un futuro incerto per l’intero Mezzogiorno – .

Tra fuga di cervelli e culle vuote, la Calabria e l’intero Sud si trovano ad affrontare un futuro sempre più incerto. Le attuali dinamiche socio-economiche rischiano di ridurre ulteriormente il valore aggiunto prodotto nella regione, che potrebbe scendere dall’attuale 22% al 20% nel 2050 e al 19% nel 2060.

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Fuga dei cervelli e inverno demografico: una combinazione pericolosa

Il fenomeno della “fuga dei cervelli”, noto come brain drain, non è nuovo al Mezzogiorno. Essa tuttavia acquista particolare importanza nel contesto dell’inverno demografico che ha colpito il Mezzogiorno negli ultimi anni, invertendo i trend di crescita demografica che hanno caratterizzato la regione a partire dall’Unità d’Italia. Lo spopolamento e la perdita di capitale umano qualificato rischiano di essere i principali fattori di impoverimento del Mezzogiorno. Secondo una valutazione dell’Istituto Tagliacarne, sulla base delle tendenze attuali e a parità di struttura economica, il valore aggiunto prodotto nel Mezzogiorno potrebbe scendere al 20% nel 2050 e al 19% nel 2060.

Migrazioni interne ed esterne: un fenomeno sottovalutato

Il Rapporto Istat sulle migrazioni interne e internazionali della popolazione residente evidenzia che il Mezzogiorno sta sperimentando terremoti significativi nella struttura geografica della popolazione. Mentre il dibattito pubblico si concentra sugli arrivi dei migranti, minore attenzione è stata data agli spostamenti interni dei cittadini italiani, che vedono un flusso continuo dal Sud verso il Nord e verso l’estero.

Impatto sulla struttura sociale del Mezzogiorno

Non ci siamo resi conto delle profonde trasformazioni che queste ondate di sfollamenti stanno provocando sulla struttura sociale e sulle prospettive di sviluppo del Sud. Nel biennio 2022-2023 il saldo dei trasferimenti di popolazione tra Sud e Centro-Nord è stato di 129mila unità. La Lombardia ha accolto quasi un terzo di queste persone, mentre circa il 30% dei migranti interni proveniva dalla Campania. Insieme alla Sicilia, queste due regioni rappresentano quasi il 53% dei trasferimenti dal Sud nel biennio 2022-2023.

Il futuro incerto

La combinazione di spopolamento e fuga di cervelli potrebbe avere conseguenze devastanti per il Sud. Senza interventi significativi per invertire queste tendenze, il Sud rischia di vedere ridotto drasticamente il proprio contributo all’economia nazionale, con effetti negativi sulla qualità della vita e sulle opportunità per le generazioni future. Le politiche per il rilancio del Mezzogiorno dovranno affrontare con urgenza queste sfide, promuovendo investimenti, innovazione e opportunità per trattenere e attrarre capitale umano qualificato.

 
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