Lo stress test del Pd negli ex forti rossi. Tra Emilia e Bari il rischio di inciampare – .

Lo stress test del Pd negli ex forti rossi. Tra Emilia e Bari il rischio di inciampare – .
Lo stress test del Pd negli ex forti rossi. Tra Emilia e Bari il rischio di inciampare – .

E’ l’altro gioco. Ma non meno importanti, anche per gli equilibri nazionali, delle elezioni europee. 3mila698 comuni. Oltre 17 milioni di italiani chiamati ad eleggere il proprio sindaco. Ventinove capitali sono in lizza per le elezioni, sei delle quali sono capoluoghi di regione. Riflettori puntati sulle sfide di Bari e Firenze, dove il centrosinistra punta alla riconferma, non senza difficoltà. E se le elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo rappresentano anche una sorta di tagliando sul governo di Giorgia Meloni, le elezioni comunali sono certamente un test della resistenza dei progressisti in alcune città simbolo della sinistra. Andranno al voto quattro degli otto capoluoghi di provincia in cui il centrosinistra ha sempre vinto le elezioni dal 1993, anno in cui fu introdotta l’elezione diretta dei sindaci. Si tratta di Firenze, Reggio Emilia, Modena e Pesaro. Uno stress test sulla forza del Pd negli storici forti rossi del centro-nord. Appuntamento con la storia per il governo di centrodestra. Il contrario a Palazzo Vecchio era clamoroso ma possibile. Il ballottaggio del 23 e 24 giugno era quasi scontato, gli ultimi sondaggi prevedevano uno scontro diretto. Con la candidata del centrosinistra Sara Funaro solo tre punti percentuali di vantaggio sull’aspirante sindaco del centrodestra Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi. Sul risultato di Firenze pesano le divisioni interne al fronte progressista. Funaro, assessore comunale al Welfare, vicino al sindaco uscente Dario Nardella, è sostenuto dal Pd, Verde e Sinistra, +Europa e Azione, oltre a liste civiche e gruppi minori. Il M5s corre da solo con il consigliere comunale uscente Lorenzo Masi. Ma il vero pericolo è rappresentato da Stefania Saccardi, candidata di Italia Viva di Matteo Renzi. Uno scenario frammentato, completato da Cecilia Del Re, ex assessore all’Urbanistica, candidata sola con Firenze Democratica. Anche a Bari è esploso il campo largo. Nel comune, dove pende la richiesta di scioglimento per infiltrazioni mafiose, il centrosinistra presenta due candidati. C’è Vito Leccese, sostenuto dal Pd e da sei leader civici, uomo dell’uscente Antonio Decaro. E poi Michele Laforgia, sostenuto da M5s e Sinistra italiana, con il sostegno di alcuni candidati renziani inseriti in altre liste di sostegno. Il centrodestra unito al leghista Fabio Romito auspica quindi questo.

Fdi, Lega e Fi tenteranno il golpe nei forti apparentemente inespugnabili di Reggio Emilia, Modena e Pesaro. L’impresa era già riuscita cinque anni fa in un altro feudo della sinistra come Ferrara. Qui cerca il bis l’uscente del Carroccio Alan Fabbri, con ottime possibilità di successo. Stesso scenario a Forlì, dove Gian Luca Zattini del centrodestra punta alla riconferma dopo aver conquistato il Comune nel 2019. Perugia non è più una roccaforte della dorsale rossa appenninica da dieci anni e un testa a testa tra due Sono attese le donne: Margherita Scoccia per il centrodestra e Vittoria Ferdinandi per il campo largo Pd-M5s. A Bergamo, dopo i due mandati del dem Giorgio Gori, Fdi, Lega e Fi ci provano con l’avvocato Andrea Pezzotta, che contesta l’ex deputata Elena Carnevali. In Toscana il Pd cerca il bis in altre due città rosse come Livorno e Prato.

A Cagliari il centrodestra vuole la rivincita delle ultime regionali con Alessandra Zedda contro l’ex sindaco progressista Massimo Zedda. Gli altri due capoluoghi di regione al voto sono Campobasso e Potenza. In entrambe le città il centrodestra sembra favorito.

 
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