“Grazie Motta. Futuro? Sceglierei il meglio per il club” – .

“Grazie Motta. Futuro? Sceglierei il meglio per il club” – .
“Grazie Motta. Futuro? Sceglierei il meglio per il club” – .

Sul suo status da leader del Bologna di Motta: «Sono sicuramente un giocatore migliore. Una stagione così ti fa guadagnare tanti punti, anche in termini di esperienza. Devo condividere tutto con i miei compagni, persone fantastiche, il gruppo è prima di tutto. Se ho provato a diventare un leader lo devo a Lollo De Silvestri. È venuto da me e mi ha detto: “Hai le capacità per essere un leader”. Ho studiato il suo comportamento, è il cuore della squadra. Abbiamo un gruppo giovane e affamato, ognuno è leader a modo suo. Ci siamo alternati tutti come capitani, è la prova che quando siamo chiamati a guidare il gruppo siamo capaci di farlo. Non siamo individualisti”.

Sul girone il segreto della stagione del Bologna: “Senza dubbio. Siamo una grande famiglia. Era l’ingrediente indispensabile per raggiungere un traguardo così prestigioso”.

Sul Bologna in Champions e su lui che potrebbe arrivare al livello dei top player: «Devo crederci, devo esserne convinto, da giocatore devo avere fiducia nelle mie capacità e dire: “Sì, posso arrivare a quel livello”. Non avrebbe senso per me pensare il contrario. In Italia giochiamo già contro squadre di Champions League. Ok, non conosciamo la concorrenza, ma il livello sì, perché la Serie A è di alta qualità, difficile. Sarà una grande sfida, molto emozionante. Sognavo di giocarci fin da bambino, l’ho vinto con il Bayern Monaco, ma adesso sarà emozionante giocarci, perché con il club tedesco è come se non l’avessi fatto. Adesso sarò lì in campo a vivere il momento”.

Sul suo futuro: «Al momento la mia testa è solo a Bologna. Voglio riprendermi dall’infortunio e fare delle belle vacanze negli Stati Uniti con i miei amici d’infanzia e poi vedremo cosa succede. Se potessi scegliere? Sceglierei il meglio per il club. Farò solo ciò che ha senso nel mio cuore”.

Su giocare la Champions con il Bologna, che sarebbe diverso che farla con un’altra squadra: «Esatto, ho detto così e lo ripeto. È chiaro che per me sarebbe bellissimo difendere questo traguardo raggiunto insieme. Quello che abbiamo vissuto in Piazza Maggiore è stato indimenticabile”.

Su quanto lo ha aiutato Motta: “Molto. Quando sono arrivato qui dall’Anderlecht veniva da un anno positivo. La prima stagione a Bologna però non è stata come mi sarei aspettata. Tanti cambiamenti, una nuova città, Arnautovic era davanti. Avevo scelto di tornare con una missione: dimostrare a me stesso e agli altri che ero un buon giocatore. E anche all’allenatore che l’anno scorso mi ha fatto giocare poco”.

“Niente Europei? Senza l’infortunio di marzo contro l’Inter…”

Su un possibile dialogo con Motta: «Non ho avuto un colloquio personale con lui. Io e lui non parliamo molto, quando lo faceva era principalmente per tenermi sulla buona strada, sulla buona strada. Quando la qualificazione per l’Europa fu certa, fece un discorso a tutti: “Bene adesso siamo qualificati, ma voi cosa volete fare?” E io ho risposto: “Meritiamo di andare in Champions”. A quel punto siamo entrati in un tunnel. Non voleva metterci troppa pressione, ma ci ha spiegato cosa dovevamo fare e quali partite dovevamo vincere: all’Olimpico contro la Roma e a Napoli”.

Sul perché ha segnato molto più fuori casa che al ‘Dall’Ara’: «Iniziamo col dire che per me i gol sono 12 e non 11: quello contro il Sassuolo non me l’hanno dato ma è mio. Ma non ho davvero idea del perché sia ​​più facile per me segnare fuori. L’ho chiesto anche ai miei compagni di classe. Dopo la vittoria all’Olimpico contro la Roma, fui io a dire nello spogliatoio: “Voi avete visto, ho segnato anche in trasferta, come contro Lazio, Fiorentina, Atalanta, Salernitana”.

Sul perché le squadre, quando il Bologna gioca in trasferta, chiudono meno: «Potrebbe essere l’unica spiegazione. Quando gli avversari si sono presentati al Dall’Ara, la partita è diventata per loro insopportabile. Si sono difesi, hanno chiuso, ma non posso criticarli per il loro atteggiamento. Per le altre squadre è stata dura, ci hanno trovato fiduciosi, li abbiamo pressati, stavamo bene fisicamente. Bisogna, come dite voi giornalisti, mettere l’autobus davanti alla porta”.

Sulla sua preferenza per il campo aperto: «Certamente è più semplice, ma il gol non è molto importante. Infatti mi correggo. Segnare è importante, sicuramente voglio farlo e mi piace, ma alla fine, soprattutto quando giochiamo in casa, vincere è la cosa più importante. Non lo dico a caso. Ci tengo ai miei numeri, anche a fare gol, ma non sono un individualista, faccio parte di una squadra, questo è importante”.

Sulla mancata convocazione agli Europei con l’Olanda: «Sono convinto che senza l’infortunio di marzo contro l’Inter avrei potuto giocare. Non ho potuto rispondere alla chiamata, se avessi potuto farlo forse il mister mi avrebbe richiamato e oggi non sarei fuori dagli Europei. È una mia sensazione, non ne sono sicuro, ma il calcio è così. Avrò la mia opportunità.”

Su dove il Bologna dovrà migliorare la prossima stagione: «In questa stagione il livello atletico è sempre stato altissimo. Abbiamo cambiato spesso interpreti, ma la mentalità è sempre stata la stessa. Non credo che ci sia bisogno di aggiustamenti, l’unica cosa da fare è ripetersi. Sappiamo che non sarà facile, ma è ciò che siamo capaci di fare quando siamo insieme e concentrati sul lavoro da svolgere. Sapevamo che arrivare in Champions League era difficile, ma possibile. Dobbiamo essere pronti, reattivi mentalmente, crederci sempre e il resto verrà con il tempo”.

Sulle sfide che lo aspettano contro i campioni della Champions League: «Pensa che bello sarebbe giocare con il Real Madrid al Dall’Ara. È bella la nuova formula della Champions League, ti dà più possibilità di qualificarti agli ottavi. Sarà difficile che il Bologna passi, ma se non ci credi giochiamo. Abbiamo meritato di esserci e quando inizierà la partita dovremo pensare solo a fare del nostro meglio. Se non ci credi è meglio restare a casa”.

Il messaggio di fine stagione ai tifosi del Bologna:”Posso solo dire grazie, la Champions League è un traguardo che hanno meritato per primi per tutto l’affetto che ci hanno dato e noi lo abbiamo sentito dentro e lo abbiamo fatto nostro”.

 
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