Lettere a Tito n. 540. Invito ad andare a votare alle elezioni europee del 2024. – .

Caro Tito, sabato 8 e domenica 9 giugno 2024 noi italiani saremo chiamati, nel contesto continentale, ad esprimere il nostro voto per l’elezione dei nostri 76 su 720 rappresentanti al Parlamento Europeo. Potremo recarci alle urne dalle 15.00 alle 23.00 sabato 8 e dalle 7.00 alle 23.00 domenica 9. Proviamo a ricordare che si possono esprimere tre preferenze; occorre però essere di genere diverso (almeno una donna se votano due uomini e viceversa) altrimenti una delle preferenze verrà annullata. Questo è molto importante (anche per la cosiddetta uguaglianza di genere). Forse è superfluo ricordare che ogni appuntamento elettorale è fin troppo prezioso, qualunque esso sia. Per capirlo meglio basterebbe guardare cosa succede nei paesi dove i cittadini non votano e non hanno voce e anche nei paesi dove si svolgono elezioni farsa o elezioni funzionali al dittatore o al regime del momento.

1 – COMUNQUE È MEGLIO ANDARE A VOTARE

A mio modesto parere, disertare le elezioni può significare “boicottare” noi stessi, anche dal momento in cui al momento non ci viene data alcuna alternativa: o proseguire sulla strada difficile ma liberatrice della democrazia o rischiare di essere preda di qualsiasi tipo di tirannia (forse più o meno attraenti nella forma ma non nella sostanza). Tutto questo ricordando che storicamente sono le dittature e gli imperialismi a scatenare le guerre. Pertanto, se non siamo ancora stanchi del nostro lungo periodo di pace e di un benessere più o meno relativo (comunque da perfezionare e migliorare), siamo chiamati a difendere, proprio con il voto (uno dei pochi significa che realmente lo abbiamo), i valori fondatori della nostra Repubblica nel contesto dell’Unione Europea (e dell’ONU – Organizzazione delle Nazioni Unite). Abbiamo qualche settimana per riflettere attentamente su tutto questo. Cerchiamo di essere precisi e attenti. Intanto cerchiamo di dare priorità a chi vuole la pace in Europa e nel mondo, non solo a parole. E poi anche coloro che sono più vicini ai nostri problemi e alle nostre prospettive quotidiane (anche intergenerazionali). È ovvio che, oltre al voto, la democrazia ha bisogno di molta partecipazione, altrimenti può risultare sterile.

Nella nostra corrispondenza ho più volte sottolineato che dalle elezioni politiche del 1972 non ho mai perso una elezione (comunale, provinciale, regionale, nazionale, europea, referendum). Si tratta quindi di 52 anni di partecipazione attiva come cittadino-elettore. Ne sono fiero ed orgoglioso. Anche perché, a volte, recarsi alle urne nel mio luogo di residenza (anche provenendo da molto lontano) mi costa soldi e fatica; Tuttavia, non ho mai mancato una chiamata o un appuntamento elettorale. Ho fatto la mia parte in piena coscienza. Anche questa volta, se non avrò un impedimento insormontabile, farò il mio dovere sabato 8 o domenica 9 giugno 2024.

2 – NON BASTA ASTENERSI DAL VOTO

Per mandare un messaggio chiaro e forte alla classe politica di qualsiasi partito o nel suo complesso, sono dell’avviso che non basti astenersi dal voto disertando le urne. I partiti e i politici, in particolare (soprattutto quelli eletti), hanno bisogno di un “punto popolare”. Una spintarella assolutamente costruttiva, non polemica e (ormai sempre più spesso) offensiva. La democrazia si costruisce insieme, nel rispetto reciproco. Anche perché le sfide attuali (nazionali e globali) richiedono un popolo quanto più unito e coeso possibile.

Purtroppo (come ho potuto constatare in questi 52 anni di assidua partecipazione elettorale da cittadino libero e non legato ad alcuna formazione politica) è il rispetto che manca verso i cittadini, soprattutto verso quelli, come me, che non sono allineati e non rinunciare al diritto-dovere di contribuire, seppure criticamente, alla vita sociale e civile. Credo che i politici, soprattutto quelli eletti (e privilegiati), debbano scendere dal piedistallo ed essere più umili e più vicini ai cittadini, soprattutto al loro elettorato. La tentazione dell’oligarchia e dell’aristocrazia nei funzionari eletti è un veleno per la democrazia e, quindi, per l’affetto degli elettori. Anche per questo gran parte dei cittadini prende le distanze dalla politica, dai politici e dalle urne.

3 – SUPERARE IL 50% PIÙ UNO O COMMISSARIO

Caro Tito, la mia lunga esperienza e attenzione alla vita sociale (e quindi politica) mi porta a dire che i politici (soprattutto quelli eletti) mirano a mantenere fino alla fine i propri privilegi, prendendo le distanze dalla base che li ha inviati a fare il bene pubblico in posizioni decisionali (dove hanno l’opportunità di acquisire potere e ricchezza). E questo è un male per tutti, alla lunga. Partiti e politici sono fiduciosi che arriveranno al potere anche se il 10% degli aventi diritto si recherà alle urne.

