Ex Ilva, la Ue approva prestito da 320 milioni. Ma a Taranto ci sono ancora incertezze per l’indotto – .

Ex Ilva, la Ue approva prestito da 320 milioni. Ma a Taranto ci sono ancora incertezze per l’indotto – .
Ex Ilva, la Ue approva prestito da 320 milioni. Ma a Taranto ci sono ancora incertezze per l’indotto – .

Via libera della Commissione Europea al prestito ponte da 320 milioni per l’ex Ilva, gestita da Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria e dalla prossima settimana inizieranno le visite di potenziali investitori, ma secondo i sindacati «i problemi restano tutti e con la produzione si con un solo altoforno non si va da nessuna parte”.

Si attende il piano industriale ma con una produzione ferma a un milione di tonnellate di acciaio l’anno si teme di non uscire dalle sabbie mobili. «Servono almeno tre milioni, altrimenti non dura, l’ideale sarebbero sei», spiegano i sindacati.

Piani del governo

La risposta è uno dei commissari del governo, Giancarlo Quaranta, che conosce molto bene il gruppo siderurgico essendo stato anche direttore del sito di Taranto. «Abbiamo scelto di continuare comunque la produzione, anche se minima, ma in modo costante, per poterci dedicare al recupero dell’affidabilità ambientale, della sicurezza e della produttività degli impianti e poi aumentare gradualmente la produzione», spiega Quaranta.

Nel periodo 2005-2008 Taranto ha prodotto quasi 10 milioni di tonnellate, ma la situazione riscontrata dai commissari in termini di stato e affidabilità degli impianti e di materie prime disponibili è drammatica.

Indotto in crisi

Nel frattempo, più tardi L’abbandono di Cavalli (durato due mesi), arriva il nuovo direttore generale di Acciaierie d’Italia, Maurizio Saitta, che viene da Edison.

Intorno alla fabbrica, però, regna ancora l’incertezza. In particolare sui trasporti connessi, Casartigiani Puglia chiede chiarezza al governo e ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia.

In particolare, secondo quanto riferisce l’associazione, si tratterebbe di un caso di “discriminazione” nell’aggiudicazione degli appalti. «Sembrerebbe – scrive Casartigiani – che non tutte le aziende di autotrasporto che hanno lavorato per Acciaierie d’Italia hanno ricevuto la proposta di rinnovo del contratto. In caso contrario, a tutti coloro i cui contratti sono stati rinnovati non è stato affidato il tonnellaggio risultante. Nonostante sia subentrata una nuova amministrazione – dichiara Casartigiani – le regole ei meccanismi del mercato di subvezione sembrano rimasti invariati”.

Secondo il coordinatore regionale di Casartigiani Stefano Castronuovo «da febbraio non è cambiato nulla. Gli autotrasportatori sono ancora in difficoltà, in balia delle incertezze e senza speranze concrete. Secondo quanto annunciato dal ministro dell’Economia Adolfo Urso, un secondo altoforno ripartirà a ottobre e un terzo a metà del prossimo anno, con l’obiettivo produttivo di 6 milioni di tonnellate, limite massimo raggiungibile dall’impianto. Entro luglio, però, il governo punta a sbloccare “le risorse per il ripristino produttivo che gli stessi commissari si sono dati”.

 
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