Fonti rinnovabili in Italia, il punto GSE – .

Sul progresso dell’energia da fonti rinnovabili in Italia, pesa il parere del GSE. Non potrebbe essere altrimenti, visto che il Gestore dei Servizi Energetici, società partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, opera per la promozione e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, oltre che dell’efficienza energetica.

È chiamato, tra l’altro, a monitorare il raggiungimento degli obiettivi intermedi di sostenibilità al 2030 del PNIEC, nonché a gestire i meccanismi di incentivazione per lo sviluppo di impianti FER, interventi di efficienza energetica e mobilità sostenibile: nel 2023 il GSE ha erogato 15 miliardi di euro principalmente per scopi operativi.

Paolo Arrigoni, presidente del GSE, alla presentazione del Rapporto Energie Rinnovabili 2024Paolo Arrigoni, presidente del GSE, alla presentazione del Rapporto Energie Rinnovabili 2024
Paolo Arrigoni alla presentazione del Rapporto Energie Rinnovabili 2024

In occasione della presentazione di Rapporto sulle energie rinnovabiliIL presidente del GSE, Paolo Arrigoniha fatto il punto sul presente e sul prossimo futuro in relazione ai tanti temi aperti, agli incentivi e alle criticità della transizione energetica in Italia.

DL Agricoltura, CACER, Transizione 5.0 e i temi caldi

Arrigoni ha toccato uno dei temi più caldi del momento, quello riguardante DL Agricoltura, che limita l’installazione di impianti fotovoltaici nelle zone agricole. Ricorda che nei giorni scorsi al Senato «ci sono state audizioni nel corso delle quali vari soggetti hanno chiesto almeno il salvataggio dell’agrivoltaico di base e l’ampliamento dei siti SIN (di interesse nazionale) e delle aree comprese tra le cosiddette aree idonee perimetrali all’interno 500 metri di aree industriali, commerciali o agricole: vedremo cosa accadrà durante la riconversione”.

DL Agricoltura, CACER, Transizione 5.0 e i temi caldi secondo Paolo Arrigoni, presidente del GSEDL Agricoltura, CACER, Transizione 5.0 e i temi caldi secondo Paolo Arrigoni, presidente del GSE

In questa occasione ha ricordato le principali misure “che saranno protagoniste nel prossimo quinquennio”: la gestione dell’ CACER, ovvero configurazioni di autoconsumo per la condivisione delle energie rinnovabili, che fissa un obiettivo di 5 GW di potenza; la gestione di Fondo nazionale per il reddito energeticouno strumento pensato dal Governo per sostenere la realizzazione di impianti fotovoltaici domestici a servizio di unità immobiliari residenziali di famiglie in difficoltà economiche.
Pochi giorni fa è stata pubblicata la norma, 100 milioni per l’anno in corso e altri 100 milioni per il 2025. Questo fondo, ha ricordato Arrigoni, intende consentire alle famiglie con un ISEE basso di realizzare impianti fotovoltaici «senza sborsare un solo euro, ma beneficiando di autoconsumo”. Qui, entro la fine del prossimo anno, si stima che vi saranno circa 30-31mila piccoli impianti fotovoltaici che potranno avere una potenza compresa tra 2 e 6 kW. «Una piccola cosa, forse, ma significativa perché esprime l’attenzione verso le questioni sociali».

Rinnovabili in Italia: i temi da affrontare secondo Paolo Arrigoni, presidente del GSERinnovabili in Italia: i temi da affrontare secondo Paolo Arrigoni, presidente del GSE

Poi c’è la questione diRilascio energetico 2.0, la cui gestione è affidata al GSE con il D.Lgs 181/2023. «Qui permettiamo agli utilizzatori di energia di realizzare impianti a fonte rinnovabile con una taglia minima di 200 kW per l’autoconsumo. Il ruolo che svolge il GSE è quello di “banca dell’energia”: anticipa a questi enti l’energia per tre anni, periodo durante il quale le aziende si impegnano a realizzare un impianto FER (fotovoltaico, eolico e anche idroelettrico), e quell’energia che ricevono in anticipo in tre anni devono restituire tra 20 anni”. Si stima che da questo meccanismo verranno creati 5 GW di capacità installata. Inoltre Arrigoni ha denunciato il piano Transizione 5.0. A questo proposito precisa che nei giorni precedenti il ​​ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, «ha assicurato che entro giugno ci sarà il decreto attuativo».

