a Viterbo per creare uno spazio d’arte e di opportunità – .

a Viterbo per creare uno spazio d’arte e di opportunità – .
a Viterbo per creare uno spazio d’arte e di opportunità – .

Hawa Said è un’artista in ogni ambito della sua vita. Di origini somale, originaria di Mogadiscio, possiamo considerarla una figlia d’arte: padre scrittore e madre artista, anche se non di professione.
Oggi è titolare della bella ed elegante galleria d’arte a Viterbo in via Saffi 19, Artemiro, uno spazio che racchiude le opere di molti artisti nazionali e internazionali di altissimo livello, come Sandro Trotti – artista contemporaneo considerato uno dei più grandi testimoni della cultura artistica italiana – suo maestro, grande amico e marito.

  • Quando è iniziata la tua passione per l’arte?

Coltivo questa passione da quando ricordo. Sono nata in mezzo all’arte perché mio padre era uno scrittore e mia madre, pur non svolgendo come professione un mestiere artistico, aveva una grande passione per i tessuti, li realizzava e li dipingeva personalmente, da sola.
Ricordo anche che da piccola, con la carbonella del fuoco, facevo scarabocchi ovunque: l’arte è una cosa mia e cercavo di coltivarla a modo mio attraverso le opere di altri grandi artisti, della mia famiglia, di mio marito e molto altro ancora .
Anch’io sono un artista di formazione e ho scelto di prediligere la mia primordialità, essendo africana. Penso infatti che in questo settore serva prima la conoscenza per poi poter scegliere: bisogna saper disegnare e dipingere, conoscere il valore dei colori, dei segni, conoscere la storia dell’arte. Ho sempre girato per musei, consumando le scarpe per andare a vedere quante più cose possibile.
Con la gallery voglio portare questa bellezza anche a Viterbo, così come in tutta la Tuscia – vivo a Caprarola dove ho già portato tante persone, come Ennio Morricone, Luis Bacalov e Nicola Piovani, e continuerò qui. Vogliamo comunicare positività e bellezza, perché crediamo che l’arte sia una delle cose più essenziali nella vita. L’arte è qualcosa che ci innaffia l’anima, ci consola.

  • Quali sono gli elementi che ti ispirano ogni giorno?

Donne.
Un’altra mia passione sono le donne, decisamente sottovalutate sotto molti punti di vista. Le donne sono madri, materne e poi anche nell’arte vengono sottovalutate perché sono molte più le donne che fanno arte rispetto agli uomini.
Siamo qui anche per promuoverli, perché sono, secondo me, una risorsa in più per la comunità: siamo creativi e abbiamo davvero molto da dire e da mostrare.

  • Che emozioni hai provato nell’aprire la Galleria Artemiro?

Dopo tanti anni aprire una galleria e fare una mostra che ha avuto un grande successo è stato davvero esplosivo, eccezionale. Ci ho messo un po’ a scegliere, molti mi consigliavano Roma o altri posti, ma il mio desiderio era aprire a Viterbo, capoluogo della Tuscia, una città bellissima e ricca di storia.
Abbiamo appena iniziato, due mesi fa, ma abbiamo già un calendario pieno di cose da fare. Giovedì 23 maggio, ad esempio, è stata inaugurata la mostra di mio marito al Palazzo degli Alessandri in Piazza San Pellegrino. È la prima volta che Viterbo accoglie una mostra di Sandro Trottiquindi è una notizia importante.
Trotti è stato sia il mio maestro che un grande amico dal primo giorno in cui sono arrivato a Roma, poi sono diventato anche il suo modello. Ci frequentiamo ormai da trentaquattro anni e volevo portare le sue opere nella città che mi ha accolto.

  • La Galleria Artemiro espone artisti delle diverse tendenze espressive dell’Arte Moderna, come selezionateli?

