avvocato condannato in appello – .

avvocato condannato in appello – .
avvocato condannato in appello – .

Ha modificato le ordinanze giudiziarie – ingiunzioni e istanze di sequestro redatte – prodotte da altri colleghi e poi le ha inviate ai suoi clienti, convincendoli a dargli il mandato di impugnarli. Una volta ottenutala, ha prodotto altri atti giudiziari – anche in questo caso falsi – che attestavano l’accoglimento dei ricorsi da lui presentati.
È stato il modus operandi di Ugo Marciello, avvocato foggiano che nei giorni scorsi è stato condannato dai giudici della Corte d’appello di Lecce a 3 anni e sei mesi con l’accusa di falso e truffa. Una sentenza, quella dei giudici leccesi, che ha confermato la sentenza di primo grado emessa nel 2020.
Vittime dell’avvocato foggiano, già interdetto dall’esercizio della professione per due anni, sono state due sorelle imprenditrici, Antonella e Daniela Sebastiano, sue ex clienti. Alcuni atti giudiziari, a dire il vero. era vero ma l’avvocato modificò i ricorsi facendo capire ai suoi assistiti che aveva vinto lui. Ma era tutto falso. Ciò che era vero, però, era il compenso che i clienti pagavano per il suo lavoro. È un peccato che qualche tempo dopo le imprenditrici abbiano ricevuto ordini di pignoramento delle loro case per quelle cause che erano convinte di aver vinto.
Falsi e truffe che, loro malgrado, hanno coinvolto anche diversi colleghi dell’avvocato e anche alcuni giudici le cui firme figuravano su alcuni documenti che in realtà non avevano mai prodotto. Tra i colleghi defraudati c’era l’avvocato Stefano Scillitani che è stato trovato nonostante alcuni documenti con le sue firme che non aveva mai apposto. Così come un magistrato del tribunale ha trovato sulla sua scrivania un’ingiunzione mai emessa e mai firmata. Della vicenda si è occupata anche la trasmissione Mediaset “Le Iene”.

L’indagine era iniziata nel 2015 dopo la denuncia delle sorelle imprenditrici. L’indagine ha accertato che l’avvocato Marciello «ha modificato gli atti di ricorso effettivamente esistenti presentandoli successivamente al personale dei competenti uffici giudiziari che, inconsapevolmente, li hanno notificati ai clienti del suo studio legale. Ha di fatto avviato un procedimento giudiziario, che in realtà non esisteva, convincendo i suoi assistiti a concedergli il mandato contestare le misure da lui stesso attuate artificialmente. Successivamente ha creato ulteriori atti giudiziari falsi che, in sostanza, attestavano l’accoglimento dei ricorsi da lui presentati, procedendo anche all’annullamento di ingiunzioni e richieste di sequestri cautelari. Il tutto al fine di ottenere un ingiusto profitto a danno di ignari clienti”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “Nel vento della pittura” presso la Galleria Vittoria – EZ Roma – .
NEXT Lamezia, ‘Un paese felice’ di Carmine Abate inaugura l’evento culturale “Caudex. Visioni letterarie” – .