A2 Salvezza – Il Nardò crolla ad Agrigento, Chiusi vince e si porta al secondo posto – .

L’Hdl Nardò Basket scrive una delle pagine peggiori della sua storia recente, perdendo malamente sul campo della Moncada Energy Fortitudo Agrigento nell’andata di ritorno salvezza della squadra e complicando notevolmente il percorso di difesa della A2. Difficile capire cosa sia successo nella mente e nelle mani della squadra granata durante questa trasferta alla Valle dei Templi, apparsa apatica fin dai primi possessi e sconnessa dalla realtà di una sfida che richiedeva un approccio ben diverso. Il terribile 51-18 con il quale si va al riposo lungo È una questione di psicologia piuttosto che di strateghi del basket. I siciliani bissano il successo dell’andata, battendo ancora una volta il Toro con una difesa asfissiante e un giro di palla vertiginoso. La salvezza sembrava un obiettivo alla portata della squadra di casa più che di quella ospite, una questione non trascurabile e un problema da risolvere nei prossimi giorni in casa Granata.

La partita. L’avvio è da incubo, i tiratori granata falliscono ripetutamente (a parte un tiro libero di Iannuzzi). I siciliani vanno 8-1 con il minimo sforzo. Dalla panchina proviamo a ripararci mandando sul parquet prima Ceparano e Nikolic, poi anche Smith. Il Nardò continua a non segnare, l’Agrigento sì. Si va al 15-1, poi tornano Ferrara, Nikolic e Smith a spostare la porta dalla lunetta. La difesa aggressiva della Fortitudo e la mira a dir poco sbilenca degli ospiti indirizzano la gara. Il primo canestro su azione dell’Hdl arriva dopo 9 minuti con La Torre, è quasi un film dell’orrore. Il primo quarto finisce 25-8.

Sperduto colpisce subito dal perimetro, canestro e tiro libero extra. Moncada si invola davanti ad un avversario inerte. Il primo sussulto è arrivato con due centri consecutivi di Baldasso e Nikolic, un fuoco di paglia. Ambrosin incredibilmente “dimenticato” con i piedi sull’arco, canestro e +22 Moncada. È la sintesi della sfida. Il confine tra sconfitta e follia è stato ampiamente superato prima della metà della gara. La notizia è sconfortante. Il Toro colleziona errori in ogni zona del campo. Dalmonte rimescola continuamente il quintetto alla ricerca di soluzioni, ma i suoi uomini in Sicilia non sembrano essere affatto arrivati. Il punteggio all’intervallo è un apocalittico 51-18, il resto dei numeri è ancora peggio: 3/15 da 2, 2/14 da 3, 1 punto su 2 per gli americani, 18 punti in totale. 20 minuti clamorosamente imbarazzanti.

Stewart jr. sblocca. in avvio di terzo quarto, poi segna anche Iannuzzi. Questa volta è l’Agrigento a restare al palo per quasi 4 minuti. Ma l’equilibrio su cui sembra poggiare ormai la partita non serve a molto al Nardò. Moncada amministra con sufficiente lucidità, del resto è impossibile tenere il passo con il ritmo fantascientifico dei primi due spezzoni. Il solito, infallibile, Sperduto cerca comunque di guadagnare di più. I palloni d’aria dei granatari descrivono perfettamente la condizione di una squadra in grave crisi psicologica, svuotata, incapace di entrare in partita. Il terzo quarto si chiude 69-43.

Era inaccettabile aver lasciato la posta in palio agli avversari anni luce prima della sirena. Una partita di questa importanza si può perdere, è chiaro, non si può buttare via non giocando i primi due quarti. Nell’ultimo Hdl recupera qualche punto, ma serve solo per la gloria. Il pilota decide di interrompere la lenta ascesa dei granata chiamando time out sul 74-59 e 3’29” da giocare. Un finale che accresce il rammarico per il primo tempo di gara. La Fortitudo controlla senza troppi patemi. Il punteggio finale è 81-68, punteggio che non spiega del tutto la pessima prestazione dell’Hdl.

A completare la domenica nera, la vittoria del Chiusi che va anche alla Roma e raggiunge il Toro in classifica. Ma paradossalmente guardare la classifica è ormai un esercizio secondario. Occorre anzitutto un severo e rapidissimo esame di coscienza. Oltre che uno scatto d’orgoglio, da parte di uomini e professionisti.

 
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