Per prima cosa valuto professionalità e qualità, devono essere artisti professionisti. Non abbiamo grandi aspettative, siamo una piccola galleria, ma proprio per questo mi concentro su questi elementi. Sono essenziali e tutto il resto non ha importanza: da dove vengono, chi sono, non importa quanti anni hanno.
Siamo qui per abbellire Viterbo, dare un po’ di colore. Ho scoperto, vivendo e lavorando lì, che in realtà è una città che ha avuto una storia artistica infinita.

  • Cosa ti ha portato a scegliere Viterbo e via Saffi?

Vivendo a Caprarola la scelta è stata in realtà molto semplice. Mi piace Viterbo e vorrei che diventasse un punto di riferimento per l’arte. E amo alla follia la Tuscia, tanto che dal 1997, anno in cui mi sono trasferito lì definitivamente, ho già portato qui centinaia di artisti che hanno poi acquistato strutture, case e studi. Tra questi ci sono molti orientali (coreani, giapponesi e soprattutto cinesi).
La gente non mi crede, penso solo che i viterbesi siano sottovalutati: sono un popolo un po’ come i marchigiani, che frequento grazie a Sandro Trotti, molto riservato e chiuso, ma che, se si dimostra il tuo valore e che sei una persona che merita fiducia, si stanno lentamente aprendo e hai così tanto da offrire.
Conosco bene Via Saffi, ci sono passata tante volte e mi mette tristezza vedere tutto chiuso perché ricordo che un tempo era piena di attività e negozi. Inoltre ho girato tutto il centro storico per trovare la location giusta, ma questa mi ha conquistato subito: c’è luce e si trova in una bellissima via. Ho anche pensato “chissà, magari se apriamo prima o poi arriverà altra gente”, e così è stato.
Via Saffi ha un potenziale enorme e appena l’ho vista mi sono innamorato di questo posto. Ora iniziano ad aprire attività, molte gestite da donne creative e di talento, che hanno saputo reinventarsi.

  • Quali altri progetti sono in corso?

Ci auguriamo che questa via possa tornare ad essere piena di negozi e attività artistiche di ogni genere. Stiamo pensando di realizzare progetti che rendano protagonista l’intera strada. Stiamo pensando ad esempio ad una sfilata, infatti cerco amici stilisti che mi diano una mano nella creazione di abiti artistici. In breve, vogliamo riunire alcune persone per creare qualcosa che possa piacere a tutti. Ci rivolgiamo quindi anche a stilisti e artisti che possano realizzare opere d’arte indossabili per una passeggiata nel centro storico.

  • Ti senti un talento in qualche modo? Cosa speri per il futuro del tuo progetto?

Il mio obiettivo è esserlo, ma non so se lo so adesso. Molte persone me lo dicono, ma non credo di essere più di un’altra persona. Il futuro è iniziato e spero di continuarlo portando l’arte nelle strade del centro di Viterbo, ma anche nella Tuscia. Sono tanti gli artisti che iniziano a trasferirsi qui, ma preferiscono le zone isolate di campagna, mentre io sto lavorando affinché vengano in luoghi come via Saffi per riportare colore, vita e arte. La mia idea è fare della Tuscia un luogo d’arte e fare in modo che ogni paese adotti degli artisti, secondo me questo pensiero è la salvezza della Tuscia, abbiamo bisogno di persone che producano bellezza di qualsiasi tipo.
Una cosa bella degli artisti, che molte categorie non hanno, è il rispetto per la natura. Ricicliamo, diamo nuova vita ai materiali. Lo facciamo anche con i luoghi: vecchie cantine, fienili o garage che diventano luoghi di pensiero dove creare qualcosa di unico. Proprio da questa idea, nascerà presto a Caprarola, anche grazie all’aiuto di mio marito, una piccola Accademia, per iniziare a dare un nuovo significato alle cose e smettere di buttarle via.

Tutti insieme per riflettere sull’attualità dell’arte.

Nel quadro: Hawa Said, gallerista, a sinistra e Maria Elena Basile, assistente, a destra. L’opera dietro è un disegno di Sandro Trotti

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “Con Campobasso potremmo chiudere una stagione irripetibile” – .
NEXT Tosi Legnano rinnova il cancello all’incrocio tra le vie San Bernardino e Giussano – .