agli arresti domiciliari in Ungheria fino alla fine del processo – .

agli arresti domiciliari in Ungheria fino alla fine del processo – .
agli arresti domiciliari in Ungheria fino alla fine del processo – .

La mattina di giovedì 23 maggio, Ilaria Salis ha lasciato la prigione di Budapest dove era detenuta da oltre 15 mesi. La docente, 39 anni, è stata trasferita presso l’abitazione di un privato cittadino nella capitale ungherese, dove sconterà la misura cautelare arresti domiciliari aspettando la fine del processo.

La notizia è stata diffusa da fonti legali. La donna è uscita dal carcere da un’uscita secondaria per evitare telecamere e giornalisti. Il pagamento del deposito cauzionale 40mila euro, l’elemento necessario per uscire dal carcere, è stato effettuato e alla terza udienza prevista per venerdì 24 Salis si presenterà con il braccialetto elettronico, che dovrà indossare per tutto il tempo della permanenza nel domicilio designato. Intanto sono sbarcati in Ungheria i suoi avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini. La richiesta di arresti domiciliari è stata accolta il 15 maggio dai giudici del tribunale ungherese di secondo grado, dopo il rigetto deciso nell’udienza del 28 marzo.

In quell’occasione i suoi legali espressero soddisfazione, ma sottolinearono anche che “la battaglia continua”. La notizia è stata riferita alla Camera dei Deputati dal ministro degli Esteri Antonio Tajaniche ha spiegato come sia stato il risultato di “UNazione sinergica” al quale hanno preso parte sia il governo che l’ambasciata italiana in Ungheria. Soddisfazione è stata espressa anche dal capo della Giustizia Carlo Nordio.

Il 20 marzo, giorno in cui è iniziata la procedura di pagamento della cauzione, l’insegnante 39enne ha rilasciato un’intervista a Premere in cui si diceva “vittima di aingiustizia” e ha sostenuto che “la storia è dalla mia parte”. Quando le è stato chiesto se si sentisse o meno sostenuta dal governo, la donna ha risposto “Piuttosto non rispondere”. Ilaria Salis, candidata alle elezioni europee con Alleanza verde e sinistraha inoltre affermato che “Se sarò eletto, farò in modo che coloro che si trovano in situazioni di ingiustizia come la mia non siano lasciati soli. Credo che sia importante dare visibilità e voce al mondo delle carceri” e ha promesso di dare voce al tema “protezione di diritti fondamentali della persona”.

Due giorni dopo, il padre del maestro Roberto Salis, da molti considerato il “megafono” della figlia per la campagna elettorale, finito sotto i riflettori per essersi sfogato contro l’ex senatore di Fratelli d’Italia Achille Totaro nella puntata di Entro martedì.

Quando Totaro ha sottolineato il fatto che la Procura sostiene che il 39enne lo abbia attaccato oppositori politici, Roberto Salis lo ha accusato di diffamazione e di aver detto “stupido che non hanno alcuna attinenza con gli atti del processo”.

 
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