“La top five della frutta Biodiversa, antiche varietà riscoperte nella Granda” – .

“La top five della frutta Biodiversa, antiche varietà riscoperte nella Granda” – .
“La top five della frutta Biodiversa, antiche varietà riscoperte nella Granda” – .

La mela è la regina della biodiversità sulle tavole italiane con quasi 1.400 varietà, di cui 400 solo in Piemonte, davanti alle pesche, con circa 1.300 varietà, e alle pere che sono oltre 600. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti che, in occasione della Giornata mondiale della biodiversità che si celebra il 22 maggio, ha stilato la top five delle specie più presenti nelle abitudini di consumo dei cittadini, sulla base dell’elenco delle piante da frutto iscritte al registro nazionale. Al quarto posto ci sono le ciliegie che vantano oltre 500 varietà, subito davanti alle fragole, che sono poco meno di mezzo migliaio.

Numeri che confermano il ruolo del nostro Paese come leader europeo nella biodiversità con il territorio nazionale che ospita la metà delle specie vegetali e circa 1/3 delle specie animali presenti nel Vecchio Continente.

“Un primato garantito dal lavoro costante degli agricoltori che hanno salvato dall’estinzione molte varietà di frutta che altrimenti sarebbero state abbandonate. Gli agricoltori hanno puntato sulla distintività e sulla riscoperta delle antiche varietà locali per affrontare il mercato globalizzato e standardizzato creando sistemi economici locali attorno al valore del cibo” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.

Tra le antiche varietà di mele coltivate nella provincia di Cuneo e in via di estinzione ci sono la Buras, la bianca Calvilla, la Carla, la Dominici, la Gambafina, la Grigia di Torriana, la Magnana e la Runsè, tutte conservate presso la Scuola Malva Arnaldi di Bibiana. Nel nostro territorio – spiega la Coldiretti Cuneo – sono state recentemente riscoperte antiche varietà di frutta che sono riuscite a conquistare quote di mercato, come la pera Martin Sec, la pera Madernassa e la pesca Michelini. Senza dimenticare l’albicocca tonda di Costigliole, la susina siriaca detta “ramassin” o “dalmassin”, coltivata nella provincia di Cuneo fin dall’anno Mille, e la susina di Santa Clara, varietà oggi conosciuta nel mondo come Stanley ma di Franco -Piemontese, scoperto nella seconda metà dell’Ottocento.

“Da veri custodi del territorio, gli agricoltori svolgono un ruolo cruciale nella gestione sostenibile delle risorse naturali e rappresentano un argine alla perdita di specie vegetali e animali, espressione della varietà e della ricchezza delle nostre terre” sottolinea il Direttore della Coldiretti Cuneo , Fabiano Porcu.

I punti vendita delle aziende agricole di Campagna Amica e i mercati contadini promossi dalla Coldiretti hanno contribuito alla sopravvivenza di molte varietà, garantendo loro uno sbocco commerciale senza il quale non sarebbero mai sopravvissute alle regole delle moderne forme di distribuzione.

Ciò che però pesa sulla biodiversità – precisa la Coldiretti Cuneo – sono gli effetti dei cambiamenti climatici che, oltre al maltempo e alla siccità, hanno favorito la diffusione nel nostro Paese di insetti e organismi alieni che hanno causato danni per oltre un miliardo di euro in la campagna, a partire proprio dai frutteti.

 
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