«Siamo il primo partito in Veneto, la regione ci appartiene» – .

«Siamo il primo partito in Veneto, la regione ci appartiene» – .
«Siamo il primo partito in Veneto, la regione ci appartiene» – .

VENEZIA – Fratelli d’Italia può ipotecare non solo la Regione Veneto, ma anche il Comune di Venezia. Perché i risultati di queste elezioni europee non solo confermano che il partito di Giorgia Meloni è il partito di punta in Veneto, come nelle elezioni del 2022, ma addirittura aumentano i consensi rispetto a un anno e mezzo fa. Era al 32%, ora supera il 37,5%.

La Lega crolla al 13 per cento (era 49,88 cinque anni fa), Forza Italia in Veneto non riesce a superarla, aumenta i consensi, arrivando all’8,5%, ma è lontanissima da quel 10,11, se non addirittura il 12% lo ha apprezzato durante la campagna elettorale. E se mettiamo insieme i voti della Lega con quelli di Forza Italia, insieme fanno il 21%, poco più della metà di quelli di Fratelli d’Italia. Allora, con risultati come questi, chi può immaginare che Giorgia Meloni, che non governa una sola regione in tutto il Nord Italia, possa lasciare il Veneto l’anno prossimo alla Lega Nord o ai centristi?

ERA CARROCCIO
La Lega, del resto, è praticamente scomparsa. E lo si vede dalle preferenze: il contestato generale Roberto Vannacci è stato molto votato, un record di preferenze non solo in tutta la circoscrizione del Nord-Est, ma anche in Veneto (70mila, solo per confronto Paolo Borchia è arrivato secondo con poco più di 19mila). Vannacci è stato imposto dal capitano Matteo Salvini e mal digerito dai leghisti locali, tanto che sia Luca Zaia in Veneto che Massimiliano Fedriga lo hanno detto chiaramente: il loro voto sarebbe andato ai candidati veneti e friulani. Solo che la maggioranza dei leghisti veneti e dei leghisti friulani ha premiato il generale del “Mondo Inverso”. O meglio: la maggioranza dei leghisti che ha votato Lega, perché se è mancata la forza trainante del governatore Zaia, è anche chiaro che c’è stata una fuga di voti: voti del centrodestra che non ha votato più Lega e ha premiato Giorgia Meloni . Basterà a innescare una riflessione in via Bellerio?
Quanto a Forza Italia, è cresciuta ed è arrivata all’8,5% contro il 6,2% delle ultime politiche, il deputato e coordinatore regionale Flavio Tosi è riuscito addirittura a ottenere quasi gli stessi voti del segretario nazionale Antonio Tajani (tutti e due sopra i 30mila, con uno scarto a favore del vicepremier di circa 400 voti). Ma per Forza Italia non è stato un exploit, non c’erano doppie cifre.
È per questa somma di concause che Fratelli d’Italia si sente legittimato ad attivarsi e a mettere sul tavolo nazionale sia la richiesta della Presidenza della Regione che la leadership del Comune di Venezia. I nomi? Elena Donazzan, seconda più votata in Veneto dopo il premier, è calda per la Regione, ma c’entra anche il coordinatore regionale Luca De Carlo, per non parlare del ministro Adolfo Urso, a meno che non emerga una figura civica, magari un imprenditore . Ma il risultato di queste elezioni europee è sicuramente la demolizione delle aspirazioni della Lega Nord. Con il 13% dei voti (anche un punto percentuale in meno rispetto alle politiche del 2022), la Lega può al massimo chiedere il vicepresidente della Regione, nemmeno il sindaco di Venezia, ruolo per il quale è già impegnato il senatore di Mestre Raffaele Speranzon. pronto.

L’OPPOSIZIONE
Gli europei forniscono altri due dati. Il Pd in ​​Veneto sfiora il 19%, poco meglio delle elezioni del 2022 (16,8%), molto meglio delle regionali del 2020 (11,9%). La distribuzione e l’assegnazione dei seggi non sono ancora definitive, ma un dato emerge: il governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini è stato molto votato anche in Veneto (più di 77mila voti elettorali in regione), ma Lady si è classificata seconda. Like: Alessandra Moretti ha preso più voti (oltre 56mila) di Alessandro Zan (nemmeno 50mila). E il quarto, in Veneto, è stato il consigliere regionale Andrea Zanoni che ha sfiorato i 27mila voti personali.
Ancora sul fronte dell’opposizione: in Veneto Carlo Calenda (che ottenne consensi alle europee 2019 con il Pd) sarebbe riuscito a superare la soglia del 4%, Matteo Renzi con gli Stati Uniti d’Europa non ci è riuscito. Il M5s crolla sotto il 5%. Alleanza Verdi Sinistra supera il 6% e in Veneto è al primo posto la vicentina Cristina Guarda con oltre 19mila voti.

RIVELARSI

Resta il dato negativo sull’affluenza alle urne anche per queste elezioni europee. Poco più di un veneto su due si è recato alle urne, per la precisione il 52,6%. Ma c’erano province in cui la maggior parte era a casa. Affluenza alle urne bellunesi 43%. Affluenza a Venezia 48,9%. Questi non sono buoni segnali.

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Il Gazzettino

 
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