il poliziotto va libero – .

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BRINDISI – È di nuovo libero il poliziotto brindisino finito agli arresti domiciliari lo scorso 11 giugno, accusato di aver effettuato alcuni accessi non autorizzati al database dello SDI (acronimo di sistema investigativo, che detiene i dati a disposizione delle forze dell’ordine). Il gip del tribunale di Lecce Giulia Proto ha accolto la richiesta dell’avvocato Ferruccio Gianluca Palazzo. Ilario Zippo, 51 anni, in quell’occasione finì agli arresti domiciliari. Nell’ambito dell’interrogatorio davanti al gip, lo stesso Zippo ha risposto alle domande, negando le accuse.

Lo scorso 11 giugno gli agenti della squadra mobile di Brindisi e i finanzieri del comando provinciale hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip, su richiesta della titolare del fascicolo, il sostituto procuratore della DDA di Lecce Carmen Ruggiero, arrestando altre due persone. Sono brindisini anche loro: Bryan Maggi, 34 anni, e Davide Di Lena, 35 anni, entrambi accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. I due, assistiti dagli avvocati Mauro Durante e Laura Beltrami, hanno respinto tale opposizione.

Avrebbero tentato di estorcere una somma pari a 20mila euro al titolare di una tavola calda di Brindisi. Per “sostenere” la richiesta avrebbero dato luogo a un pestaggio nei confronti dell’uomo. L’ordinanza del gip spiega le indagini, che si basano su intercettazioni telefoniche e altre attività, nonché sulle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia. Di Lena sarebbe affiliato a Luca Ciampi, il quale a sua volta era affiliato al “professor” Vicientino. Maggi, però, attualmente è alle prese con un’altra questione procedurale, relativa all’inchiesta “Il Lupo”. Nei suoi confronti pende una richiesta di condanna a dieci anni e sette mesi di reclusione.

Maggi e Di Lena furono portati in carcere. Il secondo ha spiegato che alla base della colluttazione c’erano dissapori di carattere squisitamente personale, nessuna richiesta di denaro. Per quanto riguarda Zippo, va chiarito che la sua vicenda non c’entra con la tentata estorsione, né con la Scu. È stato coinvolto nelle indagini quando gli investigatori hanno ascoltato le sue conversazioni con la vittima, che è stata poi intercettata. Al momento dei fatti l’uomo era in servizio presso la Squadra Mobile di Brindisi. E avrebbe avuto accesso allo SDI non legato a ragioni di servizio.

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