“Servono nuove strategie di sviluppo” – .

“Servono nuove strategie di sviluppo” – .
“Servono nuove strategie di sviluppo” – .

Nelle Marche il ricorso alla Cassa Integrazione Guadagni è aumentato nel primo trimestre del 2024, soprattutto nel settore industriale. È questo il dato che emerge dall’analisi della Uil nazionale su dati Inps che indica, per il primo trimestre 2024 nella nostra regione, 5.963.369 ore di cassa integrazione e 104.184 ore di cassa integrazione.

Confrontando il primo trimestre 2024 con lo stesso periodo del 2023, si evince che nel 2024 sono state autorizzate complessivamente 6.057.553 ore di ammortizzatori sociali contro le 4.590.495 ore del primo trimestre 2023 con un incremento del 32,2%. Entrando nello specifico, notiamo, nel primo trimestre 2024, un incremento dell’integrazione del 35,1% rispetto allo stesso periodo del 2023 (4.407.157 ore autorizzate nel 2023 e 5.953.369 nel 2024), determinato dalla crescita del 54,4% del consumo della cassa integrazione guadagni ordinaria e parzialmente compensata dalla diminuzione del 31,1% della cassa integrazione guadagni straordinaria.

Analizzando nel dettaglio le province, solo Ancona evidenzia una diminuzione del ricorso alla cassa integrazione: nel primo trimestre 2024, infatti, sono state autorizzate 1.621.598 ore rispetto alle 1.730.372 ore autorizzate nel 2023 con una variazione del – 6,3%.

In provincia di Ascoli Piceno le ore di cassa integrazione autorizzate nel primo trimestre 2023 sono state 991.163 mentre nel 2024 sono state 1.705.825 con un incremento del 72,1%; in provincia di Macerata nel primo trimestre 2024 sono state autorizzate 995.473 ore a fronte delle 531.303 ore del 2023 con un incremento dell’87,4%; a Pesaro-Urbino, infine, nel primo trimestre 2023 sono state autorizzate 1.154.319 ore mentre nel 2024 le ore di cassa integrazione autorizzate sono state 1.630.473 con un incremento del 41,2%.

Per quanto riguarda i dati relativi alla distribuzione delle ore nei singoli rami di attività nelle Marche, l’industria assorbe la maggior parte delle ore autorizzate. Sono state infatti autorizzate 5.756.782 ore con un incremento del 44% rispetto allo stesso periodo del 2023, durante il quale ne furono autorizzate 3.999.121, mentre sono significativamente diminuite le ore autorizzate nel primo trimestre 2024 nel settore delle costruzioni (-40,6%) e del commercio (-72,9%).

Nonostante una ripresa del mercato, è chiaro che le aziende si prendono tempo, non attivando processi di ristrutturazione, perché la crisi è determinata essenzialmente da fattori esogeni, guerre, crisi energetica, difficoltà di reperimento di materie prime, ma anche grande incertezza nel settore automobilistico, che coinvolge anche le aziende marchigiane di stampaggio plastica e gomma, dinamiche di mercato che vedono ancora una stagnazione nel mercato interno.

Un fattore endogeno, come la dimensione delle imprese, è ormai evidente anche come elemento determinante della crisi. Ad una minore dimensione media delle imprese corrisponde, infatti, una minore capacità innovativa, che continua a restare uno dei principali elementi di debolezza strutturale del sistema produttivo regionale.

Preoccupante anche la situazione del settore artigianale. Se esaminiamo i dati della FSBA, il Fondo Bilaterale di Solidarietà per l’Artigianato, ovvero la cassa integrazione dell’artigianato, notiamo che c’è un trend di crescita importante nell’utilizzo di queste ore che vede un aumento del 55% dell’importo lordo registrato nel 2023 (9.476.762,00 euro) rispetto al 2022 (6.100.035,00 euro). Una situazione che non tende a migliorare perché se analizziamo quanto rendicontato nei primi quattro mesi del 2024, le risorse utilizzate dal FSBA ammontano già a 5.111.561,00 euro, quasi quanto utilizzato per l’intero 2022.

“Dai dati – commenta Claudia Mazzucchelli, segretario generale della Uil Marche – bisogna passare velocemente ai fatti, servono interventi immediati per tutelare la sopravvivenza del sistema imprenditoriale locale e garantire l’auspicata, ma strutturata e di qualità, ripresa occupazionale , a partire da un piano serio e condiviso di politiche industriali capaci di rilanciare l’economia. Chiediamo alla politica regionale di agire immediatamente, coinvolgendo le parti sociali e imprenditoriali, attuando efficaci politiche di sviluppo reale che aiutino le imprese che intendono investire nel futuro delle Marche che non possono ignorare il superamento delle condizioni di lavoro povere, precarie e mal retribuite che oggi affliggono le Marche allontanando i giovani, fattore insostituibile nella crescita di un territorio”.

CS

 
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