Riccardo Zingaro di Oipa Ragusa: “I cani randagi vanno affrontati con lungimiranza”

Riccardo Zingaro di Oipa Ragusa: “I cani randagi vanno affrontati con lungimiranza”
Riccardo Zingaro di Oipa Ragusa: “I cani randagi vanno affrontati con lungimiranza”

Ragusa – È una battaglia continua ed estenuante contro l’abbandono degli animali, domestici, selvatici, liberi, randagi. È una battaglia che il volontario e ambientalista Riccardo Zingaro, pugliese di nascita e siciliano d’adozione, Da anni si batte contro l’ignoranza e gli atti criminali di chi abbandona o maltratta tutti gli animali nonché contro la scarsa attenzione delle amministrazioni nell’affrontare quella che è una vera emergenza sociale: i cani randagi.

Riccardo, infatti, è il referente della provincia di Ragusa per l’Oipa, oltre ad essere il coordinatore per la stessa provincia delle Guardie Zoofile dell’Organizzazione internazionale protezione animale. E come tale, anche se in fondo il suo impegno è sempre stato totale, soprattutto per la sua natura, si è sempre preso cura degli altri animali e ha sempre fatto la propria azione contro le ingiustizie che li coinvolgono.

«Come Oipa ci occupiamo di animali e ambiente – dice Riccardo con cui avevamo già parlato nell’articolo sul comitato Terre Pulite – e monitoriamo il territorio insieme al gruppo Terre Pulite, segnalando discariche e denunciando reati ambientali come le fumarole. Questo monitoraggio costante ci permette anche di capire come si muovono le mute di cani, segnalando alle istituzioni eventuali situazioni di pericolo che richiedono un pronto intervento per prevenire rischi”.

Riccardo Zingaro, rappresentante Oipa Ragusa
PER AFFRONTARE I RANGAGNI, SERVONO RIFUGI, CASE SANITARIE E “CASE FAMIGLIA”

«Purtroppo – racconta –, dopo anni di volontariato sul territorio, posso solo dire che la volontà delle istituzioni resta sempre la stessa, quella di agire in emergenza e sistemare le cose, senza affrontare con lungimiranza il tema del randagismo. Una lungimiranza che richiederebbe la creazione di rifugi, ricoveri e canili dove prestare il primo soccorso in caso di abbandono, l’alimentazione, la vaccinazione e la sterilizzazione per poi magari poter reintrodurre i cani nel loro ambiente e in tutta sicurezza come avviene in molti paesi civili. e come richiede la legge.”

«I volontari – prosegue – si ritrovano presso sopperire alle carenze delle istituzioni e all’assenza di pianificazione contro questo fenomeno che costituisce un’emergenza sociale e che dovrebbe essere affrontato dai professionisti del settore. Predico sempre che il mondo del volontariato debba essere fatto di volontari preparati professionalmente che sappiano quello che fanno e, allo stesso tempo, andrebbe evitato quello che troppo spesso trovo nelle istituzioni, cioè che anche chi ha le varie le delegazioni che si occupano degli animali e della loro protezione non conoscono affatto la questione.”

I cani liberi “dovrebbero” essere presi in carico dall’amministrazione, vaccinati, sverminati e al momento sterilizzati

In questa situazione di caos ed emergenza continua, Riccardo e i suoi “angeli azzurri” dell’Oipa di Ragusa si prendono cura di 27 cuccioli, figli di due cani randagi. «Ci ​​prendiamo cura di questi cani e cuccioli chiedendo aiuto ai privati. Ora ovviamente si aprirà l’intero processo di adozione”. «Grazie alla nostra costante presenza sul territorio siamo sempre in grado di segnalare situazioni di rischio e ci siamo accorti di come branchi di cani si spostano, soprattutto d’estate, dalla campagna verso la città dove purtroppo sono stati abbandonati senza controllo dai cosiddetti proprietari, che di fatto li tengono nelle fattorie senza prendersi cura di loro. Questo purtroppo poi dà luogo alla creazione di assembramenti che possono diventare pericolosi per gli animali stessi”.