Il Presidente del GSE ha ricordato due prossime procedure concorsuali decisamente importanti per l’erogazione degli incentivi: una è la FERX, che ha una quota di 67 GW nei prossimi cinque anni e per la quale l’Istat ha previsto un doppio adeguamento delle tariffe. L’altro lo è FER2, che riguarda il meccanismo che incentiva le energie rinnovabili innovative come l’eolico offshore, il fotovoltaico galleggiante, la geotermia innovativa e a zero emissioni e gli impianti a biogas e biomasse. In questo caso parliamo di 4,4 GW. «Anche in questo caso siamo riusciti a introdurre il doppio adeguamento delle tariffe Istat. Non solo: è prevista una clausola attraverso la quale il GSE, dopo lo svolgimento della prima procedura competitiva (valida anche per la FERX), potrà monitorare la partecipazione a tali procedure e modificare anche le quote”.

Aree adatte

Riguardo allo stato di avanzamento delle fonti rinnovabili in Italia, Arrigoni ha affrontato anche il tema delle aree idonee. La nuova bozza di decreto è in fase di completamento, dopo le modifiche al provvedimento dettate dai passaggi in commissione Ambiente, Energia e Sostenibilità della Conferenza delle Regioni e dal decreto legislativo Agricoltura che ha rinnovato la parte relativa all’agrivoltaico. Tuttavia, in ambiti idonei, quanto fatto finora rischia di essere superato. Il motivo è chiaro: «nel frattempo è arrivata la RED 3 che introduce zone di accelerazione; quindi probabilmente le aree idonee, non dico che siano già vecchie, ma vanno considerate le aree di accelerazione perché qui non è prevista la VIA”.

Il GSE è inoltre chiamato a realizzare e gestire l’ PAI (piattaforma di aree idonee), per supportare le Regioni nel processo di individuazione di tali ambiti e dare maggiore impulso alla realizzazione di impianti FER (come previsto dal D.Lgs. 199/21), e per realizzare e gestire la piattaforma unica SUER, per la presentazione delle richieste di Autorizzazione Unica. Nasce per semplificare l’invio e il monitoraggio delle richieste da parte degli operatori, in modo da supportare gli enti che procedono nel procedimento autorizzativo unico (sempre previsto dal D.Lgs. 199/21).

Obiettivo 2030: 70-75 GW di fonti rinnovabili in Italia. Ce la faremo?

L’obiettivo fissato riguarda lo sviluppo delle fonti rinnovabili in Italia da qui al 2030è impegnativo: richiede installare altri 70-75 GW. Questi i numeri, «se non cambia l’ipotesi nella proposta di revisione del PNIEC che prevedeva 131 GW di impianti FER installati entro il 2030. A fine 2023 eravamo 69”, ha precisato Arrigoni. Non si tratta però di un obiettivo impossibile, sottolinea lo stesso presidente del GSE. Gli strumenti e le risorse per incentivare ci sono: se si aggiungono i numeri da lui stesso citati della FER

«Resta da capire – e questa è la sfida – quanti dei prossimi progetti andranno sul mercato, anziché attraverso contratti a lungo termine come i Ppa, o se i prossimi progetti ricorreranno a questi meccanismi di incentivazione». Si discute molto con gli operatori del MASE su quale debba essere la tariffa più adeguata per consentire una proficua partecipazione alle prossime procedure competitive. Lo richiedono gli operatori.

È necessario fare le opportune valutazioni. In ogni caso, «non siamo più in condizioni di emergenza, come nel 2022, con prezzi elevati dell’energia, ma siamo ancora su valori elevati»: ha ricordato i prezzi del gas (intorno a 37 euro/MWh) e dell’energia elettrica (a 100 euro) /MWh). Infine, ha sottolineato che il gap dell’Italia rispetto ai paesi concorrenti dell’Ue, in particolare Francia e Germania, è aumentato rispetto agli anni pre-Covid.

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