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Molfetta festeggia Sant’Antonio. Le radici di una fede popolare – MolfettaLive.it – .

La tradizione di Sant'Antonio a Molfetta

La tradizione di Sant’Antonio a Molfetta

Come ogni anno, conclusa la tredicina, la profonda devozione a Sant’Antonio da Padova, tenutasi dallo scorso 31 maggio a ieri 12 giugno nella chiesa di Sant’Andrea, la nostra città festeggia il Santo il 13 giugno .

Gli ammalati, i poveri e i bambini godono della protezione del santo di origini portoghesi, che ancora oggi occupa un posto preminente nell’animo dei molfettesi. Il culto e la devozione verso Sant’Antonio, infatti, erano ben radicati tra i molfettesi fin dal XIII secolo, quando a Molfetta si stabilirono i Frati Minori Conventuali di San Francesco; pertanto l’istituzione della Confraternita nel 1637, da parte di alcuni fedeli, fu la naturale conseguenza di una devozione antica, consolidata e duratura.
Le prime tracce del culto risalgono al 1498 e al 1506, quando rispettivamente Antonella Cavalletti e Pascazia Anella, disponevano nel loro testamento di essere sepolte nella chiesa di S. Francesco vestite con l’abito francescano, la prima, e la seconda che due libbre di cera furono donati alla chiesa di S. Antonio di Padova. Un documento risalente a trent’anni dopo il testamento di Anella, riporta l’esistenza nel Duomo di Molfetta dell’immagine di un Sant’Antonio vecchio o poliero. È proprio nel 1498 che il notaio Matteo de Cucuzzellis dettò nel suo testamento di essere sepolto nella sua cappella, forse da lui costruita o restaurata, dedicandola a Sant’Antonio da Padova.

Una tradizione strettamente connessa con l’arte, le pratiche religiose e le iniziative di beneficenza.
Non tutti sanno che nel 1768 la Confraternita di Sant’Antonio si assunse l’obbligo di prestare aiuto agli ammalati poveri della città, somministrando cure e viveri. Ogni anno venivano eletti tra i confratelli due infermieri che visitavano gli ammalati e portavano il rendiconto delle spese e l’elenco dei pazienti assistiti. Tutto ciò durò solo fino al 1808, periodo in cui la Confraternita disponeva di entrate considerevoli e con la perdita di queste non era più possibile fornire tale assistenza. In un atto del 25 ottobre dello stesso anno, altri testimoni, che avevano beneficiato della carità della Confraternita durante la loro malattia, precisarono ed affermarono che “il denaro necessario per i soccorsi erano pure e semplici oblazioni da parte dei frati che volevano continuare l’opera opera di carità verso i malati e i poveri” (ARCHIVIO STATO DI TRANI, notaio Onofrio Bartoli, vol. 1622, ff. 243-250-252-258-293).
Ed è proprio all’interno della Confraternita che da sempre circola la voce che l’attuale statua raffigurante Sant’Antonio non sia quella originale. Sembra infatti che il 17 maggio 1826 il Priore Pietro Pastore inviò una lettera all’Intendente della Provincia di Bari, nella quale esprimeva il desiderio di sostituire l’allora statua della Congregazione con quella ritrovata nella Chiesa della Soppressa Minori Osservanti (oggi S. Bernardino), poiché quest’ultimo era “più ben disegnato e più gentile del primo”, tanto che la popolazione poteva ammirarlo durante le Processioni. Il successivo 9 giugno l’Intendente della Provincia di Bari autorizzava l’auspicata sostituzione.

Dello stesso secolo è l’“Opera del Pane di S. Antonio” sotto forma di donazione in denaro. Nel 1927 Pasquale Gioia, allora vescovo, durante la sua visita alla chiesa di Sant’Andrea, raccomandò al Padre Spirituale di iniziare e continuare mese per mese l’elenco del denaro ricavato dalla cassetta del “Pane di S. Antonio”. e che aveva cura di prendersi cura e di aiutare le famiglie più bisognose”. Per questi motivi, a Molfetta era diffusa, anche grazie all’impegno dei frati in cerca della Madonna dei Martiri, la seguente preghiera in volgare locale:
Sênd’Êndóniə my beatə, hai avuto il crónê ngàpə?
Sand’Antonie, tu venivi da Pade, cercavi Tridece grazie a Gesù, avevi tutti e tre i dicembre, e cercavi il cibo per l’umemene; A nome della Santissima Trinità, grazie per la vostra gentilezza.
(segue quello già dato)
Sand’ Antonie, la mia Divina, Mbrazze ha delle bellissime bambine, Mmane ha dei bellissimi fiori. Ringraziami di cuore.
Sant’Antonie, mio ​​benefico, non sono degno di pregarti, dammi ciò di cui ho bisogno, rendimi grazie, Sant’Antonie. Sant’Antonie, sei così ricco e così potente, alza gli occhi e tieni la mia mente ; ascoltami, apri la bocca e parlami. Alza i piedi e cammina verso di me, apri gli occhi e abbracciami.
Hai liberato i morti, ci hai liberato dai morti, ci hai liberato da ogni pericolo e hai evitato tutti i nemici. Antonio.
Tinghe dye la cambanèdde, Tla compagnia l’angele ca is bèdde, It’s bèdde alla fegure, Ma Sant’Antonie sta nell’oscuro. Sant’Antonio mi ha detto di lasciarmi in pace, se ci sono le rose e chi va, riposa.

Bibliografia
Grieco Onofrio (a cura di), _Culto, devozione e immagini di sant’Antonio di Padova nella diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi_, La Nuova Mezzina, Molfetta, 2012.
Pappagallo Corrado, _La confraternita di S. Antonio e l’assistenza agli infermi_, in __, n. 23, 2008.
Pappagallo Corrado, _Avvenimenti sulla statua di Sant’Antonio_, in __, n. 24, 2017.
Minervini Pasquale, _La Chiesa di S. Andrea a Molfetta: le origini, il patronato di Iudicibus, la Confraternita di S. Antonio_, Mezzina, Molfetta, 1996.

Giovedì 13 giugno 2024

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