sotto processo ad Agrigento – .

È stato disposto il processo immediato presso il Tribunale di Agrigento contro i presunti trasportatori del più grande quantitativo di cocaina mai sequestrato in Italia. I dettagli.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Agrigento ha disposto il giudizio immediato. E il prossimo 15 luglio, davanti alla sezione penale presieduta da Alfonso Malato, è prevista la prima udienza a carico di 15 persone di nazionalità ucraina, turca e azera, componenti dell’equipaggio presunti corrieri del maxi sequestro di cocaina, oltre 5 tonnellate. , della Guardia di Finanza, risalente al 19 luglio. Da Bagnara Calabra è salpato un peschereccio, il “Ferdinando d’Aragona”, con a bordo un italiano, ovvero il comandante di origine calabrese, due tunisini, un francese e un albanese. I Finanzieri del Comando Provinciale di Palermo e la squadra aeronavale lo hanno intercettato e bloccato. I cinque sono stati arrestati. È stato sequestrato il sorprendente carico, senza precedenti in Italia e tra i più rilevanti al mondo, oltre 5 tonnellate e 300 chili di cocaina. Teatro dell’operazione straordinaria è stato il tratto di mare antistante la costa agrigentina. Nella serata di martedì 18 luglio 2023, i piloti di un aereo delle Fiamme Gialle impegnati in un servizio di ricognizione nel canale di Sicilia e da alcuni giorni attratti da una nave mercantile sospetta, la nave “Plutus”, battente bandiera di Palau, nell’arcipelago delle Filippine, si accorgono che un peschereccio in partenza dalle coste calabresi si sta avvicinando alla stessa nave. Nella notte è stata completata la “diagnosi investigativa”, cioè: la nave mercantile, quindi la nave “madre”, staziona al limite delle acque territoriali e attende il peschereccio, probabilmente per un trasbordo illecito. Nelle prime ore di mercoledì 19 luglio, infatti, sono state rilevate operazioni anomale di accumulo di numerosi colli sul ponte della nave “madre”, che sono stati poi scaricati in mare verso il peschereccio accostatosi per recuperare il carico gettato in mare, e che, intanto, spengono il sistema di tracciamento dell’Ais per il tracciamento. Inizia il blitz. Il peschereccio rientra nelle acque territoriali e viene catturato. A bordo, abilmente nascosta dietro una pannellatura che ricopre un ampio locale, è stata rinvenuta un’enorme quantità di sostanze stupefacenti. Altri finanzieri si sono subito messi all’inseguimento della nave mercantile, la nave “madre”, complice ovviamente del figlio, il peschereccio. La nave è in rotta verso la Turchia, viene catturata e portata al porto di Palermo: l’equipaggio è composto da 15 persone trasferiti nel carcere “Pagliarelli” di Palermo e ora sotto processo presso il tribunale di via Mazzini ad Agrigento. E il peschereccio è stato scortato fino a Porto Empedocle. Ricostruendo la catena di montaggio del maxi trasporto di cocaina verso la Sicilia, la nave “Plutus”, lunga 140 metri, ha salpato a giugno l’ancora da Santo Domingo, per poi fare tappa a Trinidad e Tobago, e poi nel porto di Las Palmas, capitale di Gran Canaria, isola dell’arcipelago delle Canarie, da dove è partito il 7 luglio, ha attraversato lo stretto di Gibilterra ed è infine arrivato nel Canale di Sicilia, in attesa del peschereccio salpato dalle coste calabresi.

 
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