LUCCA, L’IDOLO DI IBRA E LO STUDIO DI HAALAND. A PALERMO ERA LUCCATONI, A FIRENZE POTREBBE DIVENTARE LUI – .

Ha iniziato dai dilettanti, è esploso in Serie B al Pisa per poi emigrare all’estero e vestire una maglia prestigiosa, quella dell’Ajax. Un’esperienza che forse lo ha riportato con i piedi per terra dopo gli entusiastici elogi, ma ora per Lorenzo Lucca dopo la stagione con l’Udinese (otto gol) potrebbe essere arrivato il momento di competere con un mercato più esigente, che ha aspettative e questo ti mette sotto pressione ogni giorno. Magari non da titolare, ma alla Fiorentina potrebbe comunque cogliere l’occasione per dimostrare di essere maturato, di poter scalare progressivamente certe gerarchie. Ibrahimovic, di cui aveva il poster in camera, e Dzeko sono due suoi modelli, anche se qualcuno lo paragona addirittura a Peter Crouch: la sua stazza fisica è simile, ma per movimenti e capacità di segnare forse è chiedere troppo. Ma Lucca venne comunque apprezzata anche per il suo discreto bagaglio tecnico e buona progressione nonostante le leve lunghe (è alto due metri). Gianluca Presicci, ex difensore del Bologna, è stato responsabile del settore giovanile del Vicenza nel 2016 e lo ha scoperto quando aveva sedici anni. “All’epoca – ci racconta – era leggermente più basso di adesso, con venti chili in meno addosso. Abbiamo capito subito che era un profilo importante su cui puntare. Il club era in difficoltà finanziarie e ci hanno proibito di usare il collegio per i giovani, ma ho chiesto al presidente di fare uno sforzo per mantenerlo, considerato che veniva da Torino. Parte bene alla Berretti, segnando a ripetizione, poi fallisce il Vicenza e a fine anno torna al Torino. L’avevo preso in prestito con un riscatto fissato a ventimila euro. Credo che adesso Lucca possa essere l’ideale per il gioco di Palladino: ha volume e poi ha tiri, che non si sono ancora visti del tutto. Tecnicamente non salta l’uomo, ma gioca di sponda, sputa la palla e la butta dentro. Negli ultimi anni ha avuto poche occasioni ma Lucca si può definire anche un Luca Toni un po’ più tecnico. Toni, che in alcune partite è stato preso da me in marcatura, era più bravo in alcuni movimenti e Lorenzo deve crescere da questo punto di vista. Ma se fosse stato a Firenze quest’anno il suo punteggio sarebbe stato diverso”. Infatti al Palermo dove giocò un anno e mezzo segnando tredici gol in Serie C, lo ribattezzarono Luccatoni, buon auspicio che qualora arrivasse anche a Firenze, potrebbe essere replicato. Ma l’ex pisano sì ha anche raccontato di aver studiato Haaland e i suoi movimenti all’interno dell’area. Lucca vuole migliorare, si definisce un perfezionista: ha ventiquattro anni ed è nel momento in cui può davvero provare a fare il salto di qualità. A dispetto della scaramanzia, uno dei suoi numeri preferiti è il 17, mentre gli altri due sono il 18 e il 9. Ebbene, se arrivasse a Firenze potrebbe avere nel mirino la maglia numero 9. Non subito, devi guadagnartelo. Ma questo deve essere l’obiettivo ambizioso.

 
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