in quale gruppo finirà il voto del M5s alle elezioni europee – .

in quale gruppo finirà il voto del M5s alle elezioni europee – .
in quale gruppo finirà il voto del M5s alle elezioni europee – .

Il Movimento 5 Stelle cerca una famiglia politica europea. Da lunedì prossimo, quando le elezioni saranno finite e i risultati saranno ufficiali, la priorità assoluta del partito guidato da Giuseppe Conte sarà quella di uscire dal limbo del Gruppo dei Non iscritti, l’equivalente del Gruppo misto di Strasburgo e Bruxelles . L’appartenenza a questo gruppo rende di fatto impossibile aspirare a posizioni di vertice, come presidenza e vicepresidenza di commissioni, gestire personalmente i dossier legislativi e riduce notevolmente il tempo di parola a disposizione in Aula. Insomma, condanna un’inerzia nella quale i 5 Stelle non vogliono essere relegati.

Ipotesi verdi

In questa legislatura sono stati fatti diversi tentativi per avvicinare il Movimento 5 Stelle al gruppo dei Verdi, tentativi che però non hanno avuto successo. Per la prossima legislatura Conte ha promesso una “sorpresa”, sostenendo che i 5 Stelle troveranno un accordo con un gruppo del campo “progressista”, che però non saranno i socialisti. Chiaramente anche questa volta i principali sospettati sono i Verdi.

Tuttavia, ci sono importanti divergenze con loro sulla questione della guerra in Ucraina Die Greenen, gli ambientalisti tedeschi che sono azionisti di maggioranza del gruppo (almeno finora), fermi sostenitori della continuazione del sostegno bellico all’Ucraina. Si tratta di un tema troppo centrale nel dibattito politico, che renderebbe davvero difficile la convergenza con il Movimento che invece si oppone all’invio di armi.

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Ipotesi di sinistra

Un altro scenario possibile, ma non escluso a Bruxelles, è che la sede del Movimento possa essere proprio il gruppo La sinistra, quello della sinistra radicale, e nel quale siederanno anche eventuali eletti della Sinistra Italiana. Sulle questioni sociali e anche sull’opposizione alla guerra il gruppo è certamente più vicino al nuovo Movimento, anche se l’identità ideologica è molto marcata. Tutto dipenderà molto anche dai risultati elettorali. Negli ultimi sondaggi le cinque stelle danno intorno al 16%, il che significa potenzialmente 14 deputati, una buona squadra che piacerebbe a molti, sia ai Verdi, visto che i loro consensi sono in calo, sia alla Sinistra.

Crea un nuovo gruppo

Ma c’è anche chi ipotizza uno scenario diverso, più complicato ma non impossibile, ovvero quello della fondazione di un nuovo gruppo, proprio come avvenuto nella prima esperienza del Movimento 5 Stelle a Bruxelles. Quando dieci anni fa, nel 2014, fu eletto il primo gruppo di grillini, riuscirono a organizzare un “matrimonio di convenienza” con gli euroscettici britannici dell’UKIP di Nigel Farage. Insieme riuscirono a mettere insieme un gruppo che si chiamava Efdd, Europa della Libertà e della Democrazia Diretta, e che aveva come leader lo stesso Farage insieme a Davide Borrelli, primo grillino e poi “braccio destro” di Davide Casaleggio, che poi ha rotto con il Movimento (ed è ora iscritto a Fratelli d’Italia dopo essere passato per +Europa di Emma Bonino).

Alcuni ipotizzano una mossa simile, ma questa volta nel campo “progressista”, anche se un po’ progressista sui generis. Il nuovo gruppo potrebbe essere fondato da Sahra Wagenknecht, una delle leader carismatiche della sinistra tedesca, che ha recentemente lasciato il Die Linke, per fondare un nuovo partito della sinistra radicale, che però strizza l’occhio a temi cari alla destra, come la lotta all’immigrazione irregolare ed è considerato da molti “rosso-marrone”. L’impresa è difficile ma non impossibile. Per formare un gruppo politico sono necessari almeno 23 deputati provenienti da almeno sette Stati membri. Servirebbero quindi altre adesioni e tra gli aventi diritto ci sono anche i socialdemocratici slovacchi Smer-SSD del primo ministro Robert Fico, che sono stati sospesi dal gruppo socialista. All’appello mancherebbero poi altri quattro Paesi.

Le insidie

Ma questa mossa non risolverebbe i problemi del Movimento, che punta ad un maggiore coinvolgimento nel processo decisionale europeo. Con tutta probabilità, contro un simile gruppo si formerebbe lo stesso ‘cordone sanitario’ che si è creato attorno a quello dell’estrema destra di Identità e Democrazia, in cui siede la Lega di Matteo Salvini. Difficile che deputati etichettati come “Rossobruni” vengano eletti ai vertici o che vengano loro affidate direttive. Conte si ritroverebbe più al centro delle polemiche che altro, proprio come accadde con il suo ingresso nel gruppo con Farage, nonostante nel 2017 i grillini riuscissero a raggiungere lo storico risultato di ottenere la vicepresidenza della Camera con Fabio Massimo Castaldo. (un altro disertore, che ora si è unito ad Action).

Se i 5 Stelle vogliono davvero essere efficaci nel processo decisionale europeo non possono far altro che puntare ad unirsi ai Verdi. Potrebbero avere un vero potere lì. Certo, superare la resistenza degli ecologisti tedeschi non sarà facile, ma un cattivo risultato di questi ultimi potrebbe aprire la strada a questa possibilità, anche se resta complicata.

 
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