“Perché non utilizzare strutture pubbliche abbandonate e appartamenti sfitti?” – .

“Perché non utilizzare strutture pubbliche abbandonate e appartamenti sfitti?” – .
“Perché non utilizzare strutture pubbliche abbandonate e appartamenti sfitti?” – .

TRENTO. Strutture pubbliche dismesse, appartamenti sfitti ed edifici abbandonati di proprietà di Curia, Comune e Provincia come soluzione all’emergenza abitativa delle famiglie con minori richiedenti protezione internazionale.

Pochi giorni fa l’assessore al welfare comunitario del comune di Trento Alberto Pedrotti aveva detto, presentato in anteprima a Il Dolomiticome questi nuclei negli ultimi anni sono stati gestiti esclusivamente dal comune di Trento (anche dal punto di vista economico), quando la competenza è invece provinciale (ARTICOLO QUI). E poi, in via Belenzani hanno detto “basta”, Con tanto di avvertimento inviato a piazza Dante.

Da qui l’interrogazione presentata dalla consigliera provinciale dell’Alleanza della Sinistra Verde, Lucia Coppolache porta la questione in Aula, per evitare che, presto i bambini si ritroveranno a dormire per strada.

“Sono sempre più numerosi – scrive in una nota ufficiale – famiglie con minori senza dimora. Si tratta di richiedenti protezione internazionale, che arrivano via terra dopo lunghi viaggi della speranza, ma anche famiglie residenti in Trentino che hanno perso la casa per vari motivi. Attualmente sono 15 le famiglie con minori senza dimora che hanno trovato ospitalità, a spese del Comune di Trento, in ostelli e alberghi. Adesso il Comune di Trento non riesce più a sostenere le spese e chiede interventi urgenti alla Provincia, altrimenti i bambini (e le loro famiglie) finiranno sulla strada. Una situazione che non può essere tollerata”.

Ecco allora la proposta di Lucia Coppola, con le critiche alla Provincia per il “taglio” ai percorsi di accoglienza.

“Il Trentino vanta un patrimonio edilizio pubblico e privato inutilizzato – prosegue il consigliere provinciale –, che è costituito da strutture pubbliche dismesse, appartamenti sfitti da anni, interi edifici abbandonati. Un patrimonio edilizio nelle mani di Curia, Comune e Provincia. Mi chiedo se ci sia davvero la voglia e la volontà di risolvere questo problema e assumersi le responsabilità che ne derivano. La Provincia, i cui numeri di accoglienza attuali sono adeguati, non investe sui programmi di accoglienza, anzi li taglia, insiste nel dire no all’accoglienza diffusa”.

Ecco infine la richiesta di spiegazioni al presidente Fugatti, non solo sull’attualità, ma anche sul futuro.

“Interrogo il presidente della Provincia – conclude Coppola – per sapere come intende affrontare il problema innanzitutto di queste 15 famiglie che, con i loro figli, rischiano di finire sulla strada e anche di quelle famiglie che inevitabilmente, viste le politiche di non accoglienza finora portate avanti, nel nel prossimo futuro si troveranno in situazioni di simile emergenza”.

 
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