Stai zitto! Viterbo, città dei veleni, uno dei traffici più diffusi del momento è quello degli screenshot di WhatsApp con parole shock di personaggi di spicco e presunti tali

EDITORIALE – Scripta manent, anche “verba” però. Soprattutto se sei a cena e chi ti invita registra. La vicenda Bruzziches insegna e dà una lezione a tutti. Sa bene che “il bullo” Cavini voleva “scajenna” e invece si ritrova “disonorato” sui giornali a giorni alterni e indagato dalla Procura che formula il reato di “minacce ad un organo politico”.

Un evento usato politicamente da chi vorrebbe mettere fine ai consigli di Frontini in nome del bene di una città che governa da decenni, in molti casi, senza particolari segni evidenti di questo grande amore. Ma ognuno racconta la propria storia e la macchina della propaganda è sempre accesa laddove le reali capacità faticano ad emergere.

Ma la cena in casa Bruzziches ha aperto un vaso di Pandora. Oggi, infatti, molte persone registrano quasi tutte le conversazioni che hanno con gli altri, se queste contano qualcosa. Alcuni catturano screenshot su nastro degli scambi di chat di altri uomini e donne di spicco a livello locale, soprattutto quando le cose si fanno calde. Proprio in queste ore ci hanno “fornito” tanti bellissimi screenshot che immortalano espressioni “divertenti” con cui lo stesso uomo (o lo stesso, non sveleremo il sesso infatti) parla dei cittadini viterbesi. Si va dai “viterbicoli” inflazionati, usati per evidenziare la scarsa comprensione, ad altre frasi molto, molto più colorite.

Così, di fronte a tanto materiale, abbiamo organizzato una cena con un piccolo gruppo del tour La Fune. Uno dei nostri si è offerto di ospitarci a casa sua, scatenando ovviamente in tutti noi il sospetto che oltre al tavolo avesse allestito anche una bella registrazione. Oggi a Viterbo funziona così, è galateo.

Durante la cena abbiamo parlato di questi screenshot che ci hanno inviato e abbiamo pensato se pubblicarli o meno. Abbiamo esaminato diverse ipotesi. In un passaggio alcuni di noi hanno addirittura ipotizzato di iniziare a pubblicarne una parte, disonorare la persona, contattarla e poi recarsi alle raccolte per sospendere le pubblicazioni. Un bel reato di estorsione a cui abbiamo pensato, che viene messo su nastro nella registrazione della cena che abbiamo consumato e che forse se il nostro amico decidesse di farci un bel scherzo potrebbe regalare tutto a qualcuno che potrebbe semplicemente “incasinarci”. Peccato che mentre ipotizziamo il reato ci scherziamo sopra, che il nostro ragionamento sia provocatorio. Ma se “vogliono crearlo per te” (cit. Cavini), te lo creano.

Ci è venuto in mente il film Minority Report, di qualche anno fa, con Tom Cruise. Lì la polizia arrestava le persone ancor prima che commettessero il reato, in pratica solo pensare a un reato equivaleva a commetterlo. Con tutto il rispetto per il libero arbitrio, la possibilità di cambiare idea all’ultimo momento e tutte le altre implicazioni morali ed etiche.

Ma dobbiamo capire che viviamo nell’era della politica fluida, che non esiste più e conta su altro per raggiungere il nobile obiettivo di persone “intelligenti” che piazzano il sedere (sempre uguale da venti-trent’anni ovviamente) su determinate poltrone. . . Anche Papa Francesco ci è cascato nelle ultime ore. Ha parlato in un incontro privato, ha usato certe parole sui gay e alcuni ecclesiastici (probabilmente volendo far rivivere l’esperienza di Giuda) ne hanno parlato a Dagospia. Se succede a quei livelli, immaginate cosa potrebbe succedere in provincia, soprattutto se è piuttosto remota.

Il fatto è, ve lo diamo per certo, che l’esperienza dei Bruzziches ha insegnato molto e oggi a Viterbo si parla di registrazione. Ci si iscrive per “scucire” frasi scomode da servire sul palco della gogna social o mediatica. C’è gente che fa le cose in grande con frasi del tipo: “Volevano che ascoltassi la registrazione ma ho rifiutato”. Le registrazioni valgono più del denaro, sono preziose. Le registrazioni sono utili per “uccidere” i nemici, per seminare il panico, per accreditare teoremi alimentati solo da un elemento craxiano: “la feroce lotta per il potere”. Ebbene è chiaro che potrebbero essere utili anche per estorcere denaro. Oh, ci abbiamo pensato, ma sicuramente eravamo gli unici. In questa città non è mai successa una cosa del genere, la Procura sa che a Viterbo non è mai successa quindi va tutto bene. Possiamo tutti dormire sonni tranquilli, registrati “disgraziati” e felici.

È politica, bellezza! Più che “sangue e merda” è meglio dire “registrazioni e merda”. Adesso puoi spegnere il pulsante stop, la cena è finita. Vai in pace. E non lamentatevi di vivere in uno stato di polizia, quella è una cosa seria, qui è solo provincialismo.

 
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