accorcia un gap, Colle non è più sostituto. Sì del Senato all’articolo 4 – .

accorcia un gap, Colle non è più sostituto. Sì del Senato all’articolo 4 – .
accorcia un gap, Colle non è più sostituto. Sì del Senato all’articolo 4 – .

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Il Senato ha approvato l’articolo 4 del disegno di legge sul primo ministro elettivo. L’articolo elimina la controfirma del governo su una serie di documenti emessi dal Presidente della Repubblica. «Gli atti del Presidente della Repubblica – recita il nuovo articolo 89 della Costituzione – sono controfirmati dai ministri proponenti, che ne assumono la responsabilità. La nomina del Presidente del Consiglio dei ministri, la nomina dei giudici della Corte costituzionale, la concessione di grazie e la commutazione di sentenze, il decreto di indizione di elezioni e referendum, i messaggi alle Camere e il rinvio di leggi non sono controfirmati .” .

L’esame è stato sospeso e riprenderà l’11 giugno

L’Aula di Palazzo Madama ha sospeso l’esame del disegno di legge sul premier elettivo che riprenderà dopo le elezioni europee, martedì 11 giugno alle 16.

Meloni: la premiership accorcia, Colle non più sostituto

“Volevo la riforma” e proprio per venire incontro alle richieste dell’opposizione non sono stati “toccati” i poteri del presidente della Repubblica”, sostiene il presidente del Consiglio mentre al Senato si sfiora la rissa alla Camera sugli emendamenti . Nessun accenno all’andamento dei lavori parlamentari se non per sottolineare che, anzi, i poteri sono stati aumentati anche con il potere di “rimozione dei ministri”. Ma rispondendo all’utente che, con una domanda inviata via email al -, si chiede se la riforma non “svilisce le funzioni politiche” del Capo dello Stato, Meloni sottolinea che anche adesso resta il potere di “scegliere il governo” . Tocca al presidente della Repubblica, argomenta con una certa aria il presidente del Consiglio, “affidare il compito” di formare un governo “sulla base delle indicazioni che arrivano dalle forze politiche”. La “libertà di scelta del governo”, insiste, “non è prevista dalla Costituzione tranne quando le forze politiche non esprimono la maggioranza”. Ecco allora, prosegue il suo ragionamento, che il presidente “è costretto a un ruolo di sostituto a causa di una falla del sistema”. Un ruolo che non è “suo” né “congeniale” perché implica che debba “schierarsi”, “entrare nell’arena politica”. Un dato che certamente “non aiuta la sua funzione di garanzia”. Ecco che la premiership allora, sintetizza il leader di FdI, “risolve” questa falla e lascia intatti i poteri di garante della Costituzione dell’inquilino del Colle, che fanno anche da “contrappeso”. Il presidente del Consiglio, inoltre, osserva inoltre di prendere ampio spazio per sostenere la sua posizione su quella che ha sempre definito la “madre” di tutte le riforme, con il primo ministro che «mantiene tutti i poteri di controfirma, le indicazioni che manda, tutto quello che vediamo nel dibattito, momenti in cui dice anche “questo non si può fare perché non va bene per la Costituzione””.

 
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