Cristina Frazzica è morta in kayak a Napoli, oggi l’autopsia su Cristina Frazzica e il verbale sulla barca – .

Cristina Frazzica è morta in kayak a Napoli, oggi l’autopsia su Cristina Frazzica e il verbale sulla barca – .
Cristina Frazzica è morta in kayak a Napoli, oggi l’autopsia su Cristina Frazzica e il verbale sulla barca – .

Cristina Frazzica, investita in kayak a Napoli

14 giugno 2024

7:51

Oggi gli accertamenti irripetibili sulla canoa e sul cabinato di 18 metri di proprietà dell’indagato: si cercano segni di impatto per l’identificazione certa.

Cristina Frazzica (foto da Facebook)

L’autopsia sulla salma è stata fissata per oggi nel primo pomeriggio Cristina Frazzica, la ricercatrice 30enne travolta e uccisa da un’imbarcazione mentre era in kayak domenica scorsa, al largo di Posillipo, nel Napoli; questa mattina sono iniziati gli accertamenti anche sulla canoa e sul cabinato di 18 metri, uno dei tre sequestrati, che secondo gli inquirenti potrebbe essere quello che ha investito la ragazza. Al momento c’è un solo indagato, un noto penalista napoletano che era alla guida dell’imbarcazione e che ha prestato i primi soccorsi al sopravvissuto e ha lanciato l’allarme alla Capitaneria di Porto.

Oggi l’autopsia, i funerali non ancora fissati

La famiglia di Cristina Frazzica si è affidata a Giesse Risarcimento Danni e all’avvocato Gianluca Giordano del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che si avvarrà del parere del medico legale Maurizio Saliva. L’autopsia servirà a chiarire un aspetto fondamentale, ovvero se la ragazza sia morta sul colpo o se, con un intervento tempestivo, si sarebbe potuta salvare.

I genitori della ragazza, arrivati ​​da Voghera a Napoli dopo l’incidente per il riconoscimento, sono rientrati oggi in città. Dopo l’autopsia, con il benestare della magistratura, potranno essere fissati i funerali.

La famiglia di Cristina Frazzica, uccisa in kayak a Napoli: “Andremo a fondo per capire cosa è successo”

Perizia su imbarcazioni

Di fondamentale importanza saranno gli accertamenti sulla canoa nella quale si trovavano la 30 e l’amico superstite, un avvocato napoletano di 33 anni, e sul cabinato di 18 metri di proprietà dell’avvocato. Guido Furgiuele (difeso dall’avvocato Alfonso Furgiuele). L’imbarcazione è stata identificata grazie ai video ripresi dalle telecamere di sorveglianza di Villa Rosebery, davanti alla quale è avvenuto l’incidente, ma non c’è certezza: si trovava in quel tratto di mare, così come altre due imbarcazioni (sequestrate anche martedì), Ma le immagini non permettono di identificare con certezza chi ha investito il kayak.

Dal canto suo Furgiuele, indagato per omicidio colposo e mancato soccorso, ha spiegato che né lui né le persone che erano sulla sua imbarcazione hanno sentito l’urto e che è intervenuto, circa mezz’ora dopo l’incidente, per soccorrere un ragazzo che uno dei suoi ospiti aveva visto sventolare in mare.

 
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