iniziativa di adesione alla richiesta del CPR di Palazzo San Gervasio – .

Come sindacato USB Basilicata abbiamo aderito alla manifestazione di protesta per la chiusura del centro di detenzione per i rimpatri di Palazzo San Gervasio, dopo le denunce dei trattamenti disumani riservati ai migranti privi di documenti detenuti in questo centro. Al termine dell’iniziativa è stato redatto un comunicato ufficiale che sarà presentato al prefetto.

Nell’intervento fatto come USB, oltre alla nostra richiesta di chiusura del CPR e alla denuncia della divisione forzata e disumana tra migranti “per fame” e chi fugge dalle guerre, sono state ricordate anche le condizioni delle carceri italiane in generale, dal sovraffollamento alle percosse, agli atti di autolesionismo. E di tutte le strutture chiuse dove il ruolo vittima-carnefice non è stato in alcun modo modificato.

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Quella di oggi è stata una mattinata molto costruttiva per la comunità lucana che dice NO ai Centri di Detenzione per il Rimpatrio (CPR).

Non ci saremmo mai aspettati un numero così alto di partecipanti.

Circa 80 persone di diverse formazioni associative e politiche si sono riunite in piazza della Prefettura a Potenza per discutere e redigere il documento che sarà depositato nei prossimi giorni all’attenzione del Prefetto.

Vari e molteplici gli interventi volti a discutere delle problematiche migratorie e delle condizioni di vita disumane a cui sono costrette le persone detenute nei CPR.

Dopo più di due ore di discussione partecipata e attenta, è stato approvato all’unanimità e sottoscritto dai presenti il ​​seguente documento:

“Negli ultimi cinque anni, 14 persone sono morte nelle rianimazioni, 14 persone con una storia alle spalle.

C’è chi è fuggito dalla fame, chi dalla sete, chi dalla povertà, chi dalla guerra, chi da tutte queste cose messe insieme, una fuga alla ricerca di un futuro migliore per sé e per i propri cari.

Tra queste persone c’è anche Ozaro, morto in circostanze anomale nel CPR di Palazzo San Gervasio.

Il sospetto che queste persone rinchiuse nel CPR vengano torturate, costrette ad assumere psicofarmaci, come stanno portando alla luce inchieste giornalistiche e la Procura di Potenza, è un sospetto che va contro i principi fondamentali della nostra Costituzione e quelli sanciti dai Trattati Europei.

Per questi motivi ci rivolgiamo a voi con preoccupazione per esprimere la nostra profonda preoccupazione riguardo alla situazione umanitaria e ai diritti fondamentali delle persone detenute nel Centro di detenzione per rimpatri di Palazzo San Gervasio.

Come cittadini responsabili, crediamo che la dignità umana e il rispetto dei diritti civili debbano essere al centro di ogni politica amministrativa e azione istituzionale.

Diverse organizzazioni internazionali, nazionali e locali hanno evidenziato le condizioni e i trattamenti inadeguati e non conformi agli standard dei diritti umani in questo Centro.

Inoltre, il mantenimento di questa struttura rappresenta un onere economico significativo per la comunità che potrebbe essere più saggiamente investito in programmi di integrazione e sostegno ai migranti, volti a costruire una comunità più inclusiva e solidale.

Vi chiediamo pertanto la chiusura immediata e definitiva del Centro di Permanenza per i Rimpatri di Palazzo San Gervasio, invitando la vostra istituzione a esplorare alternative più umane ed efficaci per la gestione delle problematiche legate all’immigrazione, che non solo rispettino i diritti di ogni individuo, ma che promuovere anche un’integrazione sociale costruttiva.

Confidando nel vostro impegno per la giustizia e nel perseguimento della legalità, l’auspicio è che questa richiesta possa indurre ad una riflessione critica e ad un cambiamento significativo su questo tema.

Vi ringraziamo per l’attenzione e rimaniamo a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o discussione in merito a questa questione urgente e grave”.

USB Basilicata

 
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