L’equilibrio naturale
«Le previsioni demografiche a lungo termine – si legge nel quarto capitolo, quello dedicato ai territori – indicano un rafforzamento della tendenza allo spopolamento e all’invecchiamento». Nei prossimi 20 anni (1° gennaio 2042), la popolazione residente in Italia potrebbe ridursi di circa 3 milioni di unità (-5%), e tra 50 anni (1° gennaio 2072) di oltre 8,6 milioni (-20%). Escludendo Lombardia, Emilia-Romagna e le province autonome di Bolzano e Trento – per le quali è previsto un aumento – altrove “dovrebbe continuare il calo”, che per le Marche si stima, guardando i grafici, intorno al 7% (quasi 104mila residenti) in uno scenario ventennale e prossimo al 25% (370mila) in quello cinquantennale.
L’equilibrio naturale
La popolazione marchigiana (1.484.298 al 31 dicembre) è diminuita nell’ultimo decennio del 4,2%, molto più della media italiana (-1,8%) mentre nel decennio precedente era aumentata del 6,6%. Il calo è dovuto principalmente al saldo naturale negativo (differenza tra nascite e morti), che nel decennio 2012-’22 registra il -5,1% ed è solo in parte compensato dal saldo migratorio (+1,9%). Oltre allo spopolamento, le Marche devono fare i conti con il crescente invecchiamento della popolazione. L’indice di vecchiaia (rapporto percentuale tra popolazione over 65 e popolazione 0-14 anni) è passato nell’ultimo decennio da 171,6 a 218,8 (+27%) ed è decisamente superiore alla media italiana (193,1).
Servizi sanitari
Il rapporto Istat misura, confrontando la situazione dei territori, anche la presenza di strutture sanitarie e la loro accessibilità. La presenza di ospedali nella nostra regione (1,21 ogni 100mila abitanti) è leggermente superiore alla media italiana (1,08) in un panorama dove il grado di diffusione territoriale delle strutture ospedaliere è piuttosto elevato, con maggiori concentrazioni in prossimità delle città metropolitane di Milano, Roma e Napoli. In Umbria, Calabria e Sardegna la disponibilità di ospedali ogni 100mila abitanti è più elevata, sopra i 150.
L’accessibilità dei residenti ai servizi ospedalieri è superiore alla media nazionale, per il Centro-Nord, in regioni come Liguria (con la quota più alta di popolazione anziana), Veneto, Umbria, Emilia-Romagna, Lazio, Piemonte e Lombardia, in a cui si aggiungono Campania e Puglia per il Sud. E le Marche? Nella nostra regione il 70% della popolazione (anche se concentrata solo nel 37% dei Comuni) riesce a raggiungere l’ospedale più vicino in 15 minuti, il 28,5% in massimo mezz’ora, mentre l’1,5% impiega più di 30′. Siamo messi peggio della media italiana, soprattutto nella prima fascia, perché il dato italiano sugli accessi entro un quarto d’ora è decisamente più alto, intorno all’83%.
Accessibilità ai musei
Nel rapporto Istat, le Marche compaiono nel gruppo di regioni (con Puglia, Basilicata e Calabria, Umbria, Toscana, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e provincia autonoma di Trento) che mostrano una quota maggiore di musei intervenuti per facilitare l’accesso fisico e sostenere le visite alle persone con disabilità. Per tutti gli indicatori considerati, i musei dei grandi centri urbani presentano un livello di accessibilità quasi tre volte superiore a quello dei musei dei centri piccoli e medi.
Accessibilità alle scuole
Il rapporto misura anche la raggiungibilità degli edifici dedicati all’istruzione. Nelle Marche, dove ci sono 1.716 scuole, è giudicata ottima nel 43,2% dei casi (33,7 la media italiana), critica nel 15,3% (26,5 la media Italia) mentre nell’11,9% delle scuole è raggiungibile solo con mezzi privati .
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Corriere Adriatico