“Guarda, non spaventi nessuno!” – .

Flavio Stasi prosegue la sua campagna elettorale trascinato dall’entusiasmo del suo popolo, che ad ogni comizio e ad ogni iniziativa pubblica gli riconosce per aver rigenerato negli ultimi cinque anni una città – Corigliano-Rossano – ridotta allo sfinimento e nel totale degrado. Un plebiscito popolare che continua a ripetersi e che ieri sera ha infiammato Schiavonea con il comizio in piazza Portofino. Decisamente ridicolo il tentativo di inseguirlo da parte della sua “avversaria” Pasqualina Straface, che altro non è che il “burattino” proposto dalla cricca senza scrupoli che sta indebolendo la resistenza dell’intera Calabria comandata da parassiti proclamati come il presidente della Regione e i suoi compari.

Flavio Stasi si diverte troppo nei suoi comizi in tutte le zone della grande città di Corigliano-Rossano perché ovunque vada sa cosa ha fatto e cosa ha intenzione di fare: l’esatto contrario dei suoi avversari che possono solo “promettere” attraverso i soliti amici degli amici e le solite chiacchierate che non incantano più nessuno. Almeno da queste parti.

Il sindaco uscente dà il meglio di sé sui palcoscenici dei comizi e giustamente non risparmia sforzi per trasmettere il suo messaggio contro le cricche e il sistema di potere. Su Schiavonea, poi, ha un lungo elenco di interventi già realizzati che può vantare a partire dalle prime baracche demolite con le ruspe del Comune quando qualcuno ancora lo guardava con diffidenza. “Abbiamo rivoltato Schiavonea come un calzino con decine e decine di cantieri – grida Stasi dal palco di piazza Portofino tra gli applausi della gente -: dai marciapiedi al lungomare fino al Palmeto abbiamo restituito dignità a questo quartiere grazie al progetto di rigenerazione urbana che è stato riconosciuto tra i migliori 10 di tutta Italia e con il quale abbiamo investito 15 milioni. Quattro per la raccolta delle acque dopo i temporali, 3 e mezzo per il Quadrato, dove sorgerà un centro servizi e un centro commerciale all’aperto, 1 e mezzo per piazza Santa Maria ad Nives e Taverna. Fatti concreti e non certo chiacchiere o promesse. Come la sicurezza della scuola di via Nizza e dell’impianto sportivo e l’impianto di riscaldamento per i bambini della scuola Leonetti”.

Ma il “cuore” del raduno della Stasi a Schiavonea non poteva che riguardare il mare e quindi la pescheria e il porto. «Dopo 12 anni abbiamo messo in liquidazione la controllata e creato le condizioni per una concessione demaniale trentennale che legittima la presenza del Comune nel mercato ittico». Quanto al porto di Schiavonea, parlarne in questi giorni significa affrontare il tema del patetico progetto di intervento industriale della multinazionale americana Baker Hughes sostenuto dalla Regione.

“Non sono ancora riuscito a capire che posizione abbiano nei confronti di Baker Hughes – ha rimarcato Stasi -: da incompetenti cronici non sapevano che non era possibile dare alcuna autorizzazione perché non esiste un piano regolatore del porto anzi ne esiste uno vecchio, risalente al 1971 antecedente alla legge 84 del 1994 e di conseguenza non può esserci alcuna conformità urbanistica e nessuna pianificazione. Non sanno nemmeno studiare e non hanno idea del nostro porto. Noi invece abbiamo delle idee: siamo favorevoli ad un intervento da diporto e quanto all’intervento industriale di Baker Hughes abbiamo sostenuto che è gradito solo se fuori dal porto (cosa che non piace ad Occhiuto e alla sua banda, ed.). E abbiamo detto più volte che la banchina 1 dovrebbe ospitare la darsena crocieristico-turistica e la banchina 2 il porto turistico. Ma non abbiamo ancora capito cosa propongono, a parte la volontà di sostituire la Comunità europea per le sardine, ovviamente…”. Risate convinte e applausi dalla piazza.

La Stasi, come al solito, non perde un colpo e l’argomentazione di Baker Hughes è il preludio per rivendicare con orgoglio il tema principale di questa campagna elettorale: l’autonomia e la libertà di Corigliano-Rossano rispetto al sistema di potere rappresentato dalla squallida figura di Occhiuto e i suoi scagnozzi sempre più viscidi, che Stasi definisce “il signor Sì”.

“A Occhiuto piacciono i gentiluomini ma a me no. Sai cosa mi ha detto mentre parlavamo di Baker Hughes? Se non mi dice di sì, vengo in campagna elettorale a Corigliano-Rossano e dico che lei è il sindaco del no… Caro presidente, lei è venuto qui per dirlo e qui non trema nessuno, non è cambiato nulla… ”. E qui l’applauso è generale con tanto di coro da stadio “Fla-vio; Fla-vio”. Giusto per toccare con mano quanto sia popolare da queste parti il ​​parassita Robertino.

Stasi tira il fiato e torna a snocciolare numeri perché bisogna smontare le stronzate di centrodestra pasqualocchiutiana sui presunti debiti della sua amministrazione: «Quello che posso dirvi è che stiamo pagando 16 milioni di euro di tasse relative ai rifiuti non pagati dalle precedenti amministrazioni; 13 milioni per canoni idrici non pagati e 8 milioni per forniture di luce e gas non pagate. E invece ho detto e ripeterò fino all’8 e al 9 giugno che abbiamo intercettato 120 milioni di fondi per la nostra città, 46 milioni per i centri storici e 15 per il contrasto al dissesto idrogeologico».

Altro tema centrale è la sanità ai tempi di… Occhiuto. “Invece di raccontare barzellette – incalza Stasi – Occhiuto dovrebbe venire a vedere come sono ridotti i pronto soccorso invece di dare ‘mmas ai suoi amici. Stanno facendo TAC e visite mediche anche la domenica… spostano le visite per prendere voti: non ho mai visto uno squallore così!”.

Il gran finale è ancora sulla libertà della città. “La nostra comunità libera li spaventa. Tutti coloro che cinque anni fa devastarono il nostro territorio furono in qualche modo separati alle elezioni mentre oggi sono tutti insieme e battendoli spazzeremo via 30 anni di cattiva politica. Ora non solo tutta la Calabria ma tutto il Sud Italia ci guarda: vogliono capire se cinque anni fa la nostra vittoria è stata solo un errore, una coincidenza o una fortuna o se siamo davvero una comunità libera e allora siamo pronti a dimostratelo loro, senza aver paura delle loro velate minacce”. Ovazione finale e un altro passo fondamentale verso la vittoria mentre Occhiuto e Straface sono sempre più nervosi e consapevoli che il 9 giugno torneranno a casa con le mani nel sacco, per usare un eufemismo.

 
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