La serenità di Banchi, le soddisfazioni di Messina, Trinchieri e Jerry West – .

Le parole di Messina e Banchi dopo l’atto finale della finale

Le scarpette rosse del Messina conquistano il terzo campionato consecutivo contro la Virtus, che con Banchi non è riuscita a togliere la corona all’Olimpia. I due tecnici hanno parlato in sala stampa di una serie e di una stagione.

Luca Banchi entra sconfitto, ma con il sorriso sul viso. E’ contento dell’impegno fatto e allo stesso tempo ha già messo in prospettiva la lunga stagione appena conclusa.

“Senza mai un attimo di tregua, a ritmo freneticoavendo infortuni gravi anche durante la serie dei playoff”, Questa la sua esperienza delle ultime, intensissime settimane. Un ritmo frenetico che però dopo questa finale non può che lasciare il posto all’amarezza.

“L’epilogo di quelle due partite lascia un po’ di amarezza, stasera è stato ilpartita unica in cui si è creato un divario tra le due squadre tale da far credere che l’inerzia fosse in una delle due direzioni”.

Nelle parole di Luca Banchi c’è grande consapevolezza dei valori della sua squadra.

La nostra è una squadra che ha risorse anche quando non è al meglio. Abbiamo giocato le prime due partite alla pari, tirando male da tre e vincendo entrambe le partite. Mi sarebbe piaciuto trovare tutti i giocatori in piena salute, ma le sensazioni prima della finale facevano pensare ad una squadra avviata verso una serie a senso unico.

E c’è spazio anche per il riconoscimento di alcuni errori: “Ne abbiamo realizzato uno sforzo pazzescoDevo dare merito alla squadra, ma abbiamo sbagliato qualche dettaglio”.

Luca Banchi ha dovuto affrontare mesi di alti e bassi emotivi, lanciati in Virtus dopo il Mondiale. Tutte le gioie e i dolori di questi mesi scorrono nei suoi occhi mentre li descrive.

“La percezione è questa questa stagione è durata più di una stagione, è stato un susseguirsi di emozioni. Abbiamo collezionato vittorie su vittorie che ci hanno reso una rivelazione in Eurolega dopo appena due anni di esistenza nella competizione. Pensare di essere immuni ai cambiamenti prestazionali è impossibile. Ci sono momenti in cui vivi uno stato di estasi, momenti in cui tutto sembra rivoltarsi contro e noi abbiamo avuto la forza di reagire”.

Sembra che l’allenatore del Livorno abbia vissuto un rapporto speciale con i suoi giocatori e con la città.

Bologna è speciale e può regalarvi serate uniche con le vibrazioni pazzesche che abbiamo provato quest’anno.”

Ringrazio la squadra, lo sentivo abbracciato. Spero di essermi dimostrato degno di una squadra di grandi campioni, speciali nei valori e riconosciuti campioni sul campo. Ho ricevuto attestati di stima che dimostrano che questa squadra era molto amata per come era in campo e le nostre grandi vittorie sono legate al nostro collettivo“.

A questo punto il tecnico della Virtus lancia una frecciata a Mirotić e al trattamento ricevuto dagli arbitri: “Non abbiamo mai avuto una performance come quella di Mirotic. Quanti falli subiti? Quanti tiri liberi? Nessuno dei nostri giocatori ha mai effettuato 18 tiri liberi o segnato più di 25 punti in vita sua.”

A questo punto, mentre l’allenatore chi dieci anni fa Nella stessa sala stampa si festeggiava uno storico campionato, davanti ai giornalisti prende posto Ettore Messina. Lo caratterizza la serenità che attraversa il volto di chi ha vinto, non c’è spazio per il volto contrito e per le tensioni che spesso si intravedono sul volto di un allenatore perennemente teso alla vittoria.

La parola chiave del tecnico scudetto è “enorme soddisfazione“. “Dopo la partita contro Trento abbiamo ritrovato la coesione, la determinazione, l’umiltà di giocare sempre insieme“.

