mille miliardi di spesa pubblica nell’ottica dell’UE per il Patto di Stabilità – .

mille miliardi di spesa pubblica nell’ottica dell’UE per il Patto di Stabilità – .
mille miliardi di spesa pubblica nell’ottica dell’UE per il Patto di Stabilità – .

Dalla scuola alla sanità, fino pensioni e difesa. Oltre mille miliardi di euro, 1.072 per la precisione. È la montagna della cosiddetta “spesa primaria” italiana, cioè la spesa pubblica senza interessi sul debito.

Sarà l’osservazione speciale della prossima Commissione Europea per il rispetto del nuovo Patto di Stabilità. Dopo l’avvio della procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia e di altri dieci Paesi Ue per aver superato il vincolo del 3% sul deficit, da venerdì prossimo si inizierà a delineare il percorso personalizzato di aggiustamento fiscale, in cui verrà fissato un tetto massimo dovuto alla aumento della spesa primaria nei prossimi anni.

Borse, effetto Francia: Milano perde il 2,8%, male anche Francoforte. Lo spread è sotto pressione

Patto di stabilità, la novità

Le linee guida per la traiettoria tecnica della spesa, coerente con quello che il nuovo Patto considera un debito “sostenibile”, saranno condivise dalla Commissione con i Paesi membri venerdì, ma non saranno rese note. Tuttavia, è noto che un “importante aggiustamento” sarà richiesto non solo per i paesi con debito o deficit elevato, ma anche per quelli con “potenziali passività legate all’invecchiamento”.

Entro il 20 settembre l’Italia dovrà presentare ai partner Ue il Piano strutturale di bilancio, in cui verrà scritto il percorso per il ritorno alle regole europee. Dovrebbe durare sette anni. Il documento dovrà delineare il percorso che l’Italia intende seguire in materia di finanza pubblica, con annessi numeri per il contenimento della spesa corrente.

La spesa per pensioni, personale pubblico ed enti locali dovrà essere controllata e sarà difficile deviare. Lo spiega la Ragioneria generale dello Stato in un recente documento depositato in Parlamento. Di quei 1.072 miliardi, il 23% viene speso dallo Stato (29% se si considerano i bonus edilizi, compreso il Superbonus), il 25% dagli enti locali, il 10% dagli altri enti locali e il 43% dagli enti previdenziali. D’altronde il 42,3% della spesa primaria viene assorbito dai costi della protezione sociale e, secondo l’analisi dei tecnici della Ragioneria, il rischio è che gli incrementi di spesa su questo fronte debbano essere significativamente contenuti. A partire dalle pensioni anticipate, a fronte di una popolazione sempre più anziana e con un tasso di natalità fermo.

La spesa primaria, però, non è l’unico parametro di riferimento per la sorveglianza dei conti prevista per l’Italia dal nuovo Patto di stabilità. Oltre al piano personalizzato, verranno seguiti dei limiti numerici per garantire che il rapporto debito/Pil scenda verso il 60% e il deficit venga portato sotto il 3%. Insomma, i noti parametri di Maastricht, che un vasto numero di Paesi (Italia, Spagna e Belgio in primis) considerano arbitrari e legati alle condizioni macroeconomiche degli anni Novanta, completamente superati, soprattutto dopo la pandemia. Ma che l’asse Francia-Germania, con il sostegno di tutti i rigoristi del Nord, è riuscito a non cambiare.

I TAGLI
Le richieste saranno più realistiche di quelle previste dal vecchio Patto di stabilità, come la riduzione del debito di un ventesimo all’anno, mai applicata. Ma proprio per questo saranno imposti in modo più rigido, al netto di eventuali margini che, come sempre, diventeranno oggetto di negoziazione politica.

I piani di rimborso potrebbero durare quattro o sette anni. L’Italia, come detto, dovrebbe optare per la seconda opzione, per meglio ripartire gli sforzi. In questo modo saranno chiari in anticipo gli stretti margini di movimento del prossimo bilancio, con un modello di dialogo serrato con Bruxelles già sperimentato con il Pnrr.

Una volta avviato il processo, lo Stato interessato sarà tenuto ad apportare aggiustamenti strutturali di bilancio pari ad un minimo dello 0,5% del Pil all’anno (può arrivare anche fino allo 0,6%). Per l’Italia si tratta di almeno 10 miliardi (forse 13) ogni dodici mesi, ma nel triennio 2025-2027 l’aumento della spesa per interessi potrà essere detratto dal calcolo. Insomma, ci sarà un piccolo sconto. Scostamenti rispetto ai nuovi piani di bilancio strutturali saranno possibili solo se autorizzati dal Consiglio europeo, quello in cui siedono gli Stati membri. Finora, in caso di circostanze eccezionali, era sufficiente che il governo facesse autorizzare il deficit aggiuntivo dal Parlamento con la maggioranza assoluta dei presenti, “previa consultazione” della Commissione europea. Quindi ora il Parlamento potrà autorizzare solo i negoziati con il Consiglio, non deficit o nuove spese.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Leggi l’articolo completo su
Il Messaggero

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV la donna è gravemente malata – SulPanaro – .
NEXT “Che fine ha fatto il parcheggio sotterraneo di Largo San Paolo?” – .