Berlinguer, 40 anni fa il colpo all’ultimo raduno di Padova – .

Poco prima di partire per Padova, il 6 giugno 1984, Enrico Berlinguer aveva avuto una sorta di premonizione. Il giorno dopo sarebbe dovuto essere in Veneto, l’8 invece a Comiso, in Sicilia. Ma ad Achille Occhetto, quel 6 giugno nel suo ufficio alle Botteghe Oscure, disse come una premonizione: “Se ce la faccio, se sono ancora vivo”.

Aveva ragione, a Comiso non sarebbe mai andato: il 7 giugno di quarant’anni fa lo storico segretario del PCI venne colpito da un ictus durante il comizio di Padova. «Siamo di fronte a un momento di pericolo per le istituzioni della Repubblica», ha detto il politico sassarese, 62 anni, riferendosi alla nascita dell’esecutivo a guida socialista. All’improvviso cominciò a rallentare, riuscì a malapena a sibilare un “Ma è certo che…”, fermandosi e bevendo un bicchier d’acqua, sentendosi male ma continuando strenuamente a cercare di concludere il suo discorso, nonostante la folla, dopo i canti di sostegno, gridò: «Enrico basta!», «Sta male, lasciatelo smettere!».

Benigni preleva Berlinguer durante una manifestazione per la pace, 16 giugno 1983 (Ansa)

Le immagini di quel raduno sono storiche: il sorriso, il fazzoletto passato sulla fronte, le parole che inciampano, la forza che gli manca e poi il viaggio in macchina – quando era ancora lucido – fino all’albergo, dove è caduto in coma, e poi all’ospedale Giustinianeo di Milano. condizioni drammatiche, dove è stato operato d’urgenza. Un’emorragia cerebrale, hanno detto i medici, devastante. Seguì l’attesa disperata dei militanti, l’arrivo della moglie Letizia Laurenti, dei quattro figli Bianca, Maria, Laura, Marco e poi via via Pietro Ingrao, Giancarlo Pajetta, Nilde Iotti, il portavoce Antonio Tatò e dopo giorni di polemiche anche il presidente del Consiglio Bettino Craxi di ritorno dal G7 di Londra.

Le notizie su L’Unione Sarda (Archivio L’Unione Sarda)

Dopo quattro giorni in cui l’Italia intera rimase col fiato sospeso, l’11 giugno Berlinguer morì. Tra i pugni alzati e le lacrime agli occhi, non siamo passati davanti all’ospedale di Padova dove si erano radunate migliaia di persone dal pomeriggio del 7 giugno 1984, né davanti alla storica sede di via delle Botteghe Oscure con la porta aperta e una coda interminabile di studenti, militanti, persone di ogni età. Molte fabbriche si fermarono spontaneamente.

Politici e personalità di tutto il mondo hanno letteralmente occupato piazza Venezia in fila per rendere omaggio alla salma dove a sorpresa è arrivato anche il leader della destra, Giorgio Almirante. Sono state due milioni le persone che hanno salutato per sempre il politico che ha fatto della dignità dell’uomo l’obiettivo del suo programma, nello storico funerale del 13 giugno in piazza San Giovanni. La morte di Berlinguer fu il dramma collettivo dell’Italia interauna morte improvvisa che diede subito il senso del vuoto incrollabile di un politico carismatico e la consapevolezza che nulla sarà più come prima.

(Unioneonline/D)

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