16 giugno 1912: a Salerno viene inaugurata la Statua della Libertà a seno nudo, il clero attacca: “È una troia”

16 giugno 1912: a Salerno viene inaugurata la Statua della Libertà a seno nudo, il clero attacca: “È una troia”
16 giugno 1912: a Salerno viene inaugurata la Statua della Libertà a seno nudo, il clero attacca: “È una troia”

Viene inaugurato in Corso Garibaldi a Salerno il monumento in onore dei Martiri della Libertà, meglio conosciuto come il Statua della Libertà. Realizzato dallo scultore Gaetano Chiaromontecon una spesa di 12.000 lire scesa poi a 10.000, la statua è installata nel luogo dove, dopo i moti antiborbonici del 1823, furono decapitati i condannati Federico Cimmino, Antonio Giannone, Giovanni De Vita e Clemente Prota. Nello stesso luogo furono uccisi anche i due leader della rivolta cilentana Antonio Maria De Luca, il sacerdote Giovanni de Luca e Costabile Carduccialtro protagonista dei moti cilentani del 1848. Alle 11.30 è stato inaugurato il monumento e scoperta la lapide ai martiri del 1823 con un discorso dell’Onorevole Enrico De Marinis. Dopo le gare sportive, organizzate per l’evento e iniziate il giorno precedente, al teatro Verdi si tiene il discorso del senatore Matteo Mazziotti.

L’autore della statua rappresenta la Libertà con le fattezze di una donna giunonica, dal seno prosperoso ed esposto, che spezza le catene della schiavitù. Un’immagine, però, che non piace al clero salernitano: sul quotidiano «Il bonsenso» Don Arturo Capone, come ci racconta Aniello Ragone, titolava un suo articolo: «Una statua oscena messa in pubblico!» E in esso sottolinea come la donna scolpita (identificata come troia e prostituta) deturpa e offende la memoria dei cittadini che sognano una patria libera e indipendente e non una patria che si diletta di troie, come è quella femminile ivi rappresentata.

L’articolo prosegue: «Quando i giovani e le giovani si fermano davanti a quella figura di prostituta, e percorrono con lo sguardo quelle parti che il senso morale aveva finora chiamato pudenda perché destinate ad essere coperte, lungi dall’entusiastarsi nel ricordo dei cosiddetti martiri, i giovani sentiranno il bisogno di vedere nella natura ciò che lì è scolpito nel bronzo; e le fanciulle, a spogliarsi più che possono, vedendo così il corpo nudo di una femmina messa in trionfo!» Il periodico anticlericale «L’asino» ha invece inviato a Salerno un suo giornalista che ha sottolineato non le oscenità della statua ma piuttosto la scelta del luogo: piazza piccola, stretta, sporca, con i marciapiedi imbrattati di polvere e fango.

 
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