“Società parallela creata con 1,2 milioni di euro di ricavi nascosti al fisco” – .

“Società parallela creata con 1,2 milioni di euro di ricavi nascosti al fisco” – .
“Società parallela creata con 1,2 milioni di euro di ricavi nascosti al fisco” – .

DiEnea Conti

L’azienda di Lugo di Romagna è stata vittima di tre dipendenti che, con l’accesso abusivo al sistema informatico, avevano creato una realtà parallela in Marocco: “Volevano rubare quote di mercato”. Fisco evaso per 130mila euro

Avrebbero rubato i disegni tecnici di più di 1.000 progetti per la realizzazione di macchinari per la produzione di sistemi industriali – compresi dispositivi di confezionamento e taglierine – la Ipm di Lugonel ravennate, che conta poco meno di cinquanta dipendenti e vanta un fatturato di oltre 23 milioni di euro.

Ma non solo, avrebbero anche rubato alcuni materiali utilizzati per la costruzione dei macchinari presenti nell’azienda, con l’unico scopo: creare un società parallela fantasma e avviare la produzione di macchinari del tutto simili a quello della ditta di Lugo per il furto quota di mercato all’azienda per chi hanno lavorato.

Dipendenti sleali hanno rubato progetti alla società Ipm

Si tratta di tre dipendenti Ipm, un italiano e due cittadini originari del Marocco, coadiuvato dal padre di questi ultimi due, esterno all’Ipm. Dopo le indagini della Guardia di Finanza sono ritenuti responsabili di diversi reati, tra cui l’accesso abuso del sistema informatico, che di fatto ha consentito il furto dei progetti, il furto aggravato per quanto riguarda il furto di materiali. E infine anche l’autoriciclaggio, reato legato all’a seconda linea di indagine effettuato dalle Fiamme Gialle di Ravenna ma coordinato dalla Procura di Bologna.

Il progetto di creare un mercato “parallelo” in Marocco

Perché l’azienda creata appositamente per avviare la produzione di macchinari, beneficiando del know-how rubato alla società, aveva sede in Marocco. L’obiettivo sarebbe stato quello di operare nell’ombra per quanto riguarda le vendite.

Un’ombra lunga che nella mente di chi ne ha fatto parte, che avrebbe dovuto far passare inosservato il mercato illecito parallelo dei macchinari e allo stesso tempo avrebbe dovuto nascondere agli Tassa italiana i profitti maturati da attività produttive e commerciali illecite (illecite perché entrambe conseguenti ai due reati di accesso illecito a sistemi informatici e furto aggravato). I macchinari commercializzati dall’azienda “marocchina” appunto replicato le caratteristiche tecniche dell’«originaria» Ipm.

Fisco evaso per 130mila euro: tutto è partito dalla denuncia

A seguito della verifica fiscale, che ha riguardato i periodi d’imposta dal 2017 al 2020è emerso che la società “marocchina” per quasi non ha dichiarato i ricavi al fisco italiano 1,2 milioni di euro ed ha evaso le tasse per circa 130mila euro. Le indagini erano già state avviate lo scorso anno: nell’ottobre 2023 la Procura di Bologna aveva ordinato il sequestro preventivo di 325mila euro.

Tutto è iniziato quando l’azienda di Lugo ha denunciato alla Finanza la scomparsa del materiale utilizzato per produrre i macchinari e movimenti sospetti nel software che “custodisce” i progetti. Ed erano emersi anche forti sospetti dall’andamento del mercato di riferimento dell’IPM stessa.


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23 maggio 2024 (modificato il 23 maggio 2024 | 12:16)

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