Tuttavia non dovrebbe essere così. Le elezioni non dovrebbero essere considerate valide se non ha votato almeno il 50% più uno degli elettori, come è la legge della vera democrazia. Pertanto, un Commissario dovrebbe subentrare dopo che, ovunque (anche alle elezioni nazionali ed europee), almeno il 50% più uno degli aventi diritto non si è presentato alle elezioni. Il Commissario, trascorso un congruo periodo di tempo, indice un nuovo turno elettorale, auspicando che almeno il 50% più uno dei convocati vada a votare. Con questo metodo partiti e politici dovrebbero impegnarsi non solo ad ottenere più elettori ma anche a comportarsi in modo tale da ottenere il libero consenso dei cittadini. Credo che sarebbe più giusto così, altrimenti non si darà valore all’assenteismo (spesso dovuto a proteste) dei cittadini, che comunque incidono sulla democrazia anche quando non vanno a votare.

4 – L’UNIONE DEGLI ELETTORI

Queste ed altre questioni fanno parte di quell’UNIONE ELETTORALE che ho cercato di fondare e lanciare (senza adeguato seguito) nell’aprile 2006 (18 anni fa). Eppure è necessario partecipare più attivamente alla “cosa pubblica” anche attraverso associazioni per il controllo etico della politica e delle istituzioni. Sappiamo che l’esercizio della vera democrazia è molto faticoso. Altrimenti non dovremmo lamentarci se poi pagheremo le dure conseguenze del nostro assenteismo dalla vita sociale, nella quale dobbiamo essere soggetti attivi e non certo indifferenti o condizionati (a volte anche ricattati).

accorto

Nella mia vita ho sempre partecipato, fin da ragazzo, con molta lealtà alla vita sociale. Ovviamente ne ho ricevuto persecuzioni fino all’attuale esilio. Tuttavia ne sono eticamente molto felice, perché nel mio piccolo non ho mai lasciato nulla di intentato nella pedagogia sociale. Se non fossi stato lasciato quasi solo, forse l’ambiente sociale dove ho lottato con tutte le mie forze sarebbe sicuramente migliore. La democrazia non è un dono dei politici o della politica, come molti credono. La democrazia è una conquista quotidiana (possibilmente per tutti) essendo pienamente consapevoli che la corruzione è la ruggine della democrazia. Che necessita di una costante ed attenta manutenzione per poter funzionare al meglio.

5 – MOLTI SALUTI

Caro Tito, personalmente già all’età di diciotto anni ho deciso di non avere figli. Non ho quindi generazioni future da difendere. Eppure ho trascorso tutta la mia vita lottando per valori etici, individuali e sociali, per tutte le generazioni. Non avendo figli, potrei anche permettermi di farmi del male o, come si dice da noi, di pensare del tipo “Dove va il mare va la marina” oppure “Dove è buio è mezzanotte”. Eppure il mio impegno è tenace, come avrete osservato in questi 12 anni di continua corrispondenza. Mi sorprende, quindi, che chi ha deciso di dare inizio alla propria generazione (diventando padri e poi nonni e poi bisnonni) non sia sufficientemente impegnato socialmente… tanto – sento – posso acquisire con i soldi o con il voto quello che di cui i miei figli o nipoti avranno bisogno. Abbiamo ridotto la democrazia al “commercio” (e in alcuni casi anche la religione). Non lamentiamoci, quindi, se le cose vanno così male… visto che stiamo facendo poco o niente per far funzionare bene le istituzioni e, quindi, la vita sociale, dall’economia ai servizi sanitari (che restano fondamentali per la nostra salute e durata della nostra vita).

Credo di poter concludere qui questa “Lettera 540” perché ho fiducia che il messaggio fosse abbastanza chiaro e sincero da poter essere compreso da chiunque abbia un minimo di buona fede e onestà verso se stesso e i propri cari. Auspico che l’animo umano, nella scienza e nella coscienza, possa migliorare sempre più e fino a respingere le negatività personali e sociali. In particolare, auspico, anche per le generazioni future, che le Potenze e gli Stati del mondo possano giungere progressivamente al disarmo generale. Questo anche grazie alle nostre insistenti proteste. Basta armi, perché la pace, insieme alla vita, è il bene più prezioso che abbiamo. Quindi, ti ringrazio per questa 540a opportunità di esprimere i miei pensieri e di conversare con i nostri lettori, soprattutto con quelli che mi trovano più fedele. Alla prossima 541. Un abbraccio e tanta cordialità a tutti,

Domenico Lanciano (www.costajonicaweb.it)

ITER-City, lunedì 27 maggio 2024 ore 05.15 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto Wita è “Feconda il metro del mio deserto in questo infinito” (con Amore). Le foto, i cui diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese dal web.

 
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