OBIETTIVO: FAR RIMANERE I CUCCIOLI NELLA ZONA DOVE SONO NATI

Tutto parte dagli abbandoni. “E C’è anche chi pensa che tenere un cane con sé significhi restare soli lascialo a guardia di una fattoria di campagna e portagli da mangiare una volta al giorno». «Quando troviamo un cane abbandonato – prosegue –, come previsto dalla legge, chiamiamo la polizia locale che fa denuncia di ritrovamento affidandolo temporaneamente a un tutore che poi lo farà microchippare e sterilizzare gratuitamente a nome del amministrazione interessata. Poi parte la procedura di adozione e per quanto mi riguarda cerco sempre di trovare accoglienza in zona.

Partiamo dai colloqui alle famiglie, dal preaffido, dai controlli, i perché dove possibile cerchiamo di tenere questi cuccioli nella zona in cui sono nati, garantendo che siano accuditi da famiglie amorevoli e non da persone che, solo perché hanno un terreno, pensano di potersi occupare di un cane e poi mancano di visite veterinarie, affetto e controllo. Ma non è affatto semplice”.

La verità, come sottolinea Riccardo, è questa Servono le strutture sanitarie, quelle che hanno al loro interno un centro di pronto soccorso che rendono più semplice e rapido intervenire in casi di emergenza, soprattutto nelle ore notturne e festive in cui l’assistenza sanitaria è assente. I Comuni sono obbligati ad averli e suggerisco sempre che le amministrazioni scelgano di formare un consorzio in modo da dividere i costi di gestione e garantire l’assistenza veterinaria 24 ore su 24. In una situazione ottimale i cani liberi potrebbero essere presi in carico dall’amministrazione, vaccinati, sverminati e al momento sterilizzati per poi vivere tranquillamente tra la gente e diventare cani di comunità. Ma per questo serve pianificazione”.

Lo stesso vale per i canili. «Con la scarsa disponibilità di quelli proposti, che sono sempre sovraffollati, alcuni volontari si rivolgono ai privati ​​e non sempre si è sicuri di trovare brave persone. Anzi. Non a caso, proprio l’anno scorso l’Oipa ha scoperto un rifugio “lager” per cani e gatti dove, secondo quanto riferito, sembra che il proprietario della struttura abbia offerto stalli ai volontari locali, sempre in azione contro i cani randagi, per poi lasciare i poveri animali in pessime condizioni”.

HAI BISOGNO DI UN GARANTE COMUNE SUI CANI RANDAGI CHE SPIEGATE BENE LE PROCEDURE

Tra le azioni da avviare sul territorio, Lo sostiene anche Riccardo Zingaro l’attivazione della figura di un garante esperto in materia di cani randagi che spiega le procedure a chi deve occuparsi della prima valutazione. «Non è possibile – dice – che il cittadino che trova un cucciolo non sappia a chi rivolgersi o che abbia addirittura paura di chiamare le istituzioni e poi non abbia idea di cosa fare».

Riccardo Zingaro

C’è di più: oltre a cani e gatti abbandonati o vittime di incidenti, è operativa anche la sezione Oipa di Ragusa per il recupero della fauna selvatica in difficoltà e Riccardo Zingaro è l’unico volontario della provincia per il salvataggio e il recupero degli esemplari feriti Traumatizzato, riconosciuto in questo ruolo anche dagli enti locali, che lo allertano in caso di riscontri o segnalazioni da parte dei cittadini. Un impegno che gli ha permesso nel tempo di sviluppare una particolare propensione verso gli animali selvatici.

«Ogni anno – spiega – sono circa 10/15 gli esemplari salvati in provincia: gheppi, falchi, poiane, gufi reali ritrovati con le ali spezzate, disidratati o traumatizzati, vengono recuperati e assistiti in pronto soccorso, e poi portati al Parco Faunistico Centro venatorio dipartimentale di Ragusa. Dopo le cure e la riabilitazione in ambienti idonei, vengono rilasciati, ove possibile, in natura. Anche perché, lo ricordiamo la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e che ciascuna Regione ha il compito di tutelarlo nell’interesse della comunità nazionale e internazionale”.

Per saperne di più leggi la nostra intervista a David Morettini.

 
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