La questione è quella di cui abbiamo parlato tante volte: il diritto alla casa. Questa volta il passo dell’amministrazione comunale di Sesto San Giovanni è ancora più forte: vuole vendere e quindi liberare un intero stabile dove vivono da anni più di 100 persone, la “Casa Albergo” di via Fogagnolo, di proprietà del Comune, che da anni serve ad attutire i colpi della speculazione immobiliare.
Così sabato 25 è stata indetta una manifestazione, che è partita dall’edificio minacciato e si è lentamente fatta strada fino alla piazza del Comune. Circa 300 persone, alle quali si unirono gli intramontabili e utilissimi Ottoni a Scoppio.
Gli striscioni sono tanti, ma uno in particolare spicca: fatto di carta e rinforzato con nastro adesivo, scritto da mani inesperte, retto da quei cittadini che vivono in prima persona la pesante incertezza del futuro.
Tanti gli interventi infine: diverse persone direttamente coinvolte in questo o altri possibili sgomberi, attivisti di Sesto, il sindacato Unione Inquilini, la rete Ci Cerchi di Milano (minacciati di sgombero anche loro nella loro ultima occupazione resistente, quella di via Fracastoro 8 ), alcuni politici dell’opposizione.
La questione è molto chiara: i poveri sono fuori da Sesto San Giovanni, siano essi immigrati o italiani.
Nessuna pietà, non solo per chi non ha redditi sufficienti o contratti di lavoro che gli permettano di affittare una casa sul mercato (tantomeno un mutuo), ma anche per chi ha figli o disabili a carico. Un consiglio spietato (guidato dalla Lega).
Cosa succederà adesso? Tutti gli interventi hanno ribadito l’importanza di restare uniti, di darsi sostegno e sostegno reciproco. Resistere.
Ma i numeri lo permetteranno? Non è affatto scontato.
Il vero timore è che un simile consiglio possa “incidere” su manifestazioni come quella di ieri.
Il prossimo sarà sotto la Prefettura di Milano: avranno più orecchie disponibili?
In passato la vivace unione dell’Unione Inquilini ha fatto appello e ha vinto anche in Europa. Conteranno i risultati che arriveranno tra due settimane? L’Europa sarà più vicina o più lontana?
La realtà è che la forza, la linfa vitale per questa lotta, i comitati e il sindacato dovranno attingere dal proprio territorio; se la manifestazione di sabato è stata utile e importante, occorre saper “mordere” di più.
Foto di Andrea De Lotto