G7, così Borgo Egnazia ha mostrato la Puglia al mondo – .

FASANO – Sono partiti sabato mattina i leader che hanno animato il G7 in Puglia. Le loro delegazioni hanno invece lasciato libere le stanze, alcune delle quali erano state trasformate in veri e propri uffici, solo ieri mattina. L’intero carrozzone della sicurezza, che ha portato quasi 5.000 persone tra agenti di polizia, servizi segreti, task force delle forze dell’ordine, Croce Rossa, Protezione Civile, ecc. ad operare nel territorio di Fasano, ha iniziato ieri a lasciare le postazioni di lavoro dislocate lungo i percorsi protetti per ritornare alle rispettive sedi di lavoro. Dopo la partenza del presidente Biden sono salpate anche le unità navali della Sesta Flotta statunitense, schierate per l’occasione nello specchio di mare antistante Savelletri. Stessa cosa per il cacciatorpediniere della Marina Militare Italiana Andrea Doria.

E mentre i riflettori dei media internazionali sono ancora puntati su Borgo Egnazia, tra elogi e qualche sterile polemica, qui le attività non si sono mai fermate tra operazioni di “check out” e pulizie generali. Da ieri mattina, infatti, sono iniziate le “grandi manovre” di riorganizzazione delle strutture del Gruppo che fa capo alla famiglia Melpignano per accogliere i clienti che da questo pomeriggio saranno in Puglia per godersi le vacanze. È così non solo a Borgo Egnazia, la località che ha ospitato i tre giorni del summit, ma anche a San Domenico che ha accolto e “coccolato” il presidente degli Stati Uniti con la sua famiglia e tutto lo staff Potus. È qui, all’ombra della grande palma nel cortile della fattoria, che Biden ha incontrato Zelenskyj, ed è qui che America e Ucraina si sono simbolicamente abbracciate. I due leader hanno prodotto e firmato un accordo di 11 articoli che mira a contribuire alla pace e alla stabilità euro-atlantica. Un accordo che contiene dichiarazioni di principio sulla cooperazione in tutti i settori della difesa, ma anche dell’economia e dell’intelligence. Marisa Melpignano, oggi tra l’altro presidente della Fondazione San Domenico, racconta in esclusiva alla «Gazzetta» le sensazioni di questi ultimi frenetici giorni di lavoro. Una sua presenza costante e discreta, per rispondere in ogni momento alle esigenze dei suoi ospiti.

Proviamo a fare il punto. Cosa ha significato per te questo evento in un luogo che hai visto letteralmente venire alla luce? Cosa significava per la sua famiglia avere gli occhi del mondo puntati su di sé?

«Ventisette anni fa, quando decisi di trasformare la mia casa in un albergo, per quanto sperassi di riuscire, cioè accogliere i miei ospiti e farli stare bene, mai e poi mai avrei immaginato di arrivare ad un evento come questo che abbiamo vissuto. In questi giorni ho pensato molto a mio marito Sergio. Quando ha deciso di investire qui, per realizzare il campo da golf, aveva una visione, o meglio un’intuizione che si è rivelata vincente negli anni. Ma non credo che avrebbe mai pensato che la sua “creatura” potesse essere davvero al centro del mondo. È stato e rimarrà per tutti noi un evento indimenticabile”…

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PREV poi va al Cagliari oppure… – .
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