Il Consiglio di Stato obbliga l’ex Consorzio Sloi a bonificare l’area di Sequenza – .

Il Consiglio di Stato obbliga l’ex Consorzio Sloi a bonificare l’area di Sequenza – .
Il Consiglio di Stato obbliga l’ex Consorzio Sloi a bonificare l’area di Sequenza – .

Il 7 novembre 2023 il piezometro 536/PS2bis posizionato dall’Appa, l’agenzia provinciale per l’ambiente, ai limiti dell’area di Sequenza, il compendio di 2,8 ettari a nord di Trento dove il gruppo Podini ha proposto la costruzione delle sei torri e del quartiere che vale oltre 100 milioni di euro, hanno segnalato una concentrazione di piombo trietile nelle acque sotterranee di 0,2 microgrammi per litro d’acqua, il doppio del limite legale e di sicurezza di 0,1 microgrammi per litro. si tratta solo di una delle misurazioni, recenti e meno recenti, che evidenziano la presenza di inquinanti derivanti dalla vicina ex Sloi, l’area inquinata del Sito di Interesse Nazionale Trento Nord. Pertanto, secondo la normativa nazionale, la bonifica spetta ai titolari di Sloi e Carbochimica, Tim srl di Albertini, Mit srl di Tosolini, Imt srl di Dalle Nogare riuniti nel Consorzio di bonifica e sviluppo Trento Nord, anche se è non loro che è stato causato l’inquinamento originale. Chi dovrebbe ordinare la pulizia? Nel 2019 il Comune di Trento, a seguito di una sentenza del TAR, ha dichiarato la propria incompetenza: l’emanazione dell’ordinanza spetta al Ministero dell’Ambiente. Che nel 2020 chiede al Consorzio di bonifica di fornire entro 120 giorni «gli elementi e gli approfondimenti necessari per definire l’insorgenza, l’entità e le caratteristiche della situazione riconducibile a minaccia di danno ambientale, procedendo, in particolare, ad indagare nei dettagli la fonte e modalità di diffusione dell’inquinamento o di un idoneo approfondimento relativo alle sorgenti e alle rotte migratorie presenti in quel sito” ovvero nell’area della Sequenza. Il gruppo Podini presenta ricorso contro il Comune, chiedendo che emetta l’ordinanza. Il Consorzio TIM, MIT, IMT presenta ricorso contro il Ministero, sostenendo che l’intervento non è responsabilità di “proprietari innocenti” e comunque che dalle analisi non emerge alcun peggioramento della situazione. Lo scorso 6 marzo, a conclusione dei rispettivi processi, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Sequenza e ha respinto quello del Consorzio Trento Nord. Vuol dire che il Comune deve emettere, entro 90 giorni dalla notifica della sentenza, l’ordinanza di messa in sicurezza dell’area di Sequenza e che la messa in sicurezza, compresa la bonifica, spetta agli attuali proprietari di Sloi e Carbochimica.

Comune, Provincia, Ministero
«Stiamo valutando la portata della sentenza – dice l’assessore comunale alla Transizione Verde Giulia Casonato – Nei giorni scorsi abbiamo incontri con la Provincia e con l’Appa per capire se l’ordinanza ha ancora senso e come effettuare analisi anche in le aree circostanti al Sito di Interesse Nazionale. Secondo noi è il Ministero che dovrebbe farsi carico. La conclusione la farà il consiglio comunale. L’ordinanza sarà indirizzata al Consorzio di bonifica che ha il compito di mettere in sicurezza l’area”. In ogni caso, il processo del progetto Sequenza non si ferma.

Quelli contrari alla tangenziale
«Le due sentenze cambiano sensibilmente il quadro, togliendo ogni alibi a chi ha utilizzato la confusione sulle competenze per favorire una conclusione speculativa della vicenda – afferma l’esponente No Tav Elio Bonfanti – alla luce delle disposizioni del Consiglio di Stato, il sindaco dovrà emettere, anche sulla base di recenti prelievi di falda, venga emessa ai proprietari un’ordinanza di messa in sicurezza dell’area di Sequenza. In attesa di questa ordinanza obbligatoria – aggiunge Bonfanti – perderà la sua giustificazione la scelta di destinare quei 28.000 metri quadrati per il deposito temporaneo dei terreni nella parte nord del cantiere della tangenziale ferroviaria di Trento. In analogia con le altre aree inquinate dell’Alto Trento, i terreni di Sequenza dovranno essere rimossi dalle aree utilizzabili per la realizzazione di quell’opera”. Secondo Bonfanti, infatti, «la zona di Sequenza è attualmente inedificabile perché inquinata».

Misure contro l’inquinamento
Nelle misurazioni precedenti a quella del 7 novembre, tutte effettuate dall’Appa che dal 1994 monitora le acque sotterranee dell’Alto Trento, i valori registrati erano ancora più alti. Il 19 maggio 2021 anche la concentrazione di piombo dietile era pari a 0,2 microgrammi per litro contro il limite di 0,1 microgrammi. Il piombo dietile e trietile sono prodotti dalla degradazione del piombo tetraetile, il prodotto più importante e più inquinante dello Sloi che veniva utilizzato come antidetonante nella benzina. In data 14 dicembre 2021, sempre nel piezometro situato ai confini dell’area di Sequenza, è stata rilevata una rilevazione di piombo tetraetile pari a 0,1 microgrammi per litro, pari al limite di rischio.

 
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