Salis già in casa a Monza. Nessuna scorta, nessun rischio – .

Salis già in casa a Monza. Nessuna scorta, nessun rischio – .
Salis già in casa a Monza. Nessuna scorta, nessun rischio – .

«È la fine di un incubo», dice ieri alle 19 Roberto Salis varcando la porta di casa con la figlia. Ci sono figlie che danno filo da torcere ai genitori e Ilaria Salis apparteneva a questa categoria. Ma quando la figlia è finita definitivamente nei guai facendosi arrestare in Ungheria, papà Salis non ha esitato a svolgere al meglio il suo lavoro di padre, diventando il principale attivista del movimento per la sua liberazione. Missione compiuta. E ieri papà Salis ha compiuto l’ultima fatica: un viaggio di duemila chilometri, quasi senza soste, per andare a prendere Ilaria a Budapest e riportarla a casa, a Monza. Liberata dai giudici ungheresi senza nemmeno aspettare l’annuncio ufficiale dei risultati elettorali, Salis attenderà a casa l’annuncio della sua elezione a deputata europea. Da quel momento in poi, oltre alla libertà, avrà guadagnato l’immunità, con il congelamento forzato dei procedimenti penali a suo carico per gli attentati del febbraio 2023 nella capitale ungherese.

Se la scelta di Roberto Salis di evitare i viaggi aerei è stata dettata dalla volontà di non rendere troppo spettacolare il ritorno a casa della figlia, con equipaggi di stanza a Linate o a Malpensa, è stata realizzata solo in parte. Salis torna da privato cittadino, senza accoglienza istituzionale né festeggiamenti di parte, ma ritrovando il marciapiede affollato di giornalisti. Lei scivola giù per le scale, stanca e sorridente, senza parlare: «È sconvolta e ha bisogno di una doccia», dice papà Roberto, che, come nelle ultime settimane, si prende cura di affrontare i media: dicendo che «c’è stata emozione, siamo fatevi anche una foto davanti al cartello di Monza, perché è stata una bellissima esperienza.” Domani la donna compirà quarant’anni: «Faremo qualcosa per il suo compleanno, dobbiamo festeggiarne due perché ci siamo persi quello dell’anno scorso».

Da oggi la Salis dovrà fare i conti con il suo nuovo ruolo di personaggio pubblico, stretto tra un passato movimentista e un presente istituzionale. Su di lei incombe il procedimento penale ungherese, che non si conclude con l’elezione al Parlamento di Strasburgo. L’immunità europea è molto più ampia di quella concessa ai parlamentari italiani, perché tutela non solo dall’arresto ma anche dai processi. Per proseguire il procedimento contro Salis, la magistratura ungherese ha bisogno del via libera del Parlamento comunitario, al quale ha già annunciato l’intenzione di chiedere l’autorizzazione: a meno che l’imputato non vi rinunci. Una frase pronunciata ieri sera da Roberto Salis sembra lasciare aperta questa possibilità: “Ora dobbiamo garantire – dice – che questa accusa di cui Ilaria si ritiene innocente venga cancellata”, ed è chiaro che l’unica strada a disposizione di Salis per essere esonerato significa accettare di essere processato. «Ci ​​saranno sicuramente delle strategie», dice ieri sera il padre, con una frase criptica. Ma sono scelte che si vedranno più avanti, dopo che l’ex antagonista si sarà confrontata con i due avvocati milanesi, Mauro Straini ed Eugenio Losco, che l’hanno assistita fin dall’inizio.

«Ora mi dimetto non solo da portavoce di mia figlia – dice Salis senior – ma anche da candidato di terzi.

A questo punto esco completamente di scena e d’ora in poi tutti i giornalisti potranno rivolgersi all’ufficio stampa dell’Avs”, è il saluto di Roberto Salis ai media. Fuori casa restano i fotografi ma niente Volante: qui, a differenza di Budapest, Ilaria non ha nulla da temere.

 
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