La svolta in tribunale. La coppia gay si separa. L’altra madre può adottare – .

La svolta in tribunale. La coppia gay si separa. L’altra madre può adottare – .
La svolta in tribunale. La coppia gay si separa. L’altra madre può adottare – .

Due donne si amano, si sposano civilmente, hanno tre figli attraverso la riproduzione assistita all’estero. Poi si separano. In teoria, secondo la legge, i bambini dovrebbero rimanere con la madre biologica. E l’altra mamma, infatti, a livello giuridico non farebbe più parte della famiglia. Ma nei tribunali ci sono occhi che vedono oltre le mura dei codici. E da Trento arriva questo caso destinato a essere una lezione: la madre non biologica di questa coppia che non sta più insieme può ancora adottarli, essere chiamata dalla scuola se uno è malato, avere le stesse responsabilità dell’ex compagno e date loro il doppio cognome. Non per soddisfare il capriccio di un adulto, ma per il bene dei bambini.

Il presidente del Tribunale per i minorenni Giuseppe Spadaro, che ha dato il via libera, sottolinea due punti fondamentali: interessi dei minori e “continuità affettiva”. E si sofferma sul concetto di famiglia, che “riguarda la riuscita del rapporto di coppia”. Infatti, osserva: «Come le unioni tra persone eterosessuali, anche quelle tra persone dello stesso sesso possono sciogliersi ma la cessazione del rapporto di coppia non comporta certamente l’interruzione del legame genitori-figli». Trionfo del buon senso e della civiltà.

Le due donne si sono conosciute nel 2004, quattro anni dopo hanno deciso di mettere su famiglia e sono andate all’estero per tentare la riproduzione assistita. Nel 2010 nasce il primo figlio, ormai adolescente, e tre anni dopo i due fratellini. Nel 2016 si sono sposati insieme. Nel 2023 decidono di separarsi e due figli vanno a vivere nella nuova casa della madre biologica, la terza resta con l’ex compagno chissà che razza di percorso a ostacoli la attende. Così d’accordo con il suo ex si reca dall’avvocato per chiedere l’adozione di tutti e tre. Primo problema. L’adozione è consentita a coloro che sono sposati da almeno tre anni e non sono separati. Secondo problema: la legislazione viene spesso applicata in modo restrittivo.

Il Tribunale per i minorenni di Trento risolve tutti i nodi aggrappandosi ad una sentenza della Corte di Cassazione del 2016 che ricorda: “Nell’ambito della vita familiare, i rapporti tra persone dello stesso sesso non possono essere esclusi dal diritto di famiglia” e di conseguenza “non sono le aspirazioni degli adulti ad avere pari riconoscimento da parte dell’ordinamento giuridico ma i diritti dei bambini”. Il vincolo d’amore in questo caso esiste già, l’atto lo formalizza.

 
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