con 75mila nuovi occupati è la regione italiana con più lavoro – .

con 75mila nuovi occupati è la regione italiana con più lavoro – .
con 75mila nuovi occupati è la regione italiana con più lavoro – .

Il Piemonte accelera e con 75mila occupati in più nel primo trimestre 2024 registra il miglior tasso di crescita del mercato del lavoro tra le regioni italiane. Dopo essere stata per anni nelle retrovie del Nord a vocazione industriale, l’area sembra finalmente liberarsi dalla crisi automobilistica per concentrarsi su diversi settori industriali e, grazie al boom di inizio anno, il suo tasso di occupazione è in in linea con quelli di Lombardia e Veneto. I dati Istat sull’andamento del mercato del lavoro raccontano un Piemonte competitivo sul fronte occupazionale. Tra gennaio e marzo gli occupati sono cresciuti del 4,2% rispetto allo stesso periodo del 2023: e il motore principale di questo ritrovato vigore sono i settori industriali non coinvolti dalla crisi automobilistica e le imprese di costruzione, mentre il settore «servizi» offre risultati inferiori risultati superiori alle aspettative.

«Un quadro molto positivo – commenta l’economista Mauro Zangola, ex direttore dell’Ufficio studi dell’Unione industriali – all’interno del quale si registrano due note discordanti: la crescita molto lenta del lavoro autonomo, che coinvolge segmenti importanti come imprenditori, liberi professionisti e autonomi -lavoratori dipendenti; e il livello pressoché invariato dei differenziali di genere che penalizzano le donne anche nelle fasi di ripresa”.

Sebbene l’occupazione femminile sia cresciuta più di quella maschile – le donne occupate sono aumentate di 40mila unità (+5,1%) mentre gli uomini di 35mila (+3,6%) – il divario di genere, a scapito delle donne, si è ridotto appena dello 0,6% punti. Grazie alla sostenuta ripresa dell’occupazione, in Piemonte il tasso di occupazione dei 15-64enni è passato in un anno dal 66,3% al 69,2%; quella degli uomini dal 73,1% al 75,7%; quello delle donne dal 59,5% al ​​62,7%.

Industria ed edilizia fanno la parte del leone, producendo il 90% dei nuovi posti di lavoro: nella prima area l’occupazione è cresciuta di 39mila unità (+8,9%); in costruzioni per 19mila (+18,9%). In agricoltura gli occupati crescono di mille unità, nel settore dei servizi di 16mila (+1,4%). «Ma in questo settore – sottolinea Zangola – si registra un calo di 7mila lavoratori autonomi nel commercio e negli esercizi pubblici: 3mila donne (-7,8%) e 4mila uomini (6,2%)». Situazione condivisa da Veneto (-9,3%) e Friuli Venezia Giulia (-3,6%).

I dati introducono anche il tema della lenta crescita del lavoro autonomo: nonostante un periodo favorevole, imprenditori, liberi professionisti e autonomi sono aumentati in Piemonte di sole 7mila unità (+1,8%): 4mila donne e 3mila uomini . Ma nel medio periodo i dati sono negativi. Guardando l’altro lato della medaglia, nel primo trimestre dell’anno erano 113mila le persone in cerca di lavoro, equamente divise tra uomini e donne, e il tasso di disoccupazione, seppure sceso dal 6,5% al ​​5,8%, è il più alto tra le regioni del Nord. Non solo: il divario di genere a scapito delle donne è ancorato a 1,7 punti percentuali.

Migliore performance regionale, infine, per gli inattivi in ​​età lavorativa, cioè tra 15 e 64 anni: nel primo trimestre diminuiscono di 63mila unità (-8,4%); donne per 38mila (-8,2%), uomini per 25mila (-8,6%). Tra le regioni del Nord il calo è stato pari allo 0,8%. Per brindare a un’inversione di tendenza che dopo 40 anni vede il Piemonte tornare tra le regioni più sviluppate del Paese, però, potrebbe essere presto: «Ne capiremo di più nelle prossime settimane, quando usciranno i dati del 2° trimestre – conclude Zangola -. Nel frattempo sarebbe bene avviare analisi approfondite sulle potenzialità e sui limiti del sistema per capire anche quali misure adottare”.

 
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