe Verdi. Il Circolo dell’Unione, presieduto da Stefano Sfulcini, ha ospitato la sfida dell’ultima ora tra Marco Corradi, autore del libro “Verdi non è di Parma”, e due soci del Club dei 27 di Parma: Rossano Rinaldi e Massimo Galli.

Il regista e produttore Giorgio Arcelli ha condotto la serata, accompagnato dalla musica al pianoforte del Maestro Elio Scaravella e del basso Agostino Subacchi, con la partecipazione straordinaria dello stesso Giuseppe Verdi, interpretato dal veterinario e allevatore di Baselica Duce Piero Carolfi, fondatore, con numerosi amici del parmense e del piacentino, dell’associazione “Amici del Tabarro”, che ogni anno rievoca antichi mercatini, sagre e iniziative, partecipando alle ricorrenze verdiane di Busseto.

A celebrare il lato gourmet di Verdi anche la cena preparata dagli chef Massimo Rossi (per il Circolo dell’Unione) e Alberto Paganuzzi e Attilio Cò, primo Presidente e secondo consigliere dell’Accademia della Cucina Piacentina. Dopo un’attenta selezione, tra le tante ricette tramandate dalla cuoca di Verdi, Ermelinda Berni, gli chef hanno proposto un menù che fosse il giusto equilibrio tra i prodotti tipici parmensi e piacentini.

L’antipasto prevedeva una focaccia al rosmarino con spalla cotta di San Secondo e le tre DOP piacentine: coppa, pancetta e salame, accompagnati da giardiniera; seguito dal risotto agli asparagi, perché il Maestro amava le verdure di stagione, e i risotti in genere. Da qui “Pollanca alla Strepponi”, perché il pollaio adiacente a Villa Verdi era vasto e ben tenuto, con galline, galline, anatre, faraone, oche. Così questa “pollanca” (coscia di pollo), dopo essere stata “rosolata” in padella con olio extravergine di oliva con sedano e carote, proseguiva la sua cottura con la cipolla (precedentemente stufata a lungo) e poi veniva aggiunta la crema di latte; il tutto, a fine cottura, veniva adagiato su una rustica purea di patate. Infine la spongata di Monticelli D’Ongina (ma anche di Busseto), dolce di antica tradizione ebraica, servito con una coulis di fragole. Il tutto abbinato ai vini piacentini di Tenuta Ferraia, Ortrugo e Gutturnio frizzante. Insomma, in nome della buona tavola, ogni ostilità veniva superata in nome di Verdi.

 
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