Memoria e ignoto in “Delta” di Eugenio Montale. Recensione di Alessandria oggi – .

Delta” di Eugenio Montale è una poesia che esplora la complessità della memoria e dell’esistenza attraverso immagini potenti ed evocative. Pubblicata nella raccolta “Ossi di Seppia” nel 1925, questa poesia riflette lo stile caratteristico di Montale, fatto di simbolismo, introspezione e profondo legame con la natura.

La poesia inizia con una descrizione della vita che si spezza in “transizioni segrete”, suggerendo un senso di fragilità e cambiamento costante. Montale lega questa vita alla presenza di un misterioso “tu”, una presenza “soffocata” che sembra quasi inconsapevole della propria esistenza. Questa immagine iniziale prepara il terreno per una riflessione più ampia sulla natura della memoria e del tempo.

Il tempo, rappresentato come un flusso che indietreggia davanti alle sue dighe, è un tema centrale in “Delta”. Il ricordo emerge dalla “regione oscura” in cui era disceso, diventando più evidente, proprio come il verde che ricompare sui rami dopo la pioggia. Questa rinascita della memoria è un’immagine potente, che suggerisce la capacità del passato di riaffiorare con forza e vividezza.

Montale continua a interrogarsi sulla natura di questa presenza. Non sa se si tratta di una forma concreta o di un’illusione alimentata da un sogno. Questa incertezza è accentuata dalla descrizione della Riviera “inondata, agitata e ruggente contro la marea”, un’immagine tumultuosa che riflette la confusione e la complessità della memoria e dell’esperienza umana.

L’ultima strofa introduce il suono del “fischio del rimorchiatore”, un richiamo che emerge dalle nebbie per approdare nel golfo. Questo suono, isolato e distintivo, rappresenta un segno tangibile e concreto nella nebulosità e nell’incertezza, fornendo un punto di ancoraggio alla riflessione di Montale.

In conclusione, “Delta” è una poesia che invita il lettore a riflettere sulla natura del tempo, della memoria e dell’esistenza. Eugenio Montale, con il suo stile unico e la sua profondità di pensiero, ci offre un’opera personale e universale, capace di toccare corde profonde e stimolare una riflessione continua. La poesia, con le sue immagini vivide e il suo linguaggio ricco, rimane un perfetto esempio della maestria di Montale nel catturare l’essenza dell’esperienza umana.

Delta
La vita che si spezza nei trasferimenti
segreti che ti ho legato:
quella che dibatte in sé e quasi sembra
non farti conoscere, presenza soffocata.
Quando il tempo blocca le sue dighe
la tua storia si accorda con la sua immensa,
e il ricordo emerge più chiaramente
dalla regione oscura dove sei disceso,
come adesso, dopo la pioggia, si addensa di nuovo
verde sui rami, cinabro sui muri.
Non so tutto di te tranne il messaggio
muto chi mi sostiene nel cammino:
se si forma esisti o obbedisci nel fumo
ti nutre di un sogno
la costa che febbrile, torba e diluvia
incontrare la marea.
Niente di te nello scorrere delle ore
grigio o lacerato da una fiamma solforica
tranne il fischio del rimorchiatore
che dalle nebbie giunge al golfo.
Eugenio Montale
da “Ossi di Seppia”
Prima edizione – Gobetti 1925

Poesia dalla pagina Facebook: Poesia e Letteratura del Novecento

Pubblicato da: Salvatore Corciulo

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