Taranto? No, la nuova Ilva riparte da Genova – .

La partita non inizia a Taranto “nuova vendita” del ex stabilimenti Ilva, oggi Acciaierie d’Italia. Da questa settimana Acciaio verde vulcaniano, Monte Acciaio (Gruppi indiani) e successivi Metinvest (Conglomerato ucraino) quelli che il ministro Adolfo Urso ha definito «visite cognitive» alle acciaierie non pugliesi, dove si trova la fabbrica più grande e teoricamente più importante, visto che fornisce il materiale che le altre lavorano, ma da Genova.

Una scelta annunciata dal titolare Mimit proprio in Liguria, in occasione della cerimonia di consegna del francobollo in onore di Guido Rossaoperaio e sindacalistaItalsider di Genova Cornigliano ucciso dalle Brigate Rosse nel 1979. «Crediamo di poter attivare le procedure per l’assegnazione degli impianti con un programma di ripristino produttivo che preveda la ripresa secondo altoforno di Taranto in ottobre, la riattivazione del terzo altoforno a metà del prossimo anno, così da raggiungere i livelli produttivi potenziali di sei milioni di tonnellate, il limite massimo che quell’impianto può costruire oggi. Credo che entro un mese sarà possibile sbloccare le risorse in linea con i programmi di recupero produttivo che i commissari si sono dati”, ha spiegato ancora il Ministro dell’Impresa e del Made in Italyper il quale il passaggio d’Europa per la Prestito ponte da 320 milioni. «Il commissario europeo alla concorrenza Margrethe Vestager ha confermato che a breve verrà concessa l’autorizzazione europea per le risorse del prestito ponte all’ex Ilva per salvaguardare gli impianti e ripristinarne l’attività produttiva. C’è pieno consenso da parte della Commissione europea” – le parole di Urso.

Da parte sua, il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratinimpegnato ieri in una serie di incontri elettorali in Puglia, ha voluto sottolineare come «i temi della decarbonizzazione dell’ex Ilva e del Recensione dell’Aia sono senza dubbio alla nostra attenzione. Il procedimento è stato riavviato una decina di giorni fa quando i commissari hanno ritirato il ricorso avverso il provvedimento di proroga e la vicenda procede normalmente. I commissari stanno portando avanti la produzione del piano industriale e noi manteniamo tutti i nostri obiettivi”. «La parte industriale – ha precisato Pichetto Fratin – è curata dal Ministero delle Imprese. Nella disponibilità del mio ministero c’è il miliardo di euro di Dri, il progetto preridotto, e stiamo seguendo da vicino una questione di interesse nazionale. Siamo il secondo produttore di acciaio in Europa e rimanere senza acciaio, senza l’acciaio moderno, diventerebbe un problema. Dobbiamo andare avanti rapidamente perché questa è la strada da seguire, la neutralità delle emissioni”.

Lo ha annunciato, infine, Acciaierie d’Italia Maurizio Saitta è il nuovo direttore generale della società: «Guiderà la squadra nel processo già delineato nel Programma Restart, potendo contare su solide competenze in ambito operativo, di pianificazione e di finalizzazione di piani complessi. Uguali competenze saranno messe a disposizione nella progettazione di interventi relativi alla decarbonizzazione del processo produttivo dell’acciaio” si legge in una nota.

 
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