“Questo ci ha permesso di trovare ogni volta il risultato giusto nelle varie partite di questa serie protagonisti diversi. In questi playoff abbiamo ritrovato la solidità che a tratti abbiamo avuto durante l’anno. I ragazzi ci sono riusciti, pensavamo ad un certo punto fosse un risultato inaspettato“.

L’avversario era difficile e la squadra sapeva bene che la strada verso il campionato poteva nascondere delle insidie ​​se affrontata con leggerezza: “Nessuno si rallegra che qualcuno vinca tre scudetti di fila, tutti moltiplicano gli sforzi“.

Gli abbiamo poi chiesto se Melli e Mirotić oggi sono giunti all’apoteosi della loro convivenza: “L’alchimia riguardava tutti ed è importante che sia arrivata a questi playoff. Sono state settimane di impegno che non riguarda solo loro due, ma tutta la squadra“.

Torniamo così al momento in cui questa squadra ha trovato le risorse per unirsi. A Messina chiedono se c’è stato un momento in cui ha capito che la squadra ce l’avrebbe fatta. “Ho avuto la fortuna di allenare grandi squadre vicine a grandi successi, non c’è mai stato una volta che avevo percepito prima che avrei vinto. Nelle due partite di Trento ho avuto sensazioni di solidità“.

Quindi, come hai vissuto personalmente la stagione?

Per me la stagione è stata come per tutti gli altri, una stagione difficile. Aspettative alte, alcune cose non sono andate bene. Abbiamo perso la guardia iniziale tutto l’anno. Non so se la Virtus sia una squadra più forte o più debole se Belinelli non gioca tutto il campionato. Fate… Noi Baroni non l’abbiamo mai visto. Abbiamo sbagliato in una certa posizione e non abbiamo mai trovato continuità”.

Per Messina ilL’assenza del Barone è stato il fattore determinante di una stagione delle cui complessità, problemi e dilemmi abbiamo discusso più volte. Secondo mister Messina però ci sono ragioni per ridimensionarle.

Sarebbe potuta essere una stagione che si sarebbe conclusa con due finali perse. Nel 1999-2000, con la Virtus che l’anno prima era stata campione d’Europa, perdemmo Coppa Italia e Eurolega. Sembrava un disastro, l’anno dopo vincemmo il triplete”..

“Oggi ho letto una cosa che mi ha davvero colpito: Trinchieri dopo la sconfitta della Lituania in finale contro lo Zalgiris ha detto “Non voglio essere definito come allenatore o come persona da una partita persa o da una serie persa”. Oggi era lì Simone Pianigiani, non dimentico quello che vinse, ma qui passò come l’ultimo degli idioti. Di Jerry West si diceva che non potesse andare a vedere la finale dei suoi Lakers perché si sentiva colpevole di una serie di scelte sbagliate. Non siamo definiti da una brutta stagione. Un’altra vittoria mi dà un’enorme soddisfazione, ma dopo aver letto questo mi chiedo. Aggiunge qualcosa o toglie qualcosa?

Qui sembra un Ettore Messina molto sincero, che parla apertamente del dilemma umano che un allenatore come lui sembra trovarsi di fronte agli errori che commette e alle difficoltà che incontra. Una serie di esempi ed esperienze che non possono che portare a un futuro meno tempestoso ad Olimpia nelle stagioni a venire.

E sì, quindi il futuro. Una porta che si apre domani e che racchiude diversi problemi da districare. A cominciare da quello di Kyle Hinesche ha alzato lo scudetto, consegnatogli dal capitano Nicolò Melli.

Non so quali piani abbia Kyle per il suo futuro. In quel gesto di Nik c’è qualcosa che sa più di mepuò darsi che sia arrivato il momento che diventi un grande allenatore o un grande allenatore, ma glielo chiederemo.E aggiunge del resto della squadra. “Ci sono situazioni contrattuali importanti. Non lo so, parlerò con il signor Leo e con il signor Armani nei prossimi giorni. Non posso darti una risposta adesso“.

Diritti d’autore della foto: Olimpia Milano e Virtus Bologna

 
